Come un papà premuroso che vuole proteggere la sua creatura e indicarle quale strada dovrebbe seguire per non "perdersi" e non tradire le aspettative che si sono venute a creare nel tempo. Il World Wide Web oggi compie 30 anni e Tim Berners-Lee, informatico britannico che ha contribuito in maniera fondamentale alla creazione della ragnatela di informazioni collegate tra loro da link, gli ha voluto dedicare una lettera, nella quale lo invita a uscire dalla fase adolescenziale nella quale sembra essere intrappolato e crescere.
Una lettera amorevole, paterna come abbiamo detto, nella quale Sir Berners-Lee mette in evidenza i tanti progressi che il Web ha reso possibili nel corso di questi 30 anni. Il WWW è oggi una "piazza pubblica, biblioteca, studio medico, negozio, scuola, studio di progettazione, cinema, banca e molto altro" e ha dato la possibilità agli ultimi, ai più deboli, di far sentire la propria voce. Allo stesso tempo, però, ci sono ancora degli ostacoli che impediscono al Web di dispiegare a pieno le proprie potenzialità.
Fenomeni come il digital divide, le fake news e la massiccia diffusione di truffe online e malware sono visti dal suo ideatore e creatore come degli "errori di gioventù" del WWW. È ora di crescere, si legge nella lettera di Berners Lee al web, e diventare finalmente adulti. Ma quando è nato esattamente il web e come si è evoluto per diventare quello strumento onnipresente (e apparentemente onnisciente) che utilizziamo quotidianamente? Vediamolo insieme.
Perché nasce il World Wide Web
Siamo nel marzo 1989 e Tim Berners Lee presenta al management un progetto per realizzare un database intertestuale con link grazie al quale organizzare e catalogare i progetti sui quali fisici e scienziati del centro di ricerca svizzero stavano lavorando. Il progetto si chiama "Information Management: A Proposal" ("Gestione delle informazioni: una proposta" in italiano), è ancora oggi disponibile sul sito del CERN ed è considerato come la prima pagina web della storia.
La proposta di Berners Lee viene accettata - non senza qualche remora - e l'informatico inizia a lavorare sui protocolli e le infrastrutture necessarie a ospitare questa galassia interconnessa di informazioni. Il primo server è il computer stesso di Berners Lee (sul quale viene appiccicato un cartello con su scritto "Non spegnere! È un server!"), mentre gli altri dipendenti del CERN iniziano a familiarizzare con i protocolli e gli strumenti che lo stesso Berners Lee stava ultimando. Nel corso dei primi 2-3 anni di vita del web viene rilasciato il protocollo http, il linguaggio di markup HTML e i primi prototipi di browser (il software necessario per "sfogliare" le pagine del web e navigare tra le varie risorse disponibili).
Nei primi mesi del 1991 il lavoro iniziale di Berners Lee e del suo gruppo di ricerca può ritenersi concluso e il Worldwide Web (con tutti i suoi protocolli, linguaggi e software) viene rilasciato. Il sistema di organizzazione e consultazione ha immediatamente successo, tanto che nell'estate del 1991 il WWW viene presentato a livello globale e già nel dicembre di quell'anno viene acceso il primo server compatibile con gli standard ginevrini presso un'università statunitense. Alla fine del 1993 si contavano oltre 500 server web in tutto il mondo che, sfruttando le infrastrutture comunicative di Internet, riuscivano a scambiare dati e informazioni tra di loro.
Non solo università e ricerca
Trattandosi di uno strumento nato all'interno di un centro di ricerca internazionale, non ci si deve stupire se nei primissimi anni di vita il Web veniva utilizzato quasi esclusivamente da altri centri di ricerca e istituti universitari occidentali. Si tratta, però, di un monopolio che durò ben poco: già dalla prima metà del 1993 iniziano a fare capolino i primi siti web slegati dall'ambito universitario, consentendo così al "software di catalogazione e consultazione" creato da Berners Lee di uscire dalla sua comfort zone.
La proliferazione dei siti web rese necessario lo sviluppo di software che fossero più adatti a gestire la mole di informazioni che ormai si trovava dislocata nelle centinaia di web server sparsi in tutto il mondo. Al primo browser realizzato dallo stesso Berners Lee se ne affiancano molti altri, anche se il più celebre di tutti sarà Mosaic, sviluppato dallo studente statunitense Marc Andreessen. Qualche mese dopo Andreessen ottiene la laurea e, continuando a lavorare sul progetto, dà vita a Netscape, da molti considerato come il primo browser moderno.
L'esplosione del web
Complice il rilascio di Microsoft Internet Explorer, incluso di default in Windows 95, il web diventa improvvisamente un mezzo di comunicazione di massa. Tra fine 1994 e inizio 1995 si contavano circa 20 milioni di utenti web in tutto il mondo, mentre iniziavano a nascere anche i primi portali web esplicitamente commerciali. Nel 1995 vengono creati eBay e Amazon, capaci di rivoluzionare il modo in cui facciamo la spesa (o ci liberiamo dei regali di Natale indesiderati). Negli anni successivi arriveranno le directory, veri e propri database dotati di un'interfaccia utente accattivante all'interno dei quali i webnauti potevano trovare siti di loro interesse (sì, gli antesignani dei motori di ricerca).
Qualche tempo dopo due studenti di Stanford realizzano, nell'ambito della loro ricerca di dottorato, un "catalogatore" di informazioni online molto promettente ma, almeno inizialmente, poco considerato. Siamo nel 1998 e in un garage di Mountain View, California, viene installato il primo server di Google, oggi considerato come motore di ricerca per eccellenza. Forse non ce ne rendiamo completamente conto, ma è esattamente in questi anni che le sorti della nostra specie prendono una nuova strada, con un cambiamento paragonabile a quello apportato dalla rivoluzione industriale del XVIII secolo.
L'arrivo del web 2.0
Con il passare degli anni, però, le esigenze degli utenti che navigano sul web (e delle aziende che vogliono sfruttarne le potenzialità per farsi conoscere e trovare nuovi clienti/fan) cambiano e il "vecchio database" basato su link ipertestuali non è più sufficiente. A cavallo tra XX e XXI secolo viene ideato e sviluppato il cosiddetto web 2.0, caratterizzato da portali web interattivi e in continuo aggiornamento.
In questo nuovo paradigma, l'utente non è più solo fruitore passivo, ma creatore attivo di contenuti e tendenze. Nasce così il modello degli user generated content, favorito anche dallo sviluppo dei primi CMS (Content management system), che facilitano la creazione di siti web professionali anche con risorse economiche limitate. In questi anni nascono piattaforme di autopubblicazione per blog o Wiki; social network come MySpace, Facebook e Twitter; piattaforme di condivisione video come YouTube; sistemi di pagamenti online come PayPal. Il web diventa più "democratico" e accessibile a tutti (o quasi, come sottolineato dallo stesso Berners Lee nella lettera per il trentennale del WWW).
Cosa ci aspetta
A delineare quello che dovrebbe essere il futuro del web è il suo stesso creatore. Negli ultimi anni, Sir Berners Lee ha più volte provato a descrivere quale forma dovrebbe assumere il WWW, così da portare a compimento quella rivoluzione digitale iniziata ormai 30 anni fa. La prossima era dovrebbe essere quella del web semantico, nelle quali le informazioni create e modificate da persone in carne e ossa venga integrata da dati e metadati creati da algoritmi di intelligenza artificiale.