L'Italia è stato uno dei primi Paesi al mondo a dotarsi di un codice che regola l'utilizzo di droni in spazi aperti. Anche se ai più può apparire un gioco, pilotare un drone è un compito da non prendere sotto gamba: basta una manovra sbagliata per mettere in pericolo l'incolumità di molte persone.
Se si vuole acquistare un drone e lo si vuole pilotare – sia in ambienti urbani, si in aperta campagna – sarà necessario conoscere e seguire le regole stabilite dall'ENAC (Ente nazionale aviazione civile) nel suo Regolamento per i mezzi a pilotaggio remoto.
Cosa prevede il regolamento ENAC in breve
Nella sua seconda versione, presentata nel luglio 2015 ed emendata nel dicembre dello stesso anno, il Regolamento ENAC per i mezzi aerei a pilotaggio remoto prevede disposizioni di sicurezza per l'utilizzo di un drone. Queste regole devono essere rispettate da chiunque si metta ai comandi di un quadricottero, grande o piccolo che sia (sono previste norme differenti per mezzi con peso inferiore ai 2 kilogrammi, con peso inferiore ai 25 kilogrammi e per mezzi con peso superiore ai 25 kilogrammi).
Le regole per i droni dell'Ente Nazional Avizione Civile prevedono:
- Il drone non può volare a più di 500 metri di distanza dal pilota con una quota massima di 150 metri di elevazione
- Distanza minima di volo dagli aeroporti estesa a 5 chilometri dove non vige già una zona ATZ (Aerodrome traffic zone, zona in cui il traffico aereo è riservato ai soli voli in partenza o atterraggio dall'aeroporto)
- Il divieto di sorvolare assembramenti di persone e obbligo di rispettare anche le norme di sicurezza che esulano dal regolamento stesso, come quelle sulla privacy o i regolamenti comunali
- Possibilità di utilizzare droni con peso inferiore ai 300 grammi e velocità massima di 60 Km/h dopo aver inviato la documentazione necessaria all'Enac (procedura semplificata rispetto agli altri casi)
- Per operare con droni dal peso inferiore ai 2 kg è sufficiente conseguire l'attestato di volo e superare una visita medica presso un centro riconosciuto
- Per le operazioni critiche (cioè quelle operazioni di volo che prevedono il sorvolo di aree popolate anche solo in caso di avaria e malfunzionamenti) il pilota dovrà invece seguire un iter più lungo
Regolamento ENAC, gli acronimi
Per comprendere a fondo le norme che regolano l'utilizzo dei droni, però, è necessario conoscere alcuni acronimi – solitamente di natura tecnica – utilizzati spesso e volentieri nel regolamento ENAC. Ecco i più importanti.
- Aeromodello. Con questo termine si indica un drone utilizzato per scopi ricreativi e sportivi e che vola costantemente sotto il controllo visivo della persona che lo controlla a distanza (detta anche aeromodellista)
- Aeromobile a pilotaggio remoto (APR). Mezzo aereo senza persone a bordo utilizzato per scopi commerciali o di ricerca scientifica
- Area di buffer. Area che circonda lo spazio aereo utilizzato per il volo del drone stabilita per garantire livelli di sicurezza adeguati alle operazioni da compiere
- VLOS, BVLOS ed EVLOS. Questi tre acronimi (l'uno derivazione dell'altro) stabiliscono le modalità di controllo visivo del drone da parte di chi ne controlla i movimento. Con VLOS (Visual line of sight) si indicano le operazioni condotte da un pilota in grado di mantenere contatto visivo diretto con il drone senza alcun tipo di supporto o aiuto. BVLOS (Beyond visual line of sight) indica le operazioni condotte a una distanza tale che il pilota non può mantenere il contatto visivo continuativo e diretto con il drone. EVLOS (Extended visual line of sight) è utilizzato per operazioni in cui il controllo visivo è operato con supporti esterni che "estendono" la vista del pilota
- Operazioni specializzate. Si parla di operazioni specializzate quando il pilota o aeromodellista ricevono un compenso per la loro "prestazione d'opera". In particolare, ci si riferisce a riprese cinematografiche, televisive e servizi fotografici, sorveglianza del territorio o di impianti, monitoraggio ambientale, impieghi agricoli, fotogrammetria, pubblicità, addestramento
- Sistema aeromobile a pilotaggio remoto (SAPR). Sistema costituito da un APR e dalle apparecchiature a terra necessarie al suo controllo da parte di un pilota remoto
Operazioni critiche e operazioni non critiche
Tutte le operazioni aeree condotte con un drone si dividono tra operazioni critiche e operazioni non critiche. Nel primo caso ci si riferisce a quelle tipologie di volo che possono prevedere il sorvolo di conglomerati urbani o infrastrutture sensibili. Nel secondo caso le operazioni di volo non prevedono il sorvolo di centri abitati o assembramenti di persone o infrastrutture sensibili anche in caso di malfunzionamenti o avarie.
