Tutti i professionisti alla ricerca di un nuovo lavoro sanno che LinkedIn mette a loro disposizione una lunga serie di risorse per agevolarli nella loro “impresa”. Allo stesso modo, è ormai noto che questa rete sociale è divenuta piuttosto affollata ed è sempre più complicato “emergere” dalla massa di profili. Ci sono dei trucchi utilizzati da chi trova lavoro per mettere in risalto il proprio profilo e farlo giungere nelle primissime posizioni dei risultati di ricerca. Ecco i trucchi più seguiti.
Immagine unificata
Il primo dei trucchi da seguire per essere più “appariscente” su LinkedIn è quello di offrire agli addetti alle risorse umane un'immagine “unificata” del proprio profilo lavorativo. Ovvero, il profilo presente sul social network per professionisti e per chi cerca lavoro deve riportare le stesse informazioni contenute nel curriculum vitae e nella lettera di presentazione utilizzate solitamente quando ci si candida per qualche posizione lavorativa. Il modo in cui ci si presenta al possibile datore di lavoro è fondamentale: il profilo LinkedIn deve quindi essere completo e adatto al mercato del lavoro odierno.
Le giuste parole
Affinché un contenuto sia facilmente rintracciabile sul web, è necessario che segua determinate regole rientranti nel campo del SEO (Search Engine Otpimization, ottimizzazione per i motori di ricerca). Con questa sigla ci si riferisce a tutte quelle tecniche e quelle pratiche messe in atto per ottenere la migliore rilevazione, analisi e lettura del sito web da parte dei motori di ricerca attraverso i loro spider, grazie ad un migliore posizionamento.
È molto probabile che chi trova lavoro su LinkedIn segua questa stessa strategia. Fondamentale, ad esempio, inserire nel proprio profilo molte parole chiave legate al proprio ambito professionale. I recruiter più esperti compiono addirittura delle ricerche booleane per trovare quei candidati che abbiano il maggior numero di affinità con il profilo che si sta cercando. La descrizione delle proprie esperienze pregresse, ad esempio, deve essere il più possibile completa e dettagliata: un più preciso e puntuale “Amministratore di sistema Linux” potrebbe fare la differenza rispetto ad un più generico “Tecnico informatico”.
La prima domanda da porsi è la seguente: “Quali parole potrebbero essere utilizzate da qualcuno che cerca professionisti con il mio stesso profilo?”. A questo punto converrà stilare una lunga lista di parole chiave e selezionare quelle più adatte ed incisive. Nel caso si avessero dubbi sull'efficacia della propria lista, si può sempre dare un'occhiata a profili analoghi al proprio e “trarre ispirazione” da questi.
Sarà necessario, comunque, inserire quei termini che aiutino a determinare le proprie capacità professionali e i risultati raggiunti nel corso delle passate esperienze lavorative; parole che aiutino a mettere in luce i propri punti di forza e indirizzino la scelta degli addetti alle risorse umane nella giusta direzione.
Foto ad effetto
È vero, mai giudicare un libro dalla copertina. Ma quando si devono visionare centinaia di profili e il tempo a disposizione non è moltissimo, si cerca qualsiasi “appiglio” per ridurre il tempo dedicato alla disamina di ogni candidato. Anche la foto, quindi, può fare da discrimine tra un candidato interessante e uno poco o affatto interessante.
È sconsigliato, quindi, utilizzare scatti troppo casual o tratti da una scena familiare. Al futuro datore di lavoro poco importa della foto dell'ultimo picnic di famiglia o della foto mentre si gioca a calcetto con gli amici. La propria foto del profilo deve dare l'idea di un professionista serio e capace, attento al modo con cui ci si presenta sul posto di lavoro.
La giusta raccomandazione
Quando si arriva alla raccomandazione – intesa nel senso anglosassone e non in quello italiano – c'è un'unica buona pratica da seguire: poche, ma buone. Averne un gran numero ma poco significative, infatti, non aiuterà affatto nella ricerca del nuovo lavoro. Anzi, potrebbero essere un deterrente per quei recruiter con poco tempo e molti profili da controllare.
L'ideale, quindi, è averne poche – una per ogni esperienza di lavoro pregressa – ma che riporti informazioni significative e che potrebbero far emergere il proprio profilo e le proprie capacità professionali rispetto a quelle degli altri candidati.
Vanità
Affinché il proprio profilo spicchi sopra tutti gli altri e dia maggiori possibilità di trovare lavoro, c'è bisogno di mettere da parte la modestia e tirare fuori un bel po' di vanità. A partire dall'URL. Da qualche tempo, infatti, gli utenti del social per professionisti possono richiedere il cosiddetto vanity URL, ovvero un indirizzo web personalizzato direttamente riconducibile ad una persona in carne ed ossa. L'ingegner Mario Rossi, quindi, dovrà richiedere il proprio vanity URL affinché l'indirizzo pubblico del suo profilo possa essere www.linkedin.com/in/mariorossi. Per farlo, accedere al proprio profilo e cliccare sul pulsante Modifica sotto la foto; a questo punto sarà possibile modificare l'URL pubblico (riportato sempre sotto la foto) cliccando semplicemente sulla stringa Modifica comparsa a destra dell'indirizzo stesso.
Questa operazione permetterà ai recruiter di trovare il proprio profilo LinkedIn sui motori di ricerca molto più semplicemente. Basterà, infatti, scrivere nome e cognome per vederlo spuntare nelle primissime posizioni delle pagine di ricerca.
Condividi
Un profilo sostanzialmente “morto”, per quanto ben fatto, non interesserà nessun addetto alle risorse umane. Così come si postano foto e canzoni su Facebook o massime su Twitter, si deve essere in grado di creare dei contenuti interessanti anche su LinkedIn. Non solo: quando possibile si dovrà interagire anche con gli altri utenti, commentando i loro post e portando un contributo fattivo alla discussione.
In questo modo ci si renderà visibili non solo agli occhi dell'autore del post, ma anche dei suoi contatti, estendendo così la propria rete di conoscenze.
Cerca e raggiungi
Su LinkedIn, chi ha un maggior numero di connessioni trova lavoro con più facilità. Fondamentale, quindi, cercare e trovare le giuste persone con cui mettersi in contatto e condividere idee ed esperienze lavorative. Fondamentale, in questo senso, il primo approccio: ogni richiesta di contatto che si invia deve essere quanto più possibile personalizzata e non dovrà contenere, in prima istanza, una richiesta di lavoro. Bisognerà, invece, trovare argomenti di discussione comune, così da poter intavolare una discussione proficua, che metta in luce le proprie capacità professionali.
La giusta compagnia
Gli addetti alle risorse umane trattano con un occhio di riguardo quei candidati che annoverano tra i propri contatti professionisti di un certo rilievo nel proprio settore professionale. Si tratta di una precisa scelta strategica, da parte dei recruiter: avere le giuste conoscenze, seppur online, può essere determinante quando si è alla ricerca di una collaborazione professionale o di un consiglio di un esperto su un determinato argomento.
31 marzo 2014