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Cos’è, come funziona e cosa si può fare con l’IFTTT

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L’If This Then That è nato per automatizzare i servizi del web, ma si è rivelato di fondamentale importanza integrato agli oggetti dell’Internet of Things

IFTTT rafapress/Shutterstock

L’IFTTT è nato per automatizzare i processi il Web, ma oggi è la spina dorsale della domotica avanzata. L’acronimo IFTTT sta per If This, Then That e può essere tradotto grossomodo così: se succede questo, allora fai quello. 

Si tratta di uno schema di funzionamento apparentemente banale, che ricorda il classico "If, Then, Else" dei linguaggi di programmazione. Ma che si è mostrato capace di spingere gli attuali device dell'IoT (Internet of Things) ben oltre il punto in cui chi li ha prodotti immaginava sarebbero arrivati.

Tramite l’IFTTT, infatti, è possibile far dialogare prodotti e servizi realizzati da sviluppatori diversi che, in teoria, non potrebbero comunicare tra loro. 

Ecco dunque spiegato come mai tantissimi utenti effettuino ricerche su Internet per capire meglio come funziona e cosa si può fare con l’IFTTT.

Breve storia dell’IFTTT

IFTTT

Sharaf Maksumov/Shutterstock

La prima comunicazione ufficiale che riporta la dicitura IFTTT è datata 14 dicembre 2010: il giorno in cui il creatore Linden Tibbet annuncia di essere al lavoro su un nuovo progetto. 

La tecnologia If This Then That viene resa disponibile al grande pubblico circa un anno dopo: più precisamente il 7 settembre 2011. Un totale di circa 100.000 processi, utilizzati in fase di test oltre 25 milioni di volte. 

Quando è stato pensato, l’IFTTT doveva servire più che altro per automatizzare i servizi Web con routine tipo quella che segue: se invio un tweet con l'hashtag A (If This), allora invia una mail al contatto B (Then That). 

L’intuizione di applicare il servizio al mondo dell’Internet delle Cose risale al 2012. Inizia così una nuova fase di integrazione dell’IFTTT con diversi dispositivi, in modo che le procedure siano sempre più in grado di interagire con il mondo fisico.

L’IFTTT nasce per l’automatizzazione dei servizi web, ma poi scopre il suo reale valore integrandosi con i dispositivi dell’Internet of Things

Questo nuovo link rappresenta una vera e propria chiave di volta per l’IFTTT, che alla fine del 2014 viene valutato circa 170 milioni di dollari. Non a caso nei mesi a seguire vengono rilasciate applicazioni sempre nuove: da quelle che caricano automaticamente una foto su un social network. A quelle associate a diversi siti e servizi

Oggi, inoltre, applicando l’IFTTT alla domotica le possibilità si espandono ulteriormente. Ad esempio: se il termometro smart segna una temperatura inferiore a 18 gradi (If This), allora è possibile accendere il climatizzatore a 21 gradi (Than That).

Una procedura possibile anche nel caso in cui termometro e condizionatore siano di due marche diverse (a patto che siano entrambi compatibili con IFTTT). E senza nemmeno avere bisogno di uno smart hub

La connessione tra i dispositivi, infatti, avviene tramite i server remoti di IFTTT e si configura tramite l'App IFTTT per smartphone Android o iOS.

Come funziona l’IFTTT: ecco cosa si può fare

Computer IFTTT

monticello/Shutterstock

If This Then That permette di collegare al proprio account alcuni dei servizi web e social media più conosciuti e utilizzati. Da Facebook a Twitter, da Instagram a Dropbox passando per i più utilizzati servizi di posta elettronica. IFTTT si propone infatti il compito di automatizzare Internet e renderne più veloce e semplice l'utilizzo.