Autorizzazione e dichiarazione
Per poter operare, un aeromodellista ha necessità di comunicare all'Enac quale attività intende svolgere. Nel caso di operazioni critiche è necessario ottenere una specifica autorizzazione da parte dell'ENAC, fermo restando che sono vietati sorvoli di assembramenti di persone, cortei, manifestazioni sportive o inerenti forme di spettacolo o comunque di aree dove si verifichino concentrazioni inusuali di persone. Le operazioni non critiche non hanno bisogno di alcuna autorizzazione, ma è sufficiente una dichiarazione del pilota remoto all'ENAC.
Attestati e licenze di volo
Per pilotare un APR è necessario avere un appropriato riconoscimento di competenza, che stabilisca limiti e obblighi dell'attività. Il rilascio dell'attestazione è subordinata a diversi fattori: il pilota, prima di tutto, deve essere maggiorenne e deve avere un'idoneità psicofisica adeguata alle funzioni da assicurare. Inoltre, deve dimostrare di possedere le conoscenze aeronautiche basiche e la capacità di condurre un APR. Il riconoscimento delle competenze è certificato tramite un attestato di pilota o licenza di pilota di APR a seconda dei casi.
L'attestato, rilasciato da un centro autorizzato ENAC, è necessario per pilotare un drone con massa inferiore ai 25 chilogrammi in condizioni VLOS. Ai fini dell'idoneità psicofisica, il pilota deve essere in possesso di una certificazione medica rilasciata da un Esaminatore Aeromedico (Aero Medical Examiner - AME), mentre la certificazione delle competenze aeronautiche è affidata al superamento di un esame teorico e un esame pratico da sostenersi presso centri autorizzati ENAC.
La licenza di pilota per droni, invece, è necessaria se si vuole pilotare un aeromezzo con massa superiore ai 25 chilogrammi o in condizioni BVLOS. In questo caso, il candidato deve possedere un certificato medico di terza classe rilasciato in conformità con le disposizioni di legge e in conformità al Regolamento ENAC "Organizzazione Sanitaria e certificazioni mediche d'idoneità per il conseguimento delle licenze e degli attestati aeronautici". La certificazione delle competenze aeronautiche, anche in questo caso, è affidata a centri riconosciuti dall'ENAC tramite esami teorici e pratici.
Operazioni di volo con drone di piccole dimensioni
Nel caso di drone con peso inferiore ai 2 chilogrammi, parte delle regole e delle leggi viste sinora non si applicano. Tutte le operazioni di volo condotte con droni di questo genere sono considerate non critiche e l'aeromodellista avrà bisogno di un "semplice" attestato di pilota di droni. Per pilotare aeromobili e aeromodelli di dimensioni ridotte, dunque, non c'è bisogno di autorizzazione dell'ENAC, anche se è vietato sorvolare assembramenti di persone, per cortei, manifestazioni sportive o inerenti forme di spettacolo o comunque di aree dove si verifichino concentrazioni inusuali di persone.
Un drone con peso inferiore ai 300 grammi, con parti rotanti protette da impatto accidentale e con velocità massima minore o uguale a 60 km/h non ha bisogno né di autorizzazioni né di pilota certificato: è sufficiente fare attenzione e rispettare i limiti dello spazio aereo imposti dalle leggi vigenti.
Regole di circolazione e utilizzo dello spazio aereo
Le operazioni VLOS possono essere compiute, di giorno, fino a una distanza massima di 500 metri dal pilota remoto e fino a 150 metri in elevazione. Per operazioni con distanze e altezze superiori è necessario ottenere una specifica autorizzazione ENAC. Queste distanze si riducono automaticamente nel caso in cui si decida di volare nelle vicinanze di un aeroporto: l'altezza massima raggiungibile in un raggio di 15 chilometri dall'aeroporto è di 30 metri.
Le operazioni dei droni sono poi vietate all'interno dell'ATZ di un aeroporto e nelle aree sottostanti le traiettorie di decollo ed atterraggio degli aerei; oppure ad una distanza inferiore a 5 km dall'aeroporto laddove non sia istituita una ATZ a protezione del traffico di aeroporto.
Il buon senso
Al di là delle regole e delle leggi previste dall'ENAC, quando si pilota un drone non bisogna mai mettere da parte il buon senso. Anche se si sta svolgendo un'attività lavorativa, bisogna sempre tenere in considerazione il fatto che un drone in caduta libera potrebbe mettere in pericolo l'incolumità delle persone che ci circondano (o l'incolumità dello stesso pilota). Se le condizioni meteo sono proibitive oppure non ci si sente troppo "in forma" è consigliabile rimandare di qualche ora o di un giorno le operazioni con il drone: la sicurezza viene sempre prima di tutto.