Milano, 23 gennaio 2007 - Con riferimento alle notizie apparse oggi sulla stampa e in aggiunta alla precedente comunicazione della società, FASTWEB precisa quanto segue:
- L'indagine della Procura di Roma è relativa ad attività di alcuni gestori di servizi a pagamento che si avvalgono della rete di trasporto di operatori telefonici italiani, tra i quali, con un ruolo del tutto marginale, FASTWEB. L'attività è di natura ordinaria e, come tale, è svolta da numerosi operatori telefonici in Italia e all'estero;
- Tale attività, secondaria rispetto ai volumi d'affari della società, ha generato negli ultimi anni un modesto contributo al margine operativo lordo pari a circa l'1%;
- A fronte di queste prestazioni, materialmente effettuate, FASTWEB ha emesso regolari fatture, registrate nei libri contabili in ottemperanza alla normativa fiscale vigente, e ha regolarmente effettuato gli adempimenti Iva. In questo quadro ogni altro comportamento ipotizzato sarebbe contrario al buon senso e agli interessi economici della società che peraltro ha investito, nel corso della sua attività, oltre 3 miliardi di euro, accumulando ingenti crediti IVA per la realizzazione della propria rete;
- In ordine alle false comunicazioni sociali non si è mai verificata alcuna ipotesi di tal genere, tenuto conto che né la magistratura né gli organi di controllo hanno sollevato alcun rilievo nei confronti della società.
FASTWEB, dall'inizio delle indagini (fine 2004), ha garantito alle autorità giudiziarie la più totale collaborazione.
Il Presidente Silvio Scaglia e il Consigliere Mario Rossetti non sono mai stati oggetto di indagine e non hanno mai ricevuto alcun avviso di garanzia.
A tutela del proprio interesse e di quello di tutti i suoi azionisti, la società ha dato mandato ai propri legali di segnalare alla magistratura e alla CONSOB possibili ipotesi di turbativa di mercato.