Un esempio pratico di come funziona IFTTT può essere questo: se si carica una nuova foto su Instagram, la si può salvare automaticamente su Dropbox

Le combinazioni così create sono chiamate applet e possono essere condivise con tutta la community di If This Then That. Le ricette degli utenti sono disponibili in rete e chiunque può decidere di "farle sue", iniziando a utilizzarle per automatizzare, ad esempio, sveglia e meteo di prima mattina.

Le combinazioni IFTTT sono note col nome di applets. Ogni applet è composto da un trigger e un’azione

Ogni applet IFTTT si compone, sostanzialmente, di due ingredienti principali: il trigger e l'azione. Il trigger è la miccia, o il grilletto che innesca la sequenza di reazioni che porta poi al compimento dell'azione finale. 

Volendo prendere in esame l'acronimo, il trigger corrisponde più o meno al This. L’azione corrisponde invece al That ed è semplicemente il risultato di quanto è stato impostato con un singolo trigger.

Il sopracitato termine applet viene utilizzato per descrivere l’insieme di trigger e action. Infine, esistono almeno altre due parole fondamentali per capire come impostare al meglio l’IFTTT.

La prima è “Services” e fa riferimento ai dati necessari allo sviluppo di un servizio IFTTT. La seconda è “Ingredients” e fa invece riferimento ai dati che ogni trigger mette a disposizione dell’utente. 

Come automatizzare i processi di domotica con l’IFTTT 

IFTTT Domotica

Piotr Swat/Shutterstock

Il primo passo per trasformare IFTTT in un potente strumento di domotica è connettere Google Assistant al servizio, attivando l'applet: "Get an email when Google Assistant publishes a new trigger or action"

Tramite queste applet si viene quando un nuovo trigger diventa disponibile, in modo che possa essere associato a un comando. È inoltre possibile scegliere una delle applet IFTTT per Amazon Alexa, o una delle applet IFTTT per i servizi Apple.

In alternativa è possibile creare una Applet da zero. Il primo passo per creare un’applet IFTTT è scegliere il trigger, cioè l’If, la condizione che deve far partire il comando. 

Se ad esempio si dispone di una lavatrice connessa, è possibile scegliere il trigger Washing Completed: quest’ultimo attiva un comando a scelta nel momento in cui la lavatrice termina il lavaggio.

Un comando molto diffuso in questo caso è quello che permette di ricevere una notifica su smartphone: in modo da sapere in tempo reale quando i panni puliti sono pronti per essere stesi o stirati.

Un altro trigger particolarmente apprezzato lega la connessione dello smartphone a una rete Wi-Fi e all’invio di una email. In questo modo è possibile sapere se lo smartphone si è connesso a qualche rete aperta.

Oppure è anche possibile attivare un trigger ogni qualvolta la videocamera di sicurezza IP rileva un movimento. In questo caso l’action potrebbe corrispondere a un allarme in un luogo diverso da quello dove è stato rilevato il movimento. 

I limiti di IFTTT: perché usare IFTTT Pro

IFTTT Device

Yeamake/Shutterstock

In questo momento storico il principale limite di IFTTT è legato alla quantità di servizi disponibili. A ciò si aggiunge un “contro” di natura più universale.

L’IFTTT permette infatti di creare catene di trigger e azioni basate su un solo trigger e con una sola azione. Ciò vuol dire che non è possibile creare un comando complesso del tipo: “Se il termometro segna meno di 18 gradi, e io sono a casa, allora accendi il climatizzatore a 21 gradi”. 

A ciò si aggiunge un ultimo limite legato all’uso gratuito dell’IFTTT: dal 2020 infatti è possibile utilizzare massimo tre applet contemporaneamente. Per ovviare a questa problematica è però possibile sottoscrivere il piano IFTTT Pro che, a fronte di un pagamento mensile, permette di usare infinite applet e di creare ricette IFTTT all’insegna di applet multi-trigger e multi-action. Inoltre promette tempi di latenza inferiori rispetto alla versione gratuita e offre il supporto tecnico per tutti gli abbonati.
 

A cura di Cultur-e
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