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Ara, lo smartphone modulare secondo Motorola

Ideato da Motorola e portato avanti da Google, il dispositivo dovrebbe arrivare sul mercato a cavallo tra 2016 e 2017

Ara, lo smartphone modulare di Google

La possibilità di acquistare computer desktop assemblabili (ovvero realizzati con pezzi di produttori hardware differenti) ha rappresentato, per l'intero settore informatico, un motore di sviluppo tutt'altro che secondario. Poter costruire (assemblare, per l'appunto) un computer seguendo le proprie inclinazioni e le proprie necessità del momento ha dato modo a moltissimi utenti di avvicinarsi per la prima volta al mondo dell'informatica senza dover spendere una fortuna.

L'aspetto economico, infatti, è di primaria importanza quando si parla di computer assemblati: se la memoria RAM è insufficiente, basterà acquistare nuovi moduli e sostituirla; se la scheda video non è più in linea con i requisiti minimi della propria saga videoludica preferita, potrà essere cambiata nel giro di pochi secondi; se la CPU non ha più la brillantezza di un tempo, potrà essere rimpiazzata da un processore nuovo e più performante.

 

 

Con Project Ara, prima Motorola e poi Google hanno tentato di importare lo stesso sistema nel mondo della telefonia mobile. Ideando, progettando e realizzando uno smartphone modulare, i due giganti della comunicazione mobile (nelle vesti di produttore hardware il primo e di sviluppatore di sistema operativo il secondo) vogliono offrire agli utenti la possibilità di aggiornare i componenti hardware del proprio dispositivo senza essere costretti a cambiarlo ogni due o tre anni. Così, dopo anni di annunci e rinvii, sembra finalmente essere arrivato il momento buono per lo smartphone modulare.

 

Project Ara

 

Modello Android

Un tentativo analogo, Google l'ha già fatto nel campo dei sistemi operativi per smartphone e altri dispositivi mobili. A metà del primo decennio del XXI secolo, Big G ha lanciato l'idea di un sistema operativo mobile open source, che permettesse a sviluppatori terzi non solo di produrre applicazioni ma di migliorare lo stesso ecosistema operativo. Si tratta di Android, SO che ha contribuito in maniera fondamentale alla diffusione capillare di smartphone, tablet e dispositivi mobili di ogni genere.

Ara, per alcuni versi, ne ricalca le orme. "Vorremo fare per l'hardware ciò che Android ha fatto per il mondo dei sistemi operativi – si legge in un post pubblicato nel 2013 sul blog ufficiale Motorola e firmato Paul Eremenko, allora a capo dello sviluppo del project Ara. Vorremmo creare un ecosistema vibrante e innovativo, all'interno del quale far nascere e crescere una piattaforma hardware open source".

 

Smartphone Ara all'opera

 

Project Ara, passato e futuro dello smartphone modulare

Lo smartphone modulare immaginato in un primo momento da Google era composto da una base cui collegare tutti gli altri componenti. Questa base, chiamata endoscheletro, svolge in parte la stessa funzione svolta dalla scheda madre nei computer: fornisce le porte e gli ingressi necessari per collegare e mettere in comunicazioni le varie periferiche hardware necessarie al funzionamento del dispositivo. Sarebbe bastato aggiungere i vari moduli – un processore, un display, una batteria aggiuntiva, un nuovo acceleratore grafico, un nuovo banco di memoria RAM o qualsiasi altro componente hardware – per poter realizzare lo smartphone dei propri sogni.

 

 

Con il passare degli anni, però, il project Ara ha subito diversi aggiustamenti e cambi in corsa. Oggi le componenti più importanti dello smartphone – SoC in primis – sono integrate nell'endoscheletro, al quale gli utenti potranno collegare moduli "secondari". A parte questo, però, non ci saranno (o non dovrebbero esserci) limiti alla fantasia degli utenti: nel caso vogliano trasformare il loro smartphone modulare in una sorta di speaker portatile, potranno montare due o più altoparlanti e il gioco è fatto; se sono maniaci delle batterie di lunga durata, potranno montare un modulo aggiuntivo e arrivare a fine giornata senza grattacapi; se vorranno maggiore spazio di archiviazione potranno installare memoria aggiuntiva e il gioco è fatto.

 

I moduli di Ara

 

Spazio alla fantasia

Gli speaker, la memoria e la batteria sono solo alcune delle idee – probabilmente le più banali – cui far riferimento quando si parla dei moduli aggiuntivi per lo smartphone modulare. Come spiegano gli attuali responsabili del project Ara, l'endoscheletro rappresenterà una base sulla quale montare moduli ed espansioni progettate e realizzate da qualunque produttore hardware. Come accade per le app, insomma, ci saranno sviluppatori terzi che potranno mettere in vendita i loro moduli.

 

 

Le case automobilistiche, ad esempio, potranno realizzare un modulo che sostituisca la chiave per l'apertura delle portiere e l'accensione dell'auto; un monitor e-ink secondario sul quale mostrare aggiornamenti e notifiche senza incidere troppo sul consumo di batteria; dispositivi medici come un misuratore di glucosio e molto altro ancora. Insomma, l'unico limite per i moduli Ara sembra essere la fantasia.

Futuro modulare

La possibilità di poter sostituire, all'occorrenza, anche componenti più importanti come SoC e ricetrasmittente del segnale cellulare, però, non è stata messa definitivamente nel dimenticatoio. Dalle parti del Googleplex, infatti, fanno sapere che i margini evolutivi del project Ara sono ancora molto ampi e nei prossimi mesi (anni, più probabilmente) potrebbero esserci novità molto importanti.

 

Un rendering grafico di uno smartphone basato sul project Ara

 

Non appena la tecnologia diventerà più stabile, infatti, Google vuole dare la possibilità anche a produttori terzi di realizzare endoscheletri per il project Ara. E nulla vieta, spiegano i vertici del progetto, che Ara diventi qualcosa di completamente differente rispetto a uno smartphone: nei piani di Big G, l'endoscheletro potrà essere utilizzato anche per realizzare qualunque dispositivo mobile, dalla fotocamera digitale al lettore MP3, passando per device oggi non ancora in commercio.

A cura di Cultur-e
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