Pochi giorni fa la Marconi society gli ha assegnato il “Marconi Prize 2013”, una sorta di Premio nobel riservato a quelle persone che, con le loro intuizioni e le loro invenzioni hanno rivoluzionato il settore delle telecomunicazioni. Un premio completamente meritato, dato che stiamo parlando di Martin Cooper, internazionalmente riconosciuto come il papà della comunicazione mobile e del cellulare.
La vita prima di Motorola
Nato il 26 dicembre del 1928 a Chicago, Martin Cooper ottenne sia il Bachelor degree (equivalente della nostra laurea triennale) sia il Master degree (equivalente della laurea magistrale) in ingegneria elettronica presso l'Illinois Institute of Technology. Terminata con successo la sua carriera universitaria, Cooper intraprese la strada della carriera militare, arruolandosi nella Marina. Il giovane ingegnere, però, non rimase a lungo sotto le armi e dopo appena 4 anni si congedò dal corpo militare (non senza, però, aver servito come sottufficiale su un sottomarino nel corso della Guerra di Corea).
L'approdo in Motorola
Gran parte della vita – lavorativa e non – di Martin Cooper è caratterizzata dal suo stretto rapporto con il mondo Motorola. Era il 1954, Cooper aveva appena 26 anni e l'economia degli Stati Uniti cresceva a ritmi impressionanti, “pompata” dalla rivalità con il nemico – economico e militare – sovietico. In quell'anno l'ingegnere originario di Chicago firmò il suo primo contratto con il gigante delle telecomunicazioni statunitensi, venendo impiegato all'interno dei laboratori di ricerca del dipartimento Mobile.
Nel corso dei suoi primi anni a Motorola, Martin Cooper si occupò della progettazione e dello sviluppo di sistemi di comunicazione senza fili. In particolare, la sua unità di ricerca si occupò di realizzare i primi modelli di ricetrasmittenti radio in dotazione alla Polizia di Chicago.
Sul finire degli anni '60, Martin Cooper venne messo a capo della divisione Sistemi di Comunicazione Mobile di Motorola. In questi anni concepì un dispositivo che mai nessuno prima di lui aveva avuto l'ardore di inventare: un telefono come quello di casa, ma senza fili e che permettesse di chiamare anche quando si era in strada. Era sua intenzione realizzare un dispositivo personale, “qualcosa – ha dichiarato lo stesso Cooper in più di un'occasione – che fosse legato ad una persona e non a un luogo, un'abitazione o un ufficio. Un telefono personale cui fosse possibile assegnare un numero come ogni altro dispositivo telefonico”.
Motorola credette immediatamente nel progetto, per quanto questo fosse visionario. Un progetto che richiese investimenti piuttosto corposi lungo un arco di tempo molto lungo – circa un ventennio – senza avere la certezza di un ritorno economico di qualsiasi genere. La scommessa, però, venne ripagata e il 3 aprile 1973 Martin Cooper effettuò la prima chiamata della storia da un telefono senza fili. Lo scienziato, dotato evidentemente di uno spiccato senso dell'umorismo, chiamò il dott. Joel S. Engel, supervisore di un analogo progetto presso i laboratori AT&T. “Joel – affermo Cooper – Sono Marty. Ti sto chiamando da un cellulare, da un vero telefono cellulare portatile”.
DynaTAC
Il dispositivo utilizzato per effettuare quella chiamata era un DynaTAC 8000x (acronimo di Dynamic Adaptive Total Area Coverage), primo telefonino della storia a essere utilizzato. Chiamato anche con il nomignolo di telefono mattone o telefono scarpa, il DynaTAC pesava poco meno di 1,2 chilogrammi ed era lungo circa 30 centimetri. Una delle parti più ingombranti e pesanti del dispositivo era la batteria (pesante oltre 5 volte una batteria dei nostri giorni) e assicurava un'autonomia di chiamata di circa 20 minuti. Il problema, comunque, non si poneva. Secondo Cooper nessuno sarebbe mai stato in grado di sostenere quel perso con il braccio per un tempo tanto lungo.
Il DynaTAC venne sviluppato dal team diretto da Martin Cooper in circa 90 giorni. Negli anni successivi la gran parte dei loro sforzi furono concentrati nel tentativo di snellire il dispositivo. Dopo vari tentativi e svariati anni, il team di Martin Cooper riuscì a sfornare un modello di “appena” mezzo chilo di peso.
Una vita in Motorola
Nei 29 anni passati in Motorola, Martin Cooper fu protagonista di una lunga serie di scoperte. Oltre al DynaTAC, Cooper è dietro la scoperta o l'invenzione dei cristalli di quarzo, degli oscillatori, dei display a cristalli liquidi, dei componenti piezo-elettrici e di varie novità legate al mondo della comunicazione mobile.
Cooper abbandonò Motorola nel 1983, poco prima che il primo operatore mobile statunitense iniziasse le proprie attività commerciali.
La vita dopo Motorola
Nonostante il sofferto addio al gigante delle telecomunicazioni, Cooper non abbandonò mai totalmente questo campo. Tutte le sue successive attività imprenditoriali erano legate a doppio filo al mondo della comunicazione mobile. Nel 1983 fondò la Cellular Business System e la portò nel giro di pochi mesi a dominare il nascente mercato della telefonia mobile; nel 1986 creò, assieme alla moglie, la Dyna LLC, una sorta di incubatore d'impresa dedicato al campo della telefonia mobile; il 1992 fu l'anno dell'Arraycom, software house specializzata in prodotti per le antenne della telefonia mobile.
Nonostante l'età, Cooper non demorde. È ancora tra i ricercatori più attivi del settore e gira il mondo tenendo conferenze e lezioni universitarie. “Oggi siamo solo all'inizio di una rivoluzione. Il futuro della tecnologia della rete - ha spiegato Cooper – risolverà i problemi legati all'assistenza sanitaria e all'educazione. Ma la cosa più importante sarà l'introduzione di una maggiore efficienza nella soluzione delle questioni legate alla povertà nel mondo”.
6 ottobre 2013