L'estate può essere letale per gli smartphone, molto più dell'inverno. Tra sabbia, acqua, grasso e piccoli detriti, i nostri dispositivi mobili potrebbero soffrire le proverbiali pene dell'inferno. Al di là delle alte temperature (al di sopra dei 35 gradi centigradi), che hanno una cattivissima influenza sulle prestazioni dello smarphone e sul funzionamento generale del dispositivo, alcuni “agenti esterni” possono provocare danni fisici anche molto seri: da “semplici” graffi e scorticature sul display o sulla cover a danni alla componentistica interna che mettono a repentaglio la vita del dispositivo stesso.
Nel caso in cui lo smartphone faccia delle (poco) salutari sabbiature o un tuffo in acqua, è necessario intervenire in fretta con le pulizie del caso. Vediamo insieme cosa fare in caso di emergenza.
Sabbia
Sfortunatamente, sabbia e smartphone non vanno molto d'accordo. Nel caso di un incontro ravvicinato tra i due – una delle maggiori preoccupazioni di molti bagnanti – sarà lo schermo a pagare il pegno maggiore. Il contatto tra i granelli e la superficie touch potrebbe portare alla formazione di striature di varia entità: da semplici segni a graffi veri e propri. Non solo: la sabbia potrebbe infilarsi nelle fessure e nelle rientranze del dispositivo, e magari trovare la “strada” per insinuarsi tra i componenti interni. In casi del genere, la prontezza di intervento è fondamentale: è necessario estrarre il dispositivo dalla sabbia il prima possibile facendo attenzione a non causare possibili danni peggiori.
Non appena tornati a casa, invece, si dovrà dare il là alle “pulizie generali”: armati di bomboletta di aria compressa e tanta pazienza, si dovrà fare in modo di rimuovere delicatamente tutti i granelli ancora presenti sullo smartphone, tanto dallo schermo che dalle fessure. Per evitare che la superficie touch resti danneggiata, invece, è consigliabile utilizzare una pellicola protettiva: in caso di graffi, sarà sufficiente rimuoverla e sostituirla con una nuova.
Lanugine
Onnipresente e veloce ad accumularsi, la lanugine può essere particolarmente fastidiosa. Nel caso dovesse formarsi all'interno del jack delle cuffie o dell'attacco micro USB del caricatore potrebbe anche impedire il corretto funzionamento del dispositivo (difficoltà nel caricarsi o impossibile ascoltare la musica). In questo caso, la possibile soluzione è duplice: ricorrere alla bomboletta di aria compressa, indirizzando il soffio all'interno del connettore; creare un “rimuovi-lanuggine” fatto in casa. In questo caso sarà sufficiente “srotolare” una graffetta da ufficio e coprirne una delle estremità con del nastro adesivo. Facendo molta attenzione a non danneggiare nessuno dei contatti interni, si può intervenire con precisione chirurgica e rimuovere la lanugine da tutti gli anfratti possibili.
Sporcizia varia
Se si è tipi da non prestare troppa attenzione a dove si poggia lo smartphone, può accadere che tenda a sporcarsi molto facilmente. E che briciole e altri “detriti” finiscano con l'accumularsi agli angoli del dispositivo o all'interno delle fessurine che caratterizzano il design di ogni cellulare. La rimozione di questa sporcizia non richiede grande impegno: sarà sufficiente un pezzo di scotch o nastro adesivo da passare sulle fessure: tirandolo su, verranno via anche le briciole. Per un lavoro a regola d'arte, una passata con un panno in microfibra e il dispositivo sembrerà nuovo – o quasi.
Polvere
A differenza di quanto accade con la sabbia, smartphone e polvere vanno d'amore e d'accordo. Nel senso che il primo attrae la seconda come una calamita con dei trucioli di materiale ferroso. Rimuovere la polvere dalla superficie del telefonino, comunque, non richiede grossa fatica: una bomboletta di aria compressa e il gioco è fatto.
Acqua
Mare o piscina fa poco differenza: avvicinarsi alla superficie dell'acqua con uno smartphone tra le mani fa immediatamente correre un brivido freddo lungo la schiena. Se il dispositivo dovesse cadere in acqua, i danni potrebbero anche essere irreparabili. Se dovesse sfortunatamente accadere, però, non bisogna perdersi d'animo. Se lo smartphone cade in acqua bisogna essere pronti a raccoglierlo molto velocemente e, con altrettanta velocità, asciugarlo con dei tovaglioli di carta e rimuovere scheda SIM, eventuali schede di memoria e, se possibile, la batteria.
A questo punto si dovrà prendere una ciotola abbondante di riso crudo e immergervi a “mollo” il dispositivo per almeno una nottata (preferibilmente 1 giorno o più). Il riso assorbirà acqua ed umidità presente all'interno dello smartphone, asciugando tutti i circuiti. Se le operazioni di “recupero” non hanno chiesto troppo tempo, il telefonino dovrebbe essere nuovamente funzionante.
Grasso e olio
“Il TouchID riuscirà a leggere oltre una coltre di olio?” si chiedeva non molto tempo fa un utente su un forum online, disperato per aver “inzuppato” il lettore biometrico del suo iPhone 5S con l'olio della pizza che stava mangiando. Se dovesse accadere anche a voi di sporcare il telefonino con olio o grasso, sarà necessario munirsi di un panno di microfibra e un cotton fioc: con il panno ripulire grossolanamente le superfici del dispositivo, mentre con il cotton fioc si dovrà fare un lavoro lavoro certosino, andando a rimuovere (assorbire) tutti i residui oleosi presenti nello smartphone.