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Quanto è veloce, sicura e compatibile la connessione Thunderbolt 4

Ecco le novità portate dalla connessione Thunderbolt 4 in termini di sicurezza e di compatibilità con l'USB

connessione thunderbolt

Di standard, cablati e wireless, per connettere due o più dispositivi ad un computer ce ne sono oggi parecchi. Ma quasi tutti concordano che, se le prestazioni della connessione sono importanti, la scelta ricade su una sola tecnologia: la connessione Thunderbolt presentata da Intel nel 2009 e oggi arrivata alla quarta generazione.

Che Thunderbolt sia una connessione migliore dell'USB è testimoniato dal fatto che lo standard USB 4.0 sia basato sul Thunderbolt 3 e preveda la compatibilità con questo tipo di connessione, anche se non è obbligatoria e dipende dal costruttore del cavo e del controller. Per quanto riguarda il Thunderbolt 4, invece, rispetto alla precedente versione non c'è un aumento della velocità ma arrivano funzionalità più avanzate come la possibilità di connettere due display con risoluzione 4K a 120 Hz di refresh contro un solo display per il Thunderbolt 3.

Cambiano però anche le specifiche minime che un computer deve avere per poter gestire una connessione Thunderbolt, arriva la compatibilità con l'USB 4 e, soprattutto, ci sono finalmente elevati prerequisiti in termini di sicurezza del computer per poter usare questa connessione. Tuttavia, anche nella sua quarta versione, il Thunderbolt continua ad essere uno standard più affine alle esigenze di chi usa il computer per scopi professionali che per quelle dell'utente comune.

Thunderbolt: le diverse versioni

connessione thunderbolt versioni

La connessione Thunderbolt è stata sviluppata da Intel, che l'ha presentata al grande pubblico nel 2009. Ma bisognerà aspettare il 2011 per vedere la prima implementazione commerciale dello standard, a bordo del MacBook Pro di Apple. Inizialmente Intel aveva pensato ad una connessione esclusivamente di tipo ottico (simile a quella della fibra ottica pura), molto veloce rispetto a quelle in rame, ma l'esigenza di veicolare lungo il cavo anche molta corrente per alimentare i dispositivi connessi portò la società di Santa Clara a puntare anche sul rame.

La prima generazione di Thunderbolt, disponibile sia con cavi ottici che con cavi in rame, nasce soprattutto per connettere i laptop ai monitor esterni e, infatti, la connessione di Intel è sin da subito parzialmente compatibile con lo standard DisplayPort. Intel ha presentato i primi controller Thunderbolt in due versioni: a una sola porta e 10 Gbit/s di velocità massima, e a due porte da 10 Gbit/s ciascuna (non aggregabili).

La seconda generazione di Thunderbolt arriva nel 2013 e permette di aggregare i due canali per ottenere la velocità massima di 20 Gbit/s, quanto basta per inviare a un monitor un segnale video a risoluzione 4K o due flussi a due monitor con risoluzione QHD (2560x1440 pixel). Thunderbolt, in questo momento storico, è la connessione ideale per i monitor professionali per fare grafica e video. Cioè i monitor di Apple, che adotta questo standard sul suo MacBook Pro Retina del 2013.

La terza generazione di Thunderbolt è del 2015 ed è la prima a prevedere lo stesso formato delle porte dell'USB Type-C. La velocità raddoppia a 40 Gbit/s e ora si possono pilotare due monitor 4K con un refresh massimo di 60 Hz o uno con refresh da 120 Hz. Questa volta ad adottare per primi lo standard sono i computer con sistema operativo Microsoft Windows, ma ben presto Apple presenta i nuovi MacBook Pro con due o quattro porte Thunderbolt (in base al modello). Nel 2017 arrivano anche il nuovi iMac e i nuovi iMac Pro con connessione Thunderbolt 3.

Nel 2019, poi, lo standard Thunderbolt riceve la consacrazione definitiva: viene annunciato l'USB 4 che, tecnicamente, è basato sulle specifiche di Thunderbolt pur mantenendo la retrocompatibilità con USB 2 e 3. Ciò è stato possibile grazie al fatto che, da marzo 2019, Thunderbolt è diventato uno standard "royalty-free". Un cambiamento che ne ha permesso un altro, molto importante per la diffusione di questa connessione: anche AMD ha cominciato a produrre chipset con controller Thunderbolt.

La quarta generazione di Thunderbolt, infine, viene annunciata a gennaio 2020 e porta migliorie qualitative più che quantitative: la velocità massima resta di 40 Gbit/s, ma ora c'è la compatibilità con USB 4 e viene richiesto un bus PCIe da almeno 32 Gbit/s per il controller. Con questo standard è ora possibile connettere due monitor 4K ad alto refresh.

Thunderbolt e sicurezza

sicurezza thunderbolt

Tra le novità introdotte dalla quarta generazione di Thunderbolt c'è anche una maggiore sicurezza. Nel tempo, infatti, le precedenti generazioni sono state oggetto di attacchi hacker di diverso tipo. Il più famoso è quello di tipo DMA, Direct Memory Attack.

Tramite questo tipo di attacco è possibile sfruttare il controller Thunderbolt per prendere possesso di un PC a basso livello, aggirando le protezioni del sistema operativo e di eventuali suite di sicurezza informatica. Questa vulnerabilità è stata risolta introducendo in Thunderbolt 4 il prerequisito che sul computer sia presente la tecnologia di virtualizzazione Intel Vt-d.

In molti hanno criticato Intel perché questa scelta è stata tardiva: l'obbligo di richiedere una tecnologia di virtualizzazione per implementare lo standard Thunderbolt, secondo la maggior parte degli esperti di sicurezza, doveva arrivare già con la terza generazione visti i rischi elevatissimi derivanti da un attacco DMA che, nel caso peggiore, può permettere ad un hacker persino di leggere i dati criptati presenti su un hard disk montato sul PC.

Un altro tipo di attacco possibile tramite la connessione Thunderbolt, ma che non dipende dalla connessione stessa, è quello alle "Option ROM" dei dispositivi connessi. La Option ROM è una parte del firmware del dispositivo che viene letta al momento dell'avvio della periferica e lasciata in memoria. Se la Option ROM è infetta, allora l'infezione può viaggiare tramite la connessione. Attacchi di questo tipo vengono di solito limitati tramite misure di sicurezza avanzate implementate all'interno della UEFI del computer.

A cura di Cultur-e
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