Creata nel febbraio 2009 dall'enigmatico Satoshi Nakamoto, Bitcoin è una valuta digitale e virtuale, generata attraverso l'utilizzo di un protocollo peer-to-peer molto simile al protocollo Torrent. La notorietà internazionale arriva, però, solamente nel 2013, quando milioni di persone si danno al mining (così è chiamata l'attività che permette la produzione e la creazione di questa moneta), facendo schizzare alle stelle il controvalore dei Bitcoin (per diversi mesi scambiati ad oltre 1.000 dollari) e creando un vero e proprio mercato valutario “parallelo”.
Nel 2014, come emerge dal rapporto pubblicato dal portale CoinDesk specializzato nell'analisi del mercato delle valute digitali, il Bitcoin ha vissuto una sorta di doppia vita. Se da un lato le quotazioni sono letteralmente crollate e la valuta digitale ha perso circa il 70% del suo valore (si è passati dagli oltre 900 dollari per Bitcoin del gennaio 2014 ai 300 dollari di dicembre 2014), dall'altro lato il mercato si è rafforzato e stabilizzato grazie ai copiosi investimenti che hanno interessato le startup del settore e al crescente numero di società che accettano pagamenti in Bitcoin.
Panoramica generale
Il 2014 ha confermato la natura estremamente volatile dei Bitcoin. Il volume degli scambi (ovvero la quantità di valuta che è passata di mano da un investitore ad un altro), è cresciuto di oltre il 50% rispetto all'anno precedente: se nel 2013 sono stati scambiati 51 milioni di Bitcoin (equivalenti a scambi per 15 miliardi di dollari), nel 2014 sono passati di mano 80 milioni di Bitcoin (pari a 23 miliardi di dollari). L'estrema volatilità, naturalmente, ha creato grosse occasioni di profitto per la speculazione: molti trader hanno scommesso sul crollo della valutazione della moneta.
Nel IV trimestre 2014 gli scambi di valuta hanno toccato nuovi massimi storici: nel solo mese di novembre sono passati di mano circa 17 milioni di Bitcoin (circa il 20% del totale degli scambi annuali), con il massimo giornaliero fissato appena oltre l'asticella dei 100mila Bitcoin. Nonostante ciò, il Bitcoin è stata la peggior valuta del 2014, facendo registrare, nel periodo considerato, un calo nelle quotazioni del 67% circa.
Investimenti
Al record di volatilità (e speculazione) è corrisposto un record di investimenti venture capital che ha superato la soglia dei 400 milioni di dollari. Solamente nel IV trimestre 2014 sono stati registrati investimenti per 130 milioni di dollari in startup legate al mondo dei Bitcoin: esattamente il doppio rispetto a quanto era stato registrato nello stesso periodo del 2013.
Dal 2012 ad oggi si sono registrati investimenti per circa 440 milioni di dollari in società attive nel settore della valuta digitale; di questi, 335 milioni sono arrivati nel solo 2014 con un incremento del 342% rispetto al 2013. I Paesi interessati da investimenti di questo tipo sono stati 16, il doppio rispetto all'anno precedente.
Più transazioni, più portafogli
Il 2014 è stato anche l'anno nel quale un maggior numero di società di grossa caratura ha iniziato ad accettare pagamenti in Bitcoin. Microsoft, che ha annunciato la sua decisione a metà dicembre 2014, è stato l'esempio più eclatante di questo trend: il gigante di Redmond, con i suoi 90 miliardi di dollari di profitto annuo, è alla testa di una graduatoria che comprende tra le altre Dell, Expedia e Time Corporation. Anche se il numero degli esercenti che accettano Bitcoin come forma di pagamento non cresce come nel passato (-50% nel IV trimestre 2014 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), si prevede che prima della fine del 2015 saranno oltre 140mila i negozi di e-commerce ad annoverare la moneta digitale di Satoshi Nakamoto tra le modalità di pagamento accettate.
Alla crescente accettazione del Bitcoin come forma di pagamento è corrisposta un aumento esponenziale del numero di portafogli Bitcoin (una sorta di cassaforte virtuale dove depositare la valuta frutto del mining o delle transazioni): nel IV trimestre 2014 ne sono stati creati 1,3 milioni (+21% rispetto a tre mesi precedenti) e una previsione che parla di 21 milioni di portafogli esistenti prima della fine del 2015.