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Cos'è Internet of Things

Teorizzata per la prima volta nel 1999, l'Internet of Things permette di connettere tra loro oggetti e dispositivi di ogni tipo, anche i più "improbabili".

Internet of Things, oggetti interconnessi

In questi ultimi anni è riuscita a ritagliarsi uno spazio fisso nella stampa di settore, anche se molto spesso le notizie non sono del tutto positive. Capita, infatti, che qualcuno ne metta in luce alcuni limiti sul fronte della sicurezza, capaci di mettere a rischio sia i nostri dati personali, sia la tenuta stessa di Internet. Sia come sia, l'Internet of Things (traducibile in italiano con "Internet delle cose", spesso e volentieri abbreviato in IoT) è uno dei trend tecnologici più importanti del decennio (e forse più).

Secondo alcune stime datate ottobre 2017, Il mercato dell'Internet of Things nel 2023 dovrebbe valere quasi 200 miliardi di dollari (rispetto ai 16 miliardi del 2016), facendolo così diventare uno dei settori più importanti e strategici del mondo dell'hi-tech. Per capire i perché di questo successo, però, è necessario prima di tutto vedere che cosa è l'Internet of Things, come funziona e perché avrà un impatto così importante nella nostra quotidianità.

 

Internet of Things

Che cos'è 'internet of Things per Kevin Ashton

Il concetto di Internet delle cose entra nei dibattiti della comunità informatica al termine del secolo scorso. A voler essere precisi dal 1999, quando Kevin Ashton, fondatore degli Auto-ID Labs del MIT, tiene un meeting con i vertici della Procter & Gamble. In quell'occasione Ashton mette in evidenza come la quasi totalità delle informazioni presenti su Internet fosse opera dell'uomo: i 50 petabyte di dati presenti in quel momento sulla Rete erano il frutto di una certosina e costante opera di creazione di contenuti da parte degli essere umani. Proprio perché realizzati da umani, questi dati sono fallibili e limitati, sia spazialmente sia temporalmente.

"Se avessimo computer che già conoscono tutto ciò che c'è da conoscere sulle cose – affermava Ashton – utilizzando dati acquisiti senza il bisogno di intervento umano, saremmo in grado di tenere traccia e classificare tutto ciò che ci circonda riducendo la quantità di rifiuti prodotti, perdite e costi. [?] L'Internet delle cose (Internet of things nell'originale) ha il potenziale di cambiare il mondo esattamente come lo ha cambiato Internet. Forse anche di più".

Che cos'è l'Internet of Things

Partendo da questa definizione, però, viene ancora da chiedersi: esattamente, l'Internet of Things cos'è? Detto in parole semplici, con il termine IoT si indicano tutte quelle tecnologie che consentono di trasformare un qualunque oggetto – sia esso un termostato, un orologio, un frigo o un'automobile – in un dispositivo connesso a Internet e per questo dotato di tutte le funzionalità e caratteristiche di device nati e progettati per essere utilizzati sul web.

 

Dispositivi interconnessi

All'interno di questa categoria – intesa in senso ampio – sono quindi da annoverare i vari protocolli di comunicazione che permettono ai dispositivi di mettersi in comunicazione l'uno con l'altro; tag, chip e sensori che consentono di trasformare un oggetto analogico in un dispositivo smart (chip Wi-Fi e Bluetooth, ad esempio, ma anche tag RFID ed NFC, sensori di movimento e GPS).

Caratteristiche e funzionalità dispositivi IoT

Secondo alcuni, qualunque dispositivo dotato di un interruttore per spegnerlo e accenderlo ha tutte le potenzialità per diventare un device IoT. Di fatto, qualunque prodotto utilizziamo quotidianamente (anche il più impensabile) ha le carte in regola per essere trasformato in un oggetto smart: non deve dunque sorprendere se secondo la società di consulenza strategica Gartner ci sono già, nel 2020, non meno di 21 miliardi di oggetti smart nel mondo. Oggetti che stanno già raccogliendo un'enorme mole di dati ed eseguendo la più disparata varietà di compiti.

Al momento, i dispositivi dell'Internet of Things sono progettati e realizzati per assolvere due funzioni: controllo e monitoraggio. La connettività e la capacità di comunicare, infatti, rendono possibile per un utente di monitorare a distanza il funzionamento di un dispositivo IoT (si pensi, ad esempio, ai sistemi SCADA con accesso remoto che consentono di controllare il funzionamento di un macchinario o di un impianto anche trovandosi a centinaia di chilometri di distanza).

