In un mondo in cui le persone passano sempre più tempo davanti ad uno schermo, del PC, della televisione, del tablet o dello smartphone, non è strano che uno dei business più competitivi sia proprio quello della produzione di schermi. La tecnologia, negli ultimi anni, ha fatto passi da gigante permettendo di produrre schermo enorme, luminosissimi, dai colori sempre più vivi e che consumano sempre di meno.
Ma ogni tecnologia ha i suoi pro, i suoi contro, i suoi limiti e soprattutto i suoi costi. E questi ultimi possono renderla non "viable", non realizzabile per la produzione di massa. O almeno non subito. Oggi le due grandi tecnologie concorrenti in fatto di schermi sono la LCD e la OLED. In mezzo c'è un terzo litigante, che ancora non gode per via dei costi di produzione: la tecnologia MicroLED.
Al CES 2020 di Las Vegas, però, è stata presentata la prima realizzazione commerciale di una ulteriore tecnologia: quella Mini LED. Per capire perché gli schermi Mini LED potrebbero essere il futuro, però, dobbiamo prima riassumere brevemente pro e contro delle altre tre tecnologie.
LCD Vs OLED Vs MicroLED
Gli schermi LCD sono i più vecchi e i più economici. Si basano su una griglia di cristalli liquidi e su un pannello di retroilluminazione: "accendendo" o "spegnendo" ogni singolo cristallo liquido (tramite una minuscola carica elettrica) ogni pixel si fa attraversare dalla luce del pannello oppure diventa opaco e la blocca. L'immagine si forma sommando tutti i cristalli liquidi ma il pannello di retroilluminazione resta sempre acceso. Questo vuol dire consumi maggiori a diagonali maggiori e un nero mai veramente nero, perché c'è sempre un po' di alone proveniente dalla retroilluminazione.
Gli schermi OLED, invece, non hanno alcuna retroilluminazione: ogni LED organico (la "O" di OLED) emette esso stesso la luce quando viene acceso con una carica elettrica. Questo vuol dire colori più nitidi e un nero vero, perché costituito da pixel spenti e non otturati. Vuol dire anche consumi inferiori con immagini scure (da qui la corsa al Dark Mode sugli smartphone con schermo OLED) e una miglior qualità per le immagini in movimento veloce (perché il tempo di accensione/spegnimento di un cristallo liquido è superiore a quello di un LED). Ma questa tecnologia ha costi ancora molto più alti rispetto a quella LCD e, salvo rare eccezioni di altissima gamma, uno schermo OLED è meno luminoso di uno LCD per via della mancanza della retroilluminazione. Da non trascurare, infine, la vita media di uno schermo OLED: è inferiore a quella di un LCD perché le sostanze organiche presenti nei LED col tempo si degradano.
Gli schermi MicroLED sono una sorta di ibrido tra LCD e OLED: ogni pixel emette luce propria, quindi non c'è retroilluminazione, ma per costruirli non servono sostanze organiche. Questi schermi sono definiti "modulari", perché sono composti da tante "piastrelle" affiancate l'una all'altra, ognuna delle quali è una sorta di schermo in miniatura. Questo permette di creare schermi dalla luminosità uniforme, testando e scegliendo le "piastrelle" con luminosità simile.
Ma anche di creare schermi dalle forme insolite, visto che è possibile posizionare ogni modulo come meglio si crede. E questo, nel segmento di mercato degli schermi pubblicitari o per installazioni artistiche, può essere un gran vantaggio. I problemi dei MicroLED, al momento, sono le giunzioni tra un modulo e l'altro che si iniziano a vedere avvicinandosi molto allo schermo e i prezzi ancora elevatissimi.
Infine, non lasciamoci ingannare dai nomi commerciali: IPS è un tipo di LCD, ma anche la tecnologia QLED non è una evoluzione della OLED, ma è una evoluzione di quella LCD, basata sempre sulla retroilluminazione. Però va anche detto che (e qui si rischia di impazzire) moltissimi schermi LCD moderni in realtà sono schermi a LED perché il pannello di retroilluminazione è formato da migliaia di LED bianchi sempre accesi, la cui luce viene poi fatta passare dai cristalli liquidi.
Il vantaggio di usare i LED come retroilluminazione di uno schermo LCD consiste nel fatto che i LED sono "dimmerabili": possono, cioè, essere accesi ad una potenza (e quindi luminosità) inferiore al 100%. Gli schermi LCD-LED oggi in produzione, infatti, hanno decine se non centinaia di "dimming zones" che vengono accese a potenze diverse per cercare di limitare i limiti già descritti di questa tecnologia. Ma le dimming zones non possono fare miracoli.
Mini LED: cosa cambia
Fatte queste doverose premesse, con il termine Mini LED si intende una nuova tecnologia LCD con retroilluminazione a LED. Il nome Mini LED si spiega da solo: i LED che formano il pannello di retroilluminazione del display LCD sono molto più piccoli del normale. Ciò permette di creare molte più dimming zones e di limitare ulteriormente i difetti tipici della tecnologia LCD. Ma, attenzione: tante dimming zones non vuol dire che questi schermi sono modulari, come i MicroLED.
Il pannello, infatti, è unico e non ci sono giunzioni tra una zona e l'altra. Inoltre, come dicono gli stessi nomi, i LED "micro" sono molto più piccoli di quelli "mini" (che a loro volta sono più piccoli di quelli tradizionali). Facciamo un esempio pratico, con dei prodotti reali: lo smart Tv TCL 65Q825 da 65 pollici in tecnologia Mini LED e con risoluzione 4K, presentato al CES 2020, ha un pannello LCD retroilluminato da 25 mila LED, mentre per costruire uno schermo equivalente in tecnologia MicroLED servono fino a 25 milioni di LED.
Cosa offre il mercato
A questo punto il lettore sarà, giustamente, abbastanza confuso e si starà chiedendo cosa è possibile comprare oggi e cosa offrirà a breve il mercato. E a che prezzi. Il Tv Mini LED TCL 65Q825 da 65 pollici appena citato è già in vendita, ad un prezzo di 1.999 dollari (che salgono a 2.999 per la versione da 75 pollici). È tanto, ma non tantissimo rispetto, ad esempio, ad un buon Tv OLED. Un LG B9 OLED da 65 pollici, infatti, costa 2.000 euro. Un LG C9 OLED da 77 pollici costa 5.499 euro.
La tecnologia MicroLED, invece, oggi ha costi proibitivi e viene adottata solo su prodotti speciali, come il famoso Samsung The Wall da 146 pollici di diagonale e 400 mila dollari di costo. Ma come tutte le altre tecnologie display in passato, anche quella MicroLED sta per diventare accessibile al grande pubblico: una recente analisi di IHS Markit prevede un fortissimo aumento della produzione di questo tipo di schermi nei prossimi anni e, di conseguenza, un crollo dei prezzi. Se nel 2019 sono stati prodotti 1.000 schermi MicroLED, infatti, la produzione 2026 sarà di 15,5 milioni di pezzi.