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Cos'è la realtà virtuale

Permette di immergersi in un mondo virtuale ma assolutamente realistico. Ecco cos'è e come funziona

Un uomo prova un visore a realtà virtuale

Per un lungo periodo è finita nel dimenticatoio. Ignorata dai geek, accantonata dagli ingegneri e software developer e mai nominata dalla stampa di settore, il destino della realtà virtuale sembrava essere già segnato. A ridestarla ci hanno pensato le startup (prima) e i big del mondo hi-tech (dopo) che, dal 2010, sono tornate a investire con convinzione su tecnologie e visori per la realtà virtuale.

 

 

Oggi la virtual reality è tra i settori con le maggiori prospettive di crescita sia nel breve, sia nel medio-lungo periodo: i vari Samsung, Facebook, Google, Sony e HTC (solo per fare alcuni nomi) hanno presentato tecnologie e dispositivi che fanno della realtà virtuale il loro fulcro principale. Tra visori, applicazioni e periferiche di varia natura, il mercato mondiale dell'elettronica si appresta a diventare molto? virtuale.

Che cos'è la realtà virtuale

La realtà virtuale può essere definita come la combinazione di dispositivi hardware e software in grado di creare, per i sensi di uno o più utenti, un ambiente simulato tridimensionale all'interno del quale muoversi esattamente come se si trovassero nel mondo reale.

 

Visore VR

 

La VR, dunque, è concepita come uno spazio creato digitalmente accessibile grazie a dispositivi e speciali apparecchiature elettroniche (non solo il visore, ma anche guanti, scarponi e anche tapis roulant digitali) che permettono di interagire con l'ambiente virtuale realizzato attraverso potenti software. Lo spazio virtuale creato attraverso i software è perfettamente adattabile alle esigenze degli utenti: seguendo lo spostamento degli occhi o della testa, la prospettiva degli oggetti e delle scene si modella a seconda del punto di vista, così da offrire un'esperienza il più possibile immersiva e realistica.

La storia della realtà virtuale

Il concetto di realtà virtuale – anche se sono ancora lontani gli anni dell'informatica e assolutamente inimmaginabili le evoluzioni odierne di questa tecnologia – viene data dal francese Antonin Artaud, filologo ed esperto di storia del teatro. In una delle sue opere, lo studioso parlava del teatro e dei suoi personaggi come "realtà virtuale" rispetto alla realtà della "vita vissuta".

 

Visore VR

 

Le prime tracce di quella che potremmo definire la realtà virtuale "moderna", invece, si hanno nel secondo dopoguerra, quando alcuni scrittori fantascientifici iniziano a immaginare e descrivere un mondo dominato da visori e altri dispositivi VR. Dagli Anni '60, grazie anche agli sviluppi tecnologici registrati nel settore della miniaturizzazione tecnologica, iniziano a comparire i primi dispositivi (non ancora visori nel senso moderno del termine) capaci di far immergere l'utente in un mondo virtuale. Il primo in assoluto è il Sensorama, datato 1962, seguito negli anni successivi dai prototipi realizzati da Ivan Sutherland con l'aiuto e la collaborazione del suo studente Bob Sproull.

 

Cinema con visori per VR

 

La prima "esplosione" commerciale della realtà virtuale si ha a inizio Anni '80. Nel 1982, ad esempio, viene commercializzato l'Aspen Movie Map, un dispositivo VR che permette di esplorare le piste sciistiche e la montagna di Aspen sia in estate sia in inverno. In quegli stessi anni Atari inaugura il suo laboratorio per lo sviluppo di giochi e console VR, ma la bolla esplode presto: nonostante gli sforzi la tecnologia è ancora troppo acerba per offrire delle simulazioni accettabili. Nella bolla, ad esempio, finisce anche Sega, che prova più volte a realizzare prototipi di una console per videogame a realtà virtuale, senza però trovare mai successo commerciale.

 

Visore VR di Sony

 

Dalla metà degli Anni '90 la realtà virtuale cade in una sorta di oblio, dal quale si risveglia circa un decennio più tardi, quando delle piccole startup tornano a investire nel settore.

Come funziona la realtà virtuale

Anche se ai più potrà sembrare elementare, riuscire a realizzare un ecosistema per la realtà virtuale è tutt'altro che semplice. Nella progettazione devono essere tenuti in conto moltissimi aspetti della fisiologia umana, così da ricreare un'esperienza il più possibile veritiera. Il visore, ad esempio, deve garantire un campo visuale di 180 gradi (o poco meno), mentre il software che genera le immagini deve essere in grado di simulare anche la cosiddetta "vista periferica", così che l'utente non perda alcune dettaglio dell'ecosistema virtuale (anche quello apparentemente invisibile). I sensori del visore, inoltre, devono tenere conto anche dei movimenti del corpo e della testa, così da garantire "l'adattabilità" delle scene al punto di vista dell'utente stesso.

 

Immagini proiettate dai display di un visore a realtà virtuale

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"creare" la realtà virtuale, dunque, prevede un coordinamento costante e continuo tra la struttura hardware (monitor, sensori e i vari chip necessari al funzionamento) e un "sostrato" software in grado di gestire il flusso di informazioni sia in entrata sia in uscita.

Le applicazioni della realtà virtuale

Se inizialmente la realtà virtuale era vista come l'evoluzione naturale del settore del gaming, negli ultimi anni si sono registrati sviluppi per alcuni versi inattesi. La realtà virtuale, ad esempio, è "sconfinata" nel settore del retail e del turismo, permettendo a clienti e utenti di provare abiti senza indossarli oppure "esplorare" in anticipo le possibili mete delle vacanze estive. Discorso analogo per il settore immobiliare e quello dell'automotive: grazie ad applicazioni VR è possibile arredare casa dal proprio visore, oppure testare un'automobile restando seduti a casa.

 

Camerino a realtà virtuale

 

I visori VR sono entrati anche nelle aule universitarie e scolastiche, aprendo la strada a nuove forme di apprendimento a distanza. Se i videogame sono il settore che, al momento, trae maggior vantaggio dalla realtà virtuale, l'intero comparto dell'intrattenimento può sfruttare i visori VR per arricchire l'esperienza degli utenti. Il cinema, ovviamente, è in prima fila: grazie a dispositivi e applicazioni come Oculus Cinema gli amanti del grande schermo potranno godere di un'esperienza tutta nuova.

A cura di Cultur-e
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