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Quantum Dot, televisori LED con qualità OLED

I televisori OLED ancora non riescono a sfondare sul mercato e rischiano già di essere rimpiazzati. Ecco i Quantum Dot, LED tv con qualità OLED

I Sony Triluminos, primi modelli di televisori Quantum Dot in commercio

Tubo catodico, cristalli liquidi, LED e, infine, OLED a ultra alta definizione. Questo, in estrema sintesi, il percorso evolutivo dei televisori casalinghi, passati dall'occupare metri cubi di spazio (merito o colpa del tubo catodico) nei salotti degli italiani a spessori di pochi centimetri e anche meno. L'evoluzione, però, non si è affatto arrestata e presto sarà necessario aggiungere un altro "posto a tavola". Il tempo dei televisori Quantum Dot (abbreviato in QD TV) è in arrivo, mettendo a serio rischio la supremazia tecnologica degli OLED TV.

 

Blister contenenti quantum dots

 

Il tutto grazie all'utilizzo della tecnologia dei punti quantici (quantum dots in inglese).

Non è tempo per noi...

E forse non lo sarà mai. Così cantava qualche anno fa Ligabue in uno dei suoi più grandi successi di sempre. Il rocker di Correggio non poteva immaginarlo, ma questa strofa della sua canzone sembra tagliata su misura per i televisori OLED. Grazie alla tecnologia QD sarà infatti possibile realizzare televisori con qualità pari a quella degli OLED, ma con prezzi da LED TV. Come? Sostituendo ai "normali" filtri RGB utilizzati nei televisori LED uno strato sottilissimo – spesso pochi millimetri – di materiale plastico contenente punti quantici.

Illuminando questo strato con LED blu – anziché bianchi, come avviene nei pannelli LED di oggi – i nanocristalli emetteranno luce rossa o verde praticamente pura, con una qualità quasi comparabile a quella dei vecchi televisori RCT (a tubo catodico) o dei pannelli OLED. Questo perché i filtri RGB non sempre riescono a fare il loro lavoro in maniera adeguata, producendo così colori poco saturi e dalle tonalità "smorte".

La tecnologia QD garantisce uno spettro di emissione dei tre colori fondamentali (il blu, il rosso e il verde) notevolmente minore rispetto alla normale tecnologia LED e i colori possono essere quindi dosati con maggior precisione. Il risultato sarà un'immagine più nitida, dai colori più vivi e saturi. Esattamente, insomma, quello che accade nei televisori OLED.

Le misure contano

La purezza dei colori è assicurata dalle dimensioni dei punti quantici. Più piccoli essi sono, minore sarà lo spettro di luce emesso, più puro, quindi, il colore.

I pannelli Quantum Dot sono composti da nanocristalli grandi circa 0,1 nanometri (0,1 miliardesimo di metro), così piccoli da lasciar filtrare solamente una parte infinitesimale dello spettro di luce verde o rossa.

Non è tutto oro quello che luccica

Sono tantissimi gli aspetti positivi della tecnologia Quachimico ntum Dot (la qualità delle immagini, i prezzi di molto inferiori rispetto alle OLED TV) ma c'è una cosa su cui è necessario tenere gli occhi bene aperti: l'utilizzo del cadmio, un elemento chimico tossico e difficile da trovare in natura, ma che è usato per la produzione dei televisori QD. Tutte le aziende, dalla Sony fino alla Philips, utilizzano il cadmio nella catena di montaggio degli schermi QD: per questo motivo alcune società stanno cercando delle soluzioni per rendere i propri televisori cadmio-free. Una delle idee è sostituire il materiale tossico con l'indio, ma la qualità delle immagini è minori: il cadmio riesce a far rendere al meglio il blu, uno dei tre colori fondamentali della tecnologia Quantum Dot.

Tanti nomi per la stessa tecnologia utilizzata

 

televisori QD

 

Uno dei problemi principali della commercializzazione della tecnologia Quantum Dot sono i diversi nomi che le aziende di televisori utilizzano per denominare i propri prodotti. Samsung la definisce la tecnologia dei nano cristalli, mentre Sony ha lanciato la line a di televisori Triluminos "che incorpora i benefici della tecnologia Quantum Dot". Solamente HTC, TCL e Hisense marcano i propri televisori con la sigla QD.

Chi sono i produttori degli schermi QD

Al momento sono tre le aziende che producono gli schermi QD: ognuna mette in campo dei modelli di produzione diversi e utilizza dei materiali differenti. QD Vision è la fornitrice ufficiale dei pannelli per Philips e AOC e fino al 2013 anche per Sony, che però ha deciso di affidarsi a un'altra azienda per i suoi televisori QD di ultima generazione. Nanoco, invece, si focalizza sulla produzione di pannelli cadmio free: grazie all'accordo con Dow Chemical, l'azienda si sta specializzando nella produzione di schermi QD ad alta risoluzione. LG è tra le società più importanti che acquistano i pannelli QD da Nanoco. Infine c'è Nanosys che produce sia schermi al cadmio sia cadmio-free. Nanosys è l'azienda che ha permesso a Amazon di presentare il Kindle HDX 7 e ad Asus lo Zenbook NX 500. Samsung, invece, ha acquistato da Nanosys gli schermi cadmio free per produrre gli ultimi modelli di televisore QD con una risoluzione 4K.

Quanto costano i televisori QD

 

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telvisori quantum dot 4k

 

Al CES del 2015 sono stati presentati i primi televisori QD con una risoluzione 4K, commercializzati da LG durante l'anno. I costi delle tv sono di molto inferiori rispetto alle OLED TV, nonostante la qualità delle immagini sia quasi comparabile. Per uno schermo da 55' la spesa sia aggira intorno ai duemila euro, mentre per un televisore 4k della stessa grandezza la cifra aumenta fino ai tremila euro.

 

27 giugno 2013 (3 maggio 2016)

A cura di Cultur-e
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