Se guerra deve essere, allora che sia spietata e su tutti i fronti. Certamente, la guerra in corso tra i produttori di smartphone, tablet e cellulari – Apple e Samsung in testa – è una battaglia su più fronti e uno dei più accesi è senza dubbio quello dei display. Mentre Apple punta con forza sui normali pannelli LCD (seppur dotati di tecnologia in-cell, che permette di integrare il touchscreen direttamente sul pannello del display), i coreani di Samsung hanno deciso di puntare su pannelli prodotti con tecnologia AMOLED. E, dati gli sviluppi fatti registare da questa tecnologia nel corso degli anni (pannelli SuperAMOLED e HD SuperAMOLED), sembra che il futuro dei pannelli dei display sia totalmente… organico.
AMOLED, infatti, è un acronimo che sta per Active Matrix Organic Light Emitting Diode (Diodo organico a emessione di luce a matrice attiva) e deriva direttamente dalla tecnologia OLED. A differenza di quest’ultima, la tecnologia AMOLED ha una frequenza maggiore di aggiornamento dell’immagine (il che vuol dire una migliore definizione dell’immagine) e consumi molto più bassi. Per questo è molto utilizzata nei dispositivi portatili – come smartphone e tablet, per l’appunto – dove il consumo di energia è un fattore determinante nella scelta dei componenti da montare.
Ma i vantaggi non si fermano qui. Anche a livello prestazionale la tecnologia AMOLED permette di ottenere risultati migliori rispetto a quella degli LCD. I colori prodotti da questi pannelli risultano essere più vivi e saturi rispetto ai colori dei pannelli LCD; il nero, invece, risulta essere più profondo, tanto che si arriva a parlare di “nero perfetto”.
Lo schermo AMOLED è composto da una matrice di pixel organici OLED integrati in una pellicola di transistor che produce l’immagine tramite la stimolazione elettrica di questi stessi pixel. La particolarità degli schermi AMOLED sta nel fatto che l’attivazione elettronica è controllata da almeno due TFT per ogni pixel: un primo TFT si occupa di carica e scaricare il pixel in questione, mentre il secondo si occupa di fornire il giusto quantitativo di energia elettrica. In questo modo si producono immagini più nitide e definite rispetto ai normali pannelli OLED. Ma, nonostante sia stata commercializzata per la prima volta solamente nel 2008, la tecnologia AMOLED è già obsoleta. Nel frattempo, infatti, è stata soppiantata dalla tecnologia SuperAMOLED, che permette di produrre immagini ancora più luminose, riducendo ulteriormente i consumi di energia. Nel 2011, infine, ha fatto il suo esordio sul mercato la tecnologia HD SuperAMOLED, che garantisce una risoluzione da alta definizione.
Ma la frontiera della tecnologia AMOLED sembra che non sia ancora stata raggiunta. Essendo basata su composti organici “trattenuti” da un sottile film di plastica, è possibile, teoricamente, realizzare anche schermi flessibili e “arrotolabili” su se stessi. Samsung ha quindi deciso di spingere sull’acceleratore della ricerca e a partire dal secondo trimestre del 2013 pare voglia mettere in commercio smartphone con display flessibili. Chissà se il progetto del gigante sudcoreano farà… qualche piega?
12 dicembre 2012