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Cos'è e come funziona l'hastag

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Introdotti a fine 2007 su Twitter, gli hashtag sono oggi un fenomeno della comunicazione social mondiale. Scopriamo cosa sono e come funzionano

Hashtag e chioccioline

La fondazione Treccani l'ha inserita nella sua lista dei neologismi, facendola entrare di diritto nel gotha della lingua italiana. Il dizionario Zingarelli, tra i più conosciuti e utilizzati in Italia e nel mondo, l'ha inserita nell'edizione 2014 assieme ad altre 1.500 new entry della lingua italiana, sancendone di fatto l'ingresso nella lingua d'uso comune.

Nel giro di un paio d'anni, in concomitanza con la maggiore diffusione e utilizzo di Twitter tra gli internauti italiani, la parola hashtag è diventata sempre più utilizzata sia nella lingua parlata, ma soprattutto in ambito web e social network. Resta il fatto, però, che per molti resta ancora un mistero cosa sia l'hashtag, cosa voglia significare e quali sono gli ambiti di utilizzo.

Cos'è l'hashtag

Secondo la definizione data dal vocabolario Treccani, l'hashtag è la “parola o frase (composta da più parole scritte unite), preceduta dal simbolo cancelletto (#), che serve per etichettare e rintracciare soggetti di interesse”.

 

Il cancelletto, simbolo dell'hastag

 

L'hashtag – parola inglese composta dai termini hash, cancelletto, e tag, etichetta – venne introdotto sulla piattaforma di microblogging Twitter nel settembre 2007. Il primo a proporlo fu il blogger e sviluppatore statunitense Chris Messina, ma passarono diversi mesi prima che la sua proposta venne accolta. L'evento scatenante, che convinse definitivamente Jack Dorsey e il suo team di sviluppo che l'idea avuta da Messina potesse essere vincente, furono gli incendi che divamparono nei sobborghi di San Diego nell'estate del 2007. Gli utenti Twitter iniziarono a pubblicare tweet seguiti dall'hashtag #SanDiegoFire. Questa pratica si diffuse così velocemente che il team di gestione della piattaforma di microblogging fu quasi costretta a introdurre ufficialmente questa funzionalità.

Passato attraverso vari stadi evolutivi, oggi l'hashtag serve per indicare un argomento o soggetti di interesse e trasforma ogni parola o gruppo di parole in collegamenti ipertestuali e parole chiave. Ciò permette di organizzare i contenuti e monitorare gli argomenti di discussione proprio sulla base di queste parole chiave. Così, se si vuole dire la propria sull'ultima partita giocata dalla propria squadra del cuore – ad esempio Real Madrid – Juventus – basterà iniziare il proprio tweet con l'hashtag #RealJuve e si entrerà a far parte della discussione sul web.. Gli altri utenti Twitter potranno leggere ciò che hai scritto e decidere se commentarlo o retwittarlo.

Come utilizzare l'hashtag

Anche se non esistono delle “leggi” codificate, ci sono delle buone pratiche che permetteranno agli hashtag utilizzati di essere efficaci e, magari, virali.

Nell'utilizzo di questi strumenti comunicativi bisogna essere molto specifici. Se si vuole utilizzare un hashtag per dire la propria su un argomento di pubblica rilevanza, bisogna che questo sia strettamente correlato all'argomento stesso. Se, ad esempio, si vuole parlare dello scandalo Datagate – che ora sta divampando in Europa, Italia compresa – si molto semplicemente utilizzare l'hashtag #datagate oppure #snowden e così via.

 

Il cancelletto, simbolo dell'hastag

 

Altra regola non scritta nell'utilizzo degli hashtag è di non complicarsi troppo la vita. Non è buona norma inserire in un solo tweet (che, ricordiamolo, può essere lungo solo 140 caratteri) più di tre parole chiave precedute dal cancelletto. Anzi, se ci si limita ad uno, massimo due, hashtag si otterrà il doppio risultato di essere chiari e allo stesso tempo specifici.

L'hashtag, infine, deve essere inserito in un contesto. Gli altri utenti, infatti, troveranno inutile un cinguettio il cui contenuto si limiti solamente all'hashtag #felicità (tanto per fare un esempio). Sarà molto più utile ai fini dello scambio comunicativo che sia seguito (o preceduto) da una frase che ne chiarisca adeguatamente l'utilizzo.

Caratteri da utilizzare

L'hashtag, come detto, è preceduto dal carattere #, un accorgimento tecnico che trasforma una semplice parola in un'etichetta per un intero concetto. Dopo il cancelletto possono essere utilizzati tutti i caratteri alfanumerici.

Restano fuori dalla lista lo spazio, i segni di punteggiatura, il simbolo percentuale (%), asterisco e la chiocciolina (@). Mentre quest'ultima serve per taggare altri utenti della piattaforma all'interno del proprio tweet, lo spazio di fatto interrompe l'hashtag. Se si vuole creare un hashtag composto da più parole, è buona norma scrivere ogni parola con la lettera maiuscola, così da renderlo più facilmente leggibile. Un esempio può essere #VivaLaMamma, tanto utilizzato nei giorni precedenti e seguenti la Festa della Mamma.

Su quali piattaforme utilizzarlo

Introdotto, come già detto, su Twitter nella seconda metà del 2007, l'hashtag è divenuto così utilizzato che anche le altre piattaforme social non hanno potuto fare a meno di introdurlo.

 

Facebook hashtag

 

L'ultima in ordine di tempo è Facebook, che ha provveduto ad integrarli tra le funzioni della propria piattaforma nel giugno di quest'anno. Anche se non è ancora molto utilizzato, gli hashtag aiutano a tenere traccia degli argomenti di discussione sul social network per eccellenza: cliccandoci sopra, si potranno visualizzare i posto di altre persone (non necessariamente amici) che hanno utilizzato la stessa parola chiave.

L'hashtag è, invece, una vecchia conoscenza degli utenti Instagram. Sulla piattaforma di condivisione fotografica, le parole chiave aiutano a delimitare l'ambito di interesse della foto (possono indicare, ad esempio, il luogo in cui è stata scattata o il soggetto fotografato), a conoscere nuove persone ed esplorare luoghi sconosciuti. Alcuni hashtag sono stati appositamente creati per i contest fotografici di Instagram.

Su Google+ gli hashtag guideranno l'utente alla ricerca dei post relativi all'argomento di suo interesse. Non verranno mostrati solamente i post relativi all'hahstag utilizzato, ma anche termini affini.

Hashtag Marketing

Con il passare del tempo, gli hashtag sono diventati potentissimi mezzi nelle mani dei marketeer di tutto il mondo. La maggior parte – se non tutti – i maggiori brand mondiali sono presenti su Twitter con il loro account ufficiale. E da questo “avamposto” sono soliti lanciare campagne pubblicitarie a suon di hashtag e parole chiave.

In casi come questi sarà molto importante utilizzare degli hashtag personali, in modo che l'azienda e la campagna pubblicitaria siano immediatamente riconoscibili sulla piattaforma. Le parole chiave utilizzate, inoltre, dovranno essere accattivanti e in grado di generare seguito tra gli utenti. Organizzare un concorso o un'estrazione con l'account Twitter ufficiale e “marcarla” con un proprio hashtag permetterà sicuramente di ottenere un gran ritorno in termini commerciali e comunicativi.

 

25 ottobre 2013

A cura di Cultur-e
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