Chi ha paura dell'intelligenza artificiale? Molti, almeno apparentemente. Il numero di persone che si dicono preoccupate perché ritengono che il proprio posto di lavoro sia a "rischio intelligenza artificiale" è in continua crescita. Ma si tratta di un rischio serio e reale, oppure è solo una "percezione distorta" di un fenomeno in rapida crescita ed evoluzione? Come spesso accade, la verità sta nel mezzo: non è necessariamente vero che l'intelligenza artificiale ruberà posti di lavoro, ma i lavoratori dovranno farsi trovare pronti.
L'impatto delle nuove tecnologie (intelligenza artificiale e machine learning in testa, 5G e digital transformation, ma anche robotica, realtà virtuale e realtà aumentata) sul mondo del lavoro è stato al centro del dibattito della terza giornata del Wired Trends 2018, l'evento nato dalla collaborazione tra Wired e l'istituto di ricerche Ipsos, e con il supporto di Fastweb, Sky Italia, Adecco e Comieco.
Sul palco si sono succeduti il ricercatore Ipsos Nicola Neri; Roberto Chieppa, marketing & customer experience officer di Fastweb; Cristina Cancer, head of talent attraction & academic partnership di Adecco; e infine; Paola Cavallero, direttore marketing & operations di Microsoft e Francesco Sacco, docente di strategy & entrepreneurship alla Sda Bocconi School of Management.
Governance del cambiamento
Affinché l'automazione e l'industria 4.0 non "prendano il sopravvento" all'interno del mondo del lavoro, è necessario che ci sia una forte governance del cambiamento, così che le innovazioni tecnologiche non siano subite ma controllate. Questa l'opinione che Roberto Chieppa, marketing & customer experience officer di Fastweb, ha espresso nel corso del suo intervento. Necessario, sottolinea ancora Chieppa, che le persone siano accompagnate verso lo sviluppo di nuove skill e competenze professionali, attraverso un percorso di formazione continuo e duraturo. "Occorre – ha affermato il manager di Fastweb – che gli individui si pongano in maniera positiva e attiva nei confronti del cambiamento. Fastweb concretizza questi principi nella propria Digital Academy, erogando ad esempio corsi gratuiti per i giovani che stanno entrando nel mondo del lavoro o si vogliono riqualificare".
In questo panorama, giocherà un ruolo di prima importanza il 5G. La tecnologia di di nuova generazione che permetterà di sviluppare a pieno l'automazione all'interno degli impianti produttivi e renderà più semplice l'ingresso di robot e automi negli uffici, ma allo stesso tempo consentirà alle persone di poter comunicare ad altissima velocità ovunque si trovino. Insomma, a giovarne saranno anche percorsi e programmi di apprendimento a distanza, che consentiranno a chiunque di acquisire le capacità professionali necessarie per primeggiare nel mondo del lavoro del futuro.
Tra team a geometria variabile ed employability
I temi della formazione continua e dello sviluppo di nuove competenze sono stati al centro degli interventi di Nicola Neri dell'Ipsos e Cristina Cancer di Adecco. Il ricercatore Ipsos ha sottolineato come gli sviluppi tecnologici abbiano portato a un'ulteriore specializzazione delle competenze per i professionisti di svariati settori: ciò ha inevitabili riflessi anche sull'organizzazione interna dei team di lavoro. "Oggi i team hanno una geometria variabile, con persone dotate di competenze molto specifiche che lavorano in un certo gruppo solo per qualche settimana o mese, restando freelance. Dal punto di vista di un lavoratore, avere un impiego adesso non è una garanzia che il tipo di lavoro sarà lo stesso anche tra qualche anno". Per questo sarà fondamentale continuare a formarsi e sviluppare competenze sempre nuove e sempre più specifiche.
Della stessa opinione anche Cristina Cancer di Adecco. Il lavoratore dovrà essere bravo a costruirsi (e rafforzare) un'employability ("impiegabilità" in italiano) che gli consenta di essere sempre "appetibile" agli occhi delle aziende nel caso in cui dovesse finire sul mercato del lavoro. "Ovviamente – sostiene la Cancer – in questo senso aggiornarsi è fondamentale, e alla pratica del life long learning occorre unire il continuo miglioramento delle proprie capacità trasversali, meno specifiche ma decisive in molte occupazioni del futuro". E in questo processo la tecnologia sarà uno strumento abilitante, con il quale confrontarsi continuamente sia sul luogo di lavoro sia nel processo di formazione continua cui si dovrà andare incontro.