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Sicurezza informatica, il pericolo viene dai contenuti per adulti

Da un'indagine Kaspersky emerge che gli italiani sono "abituali" consumatori di porno, ma non tengono molto alla loro sicurezza informatica

Hacker pronto a mettere in trappola chi guarda porno

La pornografia è sempre stata parte integrante della cultura umana, e questo continua anche nell'era digitale. Dopo aver determinato lo sviluppo tecnologico in più di qualche occasione (si pensi alle videocamere Super 8 o alle cassette VHS), la pornografia ha beneficiato dell'arrivo e della diffusione di massa della connessione alla Rete. Grazie a Internet, i siti porno sono entrati nelle case di chiunque garantendo l'accesso a contenuti per adulti a basso costo (se non gratis).

Di questa tendenza ne hanno beneficiato non solo i "consumatori" di video porno, ma anche e soprattutto i cybercriminali. Come evidenziato da un'indagine condotta da Kaspersky, i siti porno sono diventati uno dei vettori principali per diffondere malware tra gli internauti di tutto il mondo, italiani in primis. Dai dati della software house russa emerge che un italiano su due resta infetto da malware o virus ogni volta che accede a un sito per adulti.

Dati che sono ancora più allarmanti se si considera che molti sono soliti visitare siti hard con i dispositivi di lavoro, all'interno dei quali possono trovarsi informazioni riservate o, addirittura, segreti industriali. Insomma, un quadro a tinte piuttosto fosche.

 

Guardare porno online

Il consumo di porno online degli italiani

L'indagine Kaspersky, condotta su un campione rappresentativo di 1.000 adulti italiani, aiuta anche a capire quale sia il consumo di porno online nel nostro Paese. Mediamente, gli italiani guardano porno 5 volte a settimana, mentre il 55% degli intervistati ha ammesso di guardare film a luci rosse almeno una volta al giorno, trascorrendo ogni volta in media 23 minuti su questi siti. Moltiplicando questa cifra per il numero di giorni che compone l'anno, si scopre che mediamente gli italiani passano quattro giorni l'anno a vedere video porno. Il 17% degli intervistati ha invece ammesso di accedere a siti con contenuti per adulti dal posto di lavoro, sfruttando smartphone, tablet o PC messigli a disposizione dall'azienda.

Porno online e sicurezza, questione aperta

Se ai dati di consumo del porno online si affiancano quelli relativi alla sicurezza, il quadro si dipinge immediatamente di tinte piuttosto scure. Circa il 10% ha dichiarato di visitare siti per adulti senza alcuna forma di protezione (antivirus o antimalware), mentre una percentuale analoga di intervistati crede di essere al sicuro perché utilizza lo smartphone o il tablet anziché il computer per vedere video porno. Il 39%, addirittura, crede di essere protetto semplicemente navigando in incognito.

Accade così che il 49% degli italiani che vedono porno ha scaricato almeno un malware o un virus mentre navigava tra portali con contenuti per adulti. E per nascondere la loro "vergogna", nel 28% dei casi incolpano parenti o amici delle infezioni virus (e, quindi, delle visite ai siti porno).

 

Accedere a siti porno da tablet non vi mette automaticamente al sicuro

I ricercatori Kaspersky hanno poi rilevato che i tentativi di attacchi informatici condotti attraverso malware mascherati da contenuti per adulti sono in continua crescita. Nel 2017 sono state individuate 27 variazioni di virus per PC e 23 famiglie di malware Android "travestite" da app porno.

I rischi per la sicurezza informatica mentre si guardano porno

Kaspersky ha così stilato un elenco di nove di "malattie sessualmente trasmissibili" digitali che è possibile contrarre mentre si naviga tra siti per adulti.

  • Trojan. Il pericolo principale che si corre quando si guardano film porno online è di scaricare dei trojan, che consentono agli hacker di accedere liberamente ai file contenuti nel nostro hard disk
  • Drive-by download. In caso di drive-by download, l'unica "colpa" degli utenti è quella di accedere a portali con contenuti per adulti poco sicuri e facilmente hackerabili. Se così dovesse accadere, un hacker potrebbe modificare il codice e forzare il download di qualunque tipo di contenuto – anche malware, ovviamente – non appena l'utente effettua l'accesso al sito

 

Falsi download

  • Click-jacking. Letteralmente "click dirottati": gli utenti credono di cliccare su un elemento di una pagina web (come, ad esempio, il link per un video hard) e finiscono, invece con l'accedere o scaricare un contenuto nascosto e "sovrapposto" a quello visibile. Questa tecnica può essere messa in atto per installare malware, ottenere l'accesso agli account o per attivare la webcam di una vittima
  • Bot di Tinder. Come visto su altri social network, anche Tinder e altri siti per incontri tra adulti pullulano di falsi profili che interagiscono con persone in carne e ossa con l'obiettivo di rubare informazioni personali e confidenziali
  • Cat-phishing. In caso di cat-phishing, gli hacker si iscrivono a siti di incontri con false generalità e foto, così da ingannare altri utenti e attirarli nella loro trappola. Una tecnica phishing molto avanzata, che permette agli hacker di ottenere informazioni personali da utilizzare in una fase successiva, per accedere alla posta elettronica dell'utente truffato o ai suoi profili social
  • Ransomware. Tra la miriade di malware che i siti porno veicolano, una delle più pericolose è sicuramente quella dei ransomware. Nella stragrande maggioranza dei casi, si tratterà di un locker, che blocca l'accesso ai dati dello smartphone o del PC sino a quando non si pagherà il riscatto

 

Pericolo ransomware per chi guarda porno

  • Pornware. Programma malevolo specifico dei siti porno, si nasconde solitamente all'interno di un software legittimo, così da spingere l'utente a installarli senza patemi d'animo. In realtà si tratta, nella maggior parte dei casi, di adware progettati per mostrare contenuti inappropriati sul PC della vittima
  • Spyware. Altrettanto pericolosi sono gli spyware, che possono consentire ai cybercriminali di spiare il comportamento online degli utenti e ricavare informazioni preziose sulle loro abitudini
  • Falsi antivirus. Dulcis in fundo, troviamo falsi software antivirus, che fanno leva sul timore degli utenti di aver contratto qualche infezione nel corso della loro navigazione. In realtà si tratta di software malevoli, che consentono agli hacker di spiare le vittime e sottrarre loro preziose informazioni

5 aprile 2018

A cura di Cultur-e
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