Ubuntu è una distribuzione Linux basata su Debian e che ha in Unity il suo ambiente desktop. Si basa esclusivamente su software libero e deve il suo nome all'omonima filosofia sudafricana il cui nome è traducibile con “benevolenza verso gli altri” o “credere nell'esistenza di un legame di condivisione che lega tutta l'umanità”.
Lo sviluppo di Ubuntu è guidato da Canonical, software house britannica di proprietà dell'imprenditore sudafricano Mark Shuttleworth che basa la propria "sopravvivenza economica" sull'offerta di supporto tecnico e tecnologico legato all'utilizzo della distribuzione Linux. Ubuntu, comunque, supporta esclusivamente il software libero e open source, incoraggiando i suoi utenti a studiarne il funzionamento, migliorare i programmi e distribuirli all'interno della comunità. Ubuntu è basato sull'architettura e l'infrastruttura di Debian e fornisce sistemi operativi per computer, server, smartphone, tablet e televisori intelligenti.
Caratteristiche
Un'installazione tipica di Ubuntu mette a disposizione dell'utente diversi software già pronti per l'uso. Chiunque installi una versione di Ubuntu, infatti, troverà programmi come LibreOffice, Mozilla Firefox e Mozilla Thunderbird, Transmission (un client torrent) e diversi piccoli videogiochi come Sudoku e scacchi. Accedendo all'Ubuntu software center (uno store dove poter trovare e scaricare gratuitamente altri software e applicativi di altro genre) gli utenti troveranno programmi come GIMP (programma open source di grafica e fotoritocco equivalente a Photoshop) e Pidgin (client di messaggistica istantanea compatibile con molti protocolli di comunicazione utilizzati dai vari servizi). Utilizzando software per la creazione di macchine virtuali come Virtualbox o VMware, infine, gli utenti potranno installare altri sistemi operativi (come ad esempio Windows) e utilizzare programmi non disponibili per questa distribuzione Linux.
Sicurezza
L'obiettivo degli sviluppatori di Ubuntu è offrire agli utenti una distribuzione che sia sicura out-of-the-box, ovvero sin dal primo utilizzo. Un utente “standard” avrà pochissimi privilegi, in modo da non poter corrompere accidentalmente il kernel e rendere inutilizzabile o instabile l'intero sistema operativo. Per incrementare ulteriormente il livello di sicurezza, lo strumento sudo è utilizzato per assegnare privilegi temporanei da amministratore di sistema: in questo modo l'utente root resta sempre bloccato, mentre un utente “normale” potrà comunque apportare alcune modifiche – seppur minime – al sistema.
Sul versante del networking, invece, la sicurezza del sistema è assicurata da un firewall interno che permette di controllare i dati in ingresso e uscita e dalla chiusura di default di gran parte delle porte di comunicazione solitamente utilizzate dagli hacker per accedere ai sistemi informatici di altre persone o società.
L'installazione
I requisiti di sistema di Ubuntu variano a seconda della versione che si vorrà installare sul proprio computer. Nella sua ultima versione, il sistema operativo creato da Canonical richiede un processore con architettura x86 e frequenza di lavor di almeno 1 gigahertz; almeno 2 gigabyte di RAM (diventano 3 gigabyte nel caso si installi la versione a 64 bit di Ubuntu); 15 gigabyte di spazio disponibile sul disco rigido e una scheda grafica capace di una risoluzione di 1024x768 pixel. Per computer meno potenti sono disponibili versioni più leggere della distribuzione Linux come Xubuntu e Lubuntu. Dalla versione 12.04, Ubuntu supporta anche le architetture ARM.
L'utilizzo di un'immagine Live è il sistema più utilizzato per provare, testare e successivamente installare Ubuntu. Le immagini (dei CD o delle chiavette USB che permettono di utilizzare il sistema operativo senza la necessità di installarlo sull'hard disk) permettono di verificare che il computer di casa rispetti a pieno i requisiti di sistema minimi richiesti dalla distribuzione Linux. Questo metodo, ancorché più lento, permette di non alterare il sistema informatico a meno che non lo si voglia realmente: l'installazione avverrà in una fase successiva, su espressa richiesta dell'utente.
Storia e processo di sviluppo
La prima release di Ubuntu risale all'ottobre 2004 ed è il frutto di diversi mesi di lavoro da parte di una ristretta cerchia di sviluppatori. L'8 luglio 2005 Mark Shuttleworth finanzia – tramite Canonical – la Ubuntu foundation con 10 milioni di dollari. Quel capitale è servito nella fase di startup del sistema operativo: ora Ubuntu è in grado di “camminare” sulle proprie gambe, forte di una community di sviluppatori indipendenti che conta milioni di membri.
Anche grazie a questo supporto, Canonical è in grado di rilasciare una nuova versione di Ubuntu a intervalli regolari (ogni sei mesi, aprile ed ottobre). Ogni nuova release riceve supporto e aggiornamenti (fix di sicurezza, bug fix e altro) per ulteriori nove mesi. A intervalli di due anni, però, viene rilasciata una versione LTS (Long term support, "supporto a lungo termine"), che riceve aggiornamenti e supporto per cinque anni: in questo lasso di tempo Canonical rilascia pacchetti per nuovo hardware, patch di sicurezza e nuove funzionalità per l'infrastruttura cloud legata a Ubuntu.