La stampante 3D a filamento e la stampante 3D a resina sono prodotti con caratteristiche diverse che, non a caso, si rivolgono a target diversi.
Appartengono entrambe alla grande famiglia del making 3D e condividono il principio della produzione additiva, che prevede la realizzazione di un oggetto fisico attraverso la stampa di strati di materiale uno sull’altro.
Dopodiché stampante 3D a filamento e stampante 3D a resina si differenziano per modalità produttive, dispositivi utilizzati, materiali di ricarica, prezzo e anche competenze richieste all’utente.
Come funzionano le stampanti 3D a filamenti
Pixel Enforcer/Shutterstock
Le stampanti 3D a filamenti sono chiamate così perché utilizzano un filo termoplastico per la produzione degli oggetti.
Il filo viene srotolato da un modulo estrusore che lo spinge verso l’estremità calda della testina di stampa, dove viene fuso e spinto fuori attraverso un ugello di metallo che lo deposita sulla piattaforma.
Il funzionamento di questo genere di stampanti 3D non è concettualmente troppo diverso da quello di una pistola a colla che si muove sulla piattaforma di stampa seguendo i tre assi X, Y e Z. Il risultato è un filamento sottile che viene deposto, strato dopo strato, fino a quando l’oggetto è prodotto.
La stampante 3D generalmente viene caricata con l’acido polilattico, spesso descritto con l’acronimo PLA. Un altro materiale molto diffuso è l’ABS (acrilonitrile butadiene stirene): un polimero termoplastico più durevole del PLA, ma che richiede temperature più elevate per essere stampato.
In alternativa è possibile anche utilizzare il nylon, il PETG (polietilene tereftalato) o il TPU (poliuretano termoplastico), disponibili in diametri e colori differenti.
A ciò si aggiungono tanti altri materiali speciali, che possono venire integrati con altri tipi di fibre di legno, metallo, pietra o carbonio, per personalizzare il proprio progetto.
Questo tipo di prodotto è il più economico e proprio per questo molto più diffuso
Le stampanti a filamento sono quelle più economiche sul mercato sono considerate le perfette stampanti 3D per principianti: non a caso sono le più diffuse tra chi le utilizza per l’hobbistica e la modellistica e la creazione di oggetti d’arte.
In commercio si trovano in vendita con la classificazioneFDM (Fused Deposit Modeling) o FFF (Fused Filament Fabrication), dove la principale differenza è nel copyright: il funzionamento è lo stesso, ma la tecnologia FDM è brevettata da Stratasys, mentre quella FFF è open source.
Come funzionano le stampanti 3D a resina
MarinaGrigorivna/Shutterstock
A differenza della stampante a filamento, la stampante 3D a resina, dopo aver disposto strato su strato il materiale, ottiene il suo l’indurimento attraverso l’esposizione alla luce ultravioletta.
Questa tipologia di stampa utilizza resina liquida fotosensibile ed esiste in tre varianti: SLA o stereolitografia, DLP e LCD. La principale differenza tra le tre tecnologie riguarda il modo in cui il prodotto viene illuminato e fissato a fine produzione.
La SLA viene utilizzata soprattutto per l’hobbistica e solidifica la resina stampata illuminandola con una luce UV.
Nel caso della stampa DLP, viene utilizzato un proiettore che posiziona l’oggetto da stampare su una tela pixelata, per poi fissarlo strato su strato. Infine la tecnologia LCD utilizza uno schermo LCD come sorgente di luce UV per illuminare l’oggetto stampato.
La stampante 3D a resina è in grado di realizzare prodotti più precisi e viene, quindi, utilizzata principalmente in ambito professionale
La stampa 3D a resina permette di ottenere una precisione di produzione più elevata rispetto a quella della stampa 3D a filamento: ad esempio permette di ottenere forme più complesse, ma anche di creare anche modelli trasparenti.
Di solito le stampanti 3D a resina non vengono utilizzate in ambito domestico, quanto piuttosto in processi industriali o scientifici. Infatti, nonostante esistano diversi tipi di resine in commercio, la maggior parte di queste è tossica.
Come scegliere tra stampanti 3D a resina e stampanti 3D a filamenti
Dmytro Zinkevych/Shutterstock
Gli elementi da tenere in considerazione per scegliere la stampante 3Dda acquistare sono molteplici.
Le stampanti 3D a filamenti sono mediamente più economiche rispetto a quelle a resina: sia per quanto riguarda il prezzo dei dispositivi che per quanto riguarda quello dei materiali.
Tra gli altri fattori da analizzare è poi possibile considerare il software fornito con la stampante, che permette di convertire l’immagine del modello progettato dall’utente nelle istruzioni che poi controlleranno la stampante.
Ai principianti che si avvicinano al mondo della stampa 3D, generalmente viene consigliato di optare per una stampante a filamento, che, oltre a richiedere un investimento iniziale inferiore, è più semplice da gestire e non richiede l’acquisto e l’utilizzo di altri moduli.
Le stampanti 3D a resina richiedono infatti l’integrazione di almeno un dispositivo per l’emissione di luce ultravioletta.
Inoltre le resine possono emettere fumi tossici, richiedono uno spazio aerato apposito e producono rifiuti da smaltire con cura.
Allo stesso tempo, chi ha già sviluppato esperienza nel campo della stampa 3D e vuole mettersi alla prova con prototipi più precisi, farebbe bene a preferire la stampa 3D a resina.