I sensori e i tag, invece, fanno sì che l'oggetto possa relazionarsi con l'ambiente in cui si trova, rilevare dati utili al suo funzionamento e adattarsi di conseguenza (si pensi, ad esempio, a un impianto di illuminazione pubblica che, sfruttando i dati di sensori stradali, si accende e si spegne al passaggio di un'automobile). Ma la maggior parte degli oggetti smart sono oggi dispositivi di consumo, dagli altoparlanti intelligenti agli smart watch alle serrature delle porte.

 

 

Dispositivi dell'Internet of Things

IoT in campo medico

Secondo il ricercatore e giornalista Lucas Mearian "l'IoT sta diventando il polso dell'assistenza sanitaria". Non solo il 79 percento dei fornitori di servizi sanitari con fatturato superiore a 100 milioni di dollari ha messo in produzione i dispositivi IoT, ma Gartner prevede un aumento del 13 percento della spesa per l'IoT medico nell'anno fiscale 2021. Ma non solo: gli investimenti in IoT convengono all'industria della salute: il 75% dei fornitori di servizi sanitari ritiene che i progetti IoT garantiscano un rientro dell'investimento entro i primi tre anni.

Dal punto di vista sanitario, poi, si sta formando una sorta di triade magica tra sensori biometrici smart, rete 5G e intelligenza artificiale. I sensori biometrici costano sempre di meno e sono ormai integrati persino nei dispositivi elettronici consumer (come le fitness band e gli smartwatch). La rete 5G che sta nascendo è perfetta per tenere collegati fino a 1 milione di dispositivi piccoli e grandi in un chilometro quadrato. L'intelligenza artificiale sta diventando sempre più in grado di divorare enormi quantità di dati per lanciare l'allarme se, giusto per fare un esempio, incrociando i dati biometrici di un utente salta fuori un probabile sintomo di malattia acuta o cronica.

iot medicina

IoT in agricoltura

L'applicazione dell'IoT in agricoltura si chiama Precision Farming, agricoltura di precisione. Tramite l'uso di sensori di temperatura, umidità e telecamere multispettrali in grado di captare non solo lo spettro visibile della luce ma anche infrarossi, ultravioletti e raggi X è possibile ridurre in modo massiccio l'uso di fertilizzanti e pesticidi.

Montati su droni questi sensori possono ispezionare a fondo, dall'alto, lo stato di salute di una coltivazione in campo aperto. Le informazioni che l'agricoltore ne può trarre sono preziose: non solo può sapere, da remoto, se il campo ha bisogno di irrigazione ma, grazie all'intelligenza artificiale, può monitorare i ritmi di crescita delle piante e capire se qualcosa non va.

Tramite tecnologie di geofencing, poi, è possibile dividere l'azienda agricola in diverse zone e chiedere al drone di analizzare parametri diversi a seconda che, sotto di esso, ci sia un campo di grano o un oliveto. In agricoltura protetta, cioè in serra, non serve neanche il drone ma bastano i sensori per monitorare lo stato di salute di una coltivazione di pomodori o di melanzane. I sensori necessari all'Agricoltura 4.0, quella smart, già ci sono anche se le aziende in grado di produrli non sono molte al mondo.

agricoltura iot

I rischi dell'IoT

Come è facile capire, quindi, l'IoT è il lato hardware dei big data. Cioè i sensori intelligenti e connessi che raccolgono dati e li trasmettono a server remoti. I rischi dell'IoT, quindi, sono in parte legati alla gestione di questi dati e della loro raccolta.

Ogni dispositivo smart ha un firmware, per quanto piccolo e semplice, che può essere hackerato per dirottare i dati raccolti verso un altro server. E quindi per spiare l'utente. Ma anche per far fare qualcosa di non previsto al dispositivo, un qualcosa che potrebbe anche essere pericoloso. Un esempio solo spiega tutto: se il semaforo deve essere smart, per ottimizzare i flussi del traffico, deve anche essere blindato dagli attacchi hacker. Altrimenti è possibile prenderne possesso e causare volontariamente un mega ingorgo stradale o, peggio ancora, un incidente mortale

A cura di Cultur-e
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