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USB on-the-go: cos'è e come funziona

Suite di protocolli di comunicazione, sono inseriti nello standard USB 2.0 e consentono di collegare chiavette USB o joypad allo smartphone. Ecco come

Smartphone connesso a chiavetta USB con cavo OTG

Magari vi sarà capitato di leggerlo mentre spulciavate le specifiche tecniche di quello smartphone Android top di gamma che volete acquistare da tanto tempo. E, sempre magari, avete iniziato a chiedervi che cos'è l'USB on-the-go e a cosa serva. E, soprattutto, perché si tratta di una caratteristica più facile da trovare nella scheda tecnica di dispositivi di fascia alta piuttosto che in quelli di fascia media o medio-bassa. Ma procediamo con ordine.

Che cos'è l'USB on-the-go

Spesso abbreviato in USB OTG o semplicemente OTG, l'USB on-the-go è una raccolta di protocolli di comunicazione appartenenti allo standard USB 2.0 (e successivi) che fa la sua prima comparsa nel 2001. Questi protocolli consentono a un qualunque dispositivo dotato di Universal Serial Bus di poter agire sia da host sia da device: in questo modo periferiche come tastiere e mouse, joypad e penne USB possono essere collegate a uno smartphone o tablet (o qualunque altro dispositivo compatibile USB OTG) che le alimentano e ne sfruttano le funzionalità. Lo standard OTG definisce due differenti ruoli per ogni dispositivo supportato: OTG a e OTG b. Il primo agisce da host ed è, nella coppia, quello che fornisce l'energia elettrica necessaria al funzionamento del secondo.

 

Logo USB on-the-go

 

Va detto, però, che questo standard di comunicazione non è un'esclusiva degli smartphone Android. Facendo parte delle specifiche dello standard USB 2.0, tutti i dispositivi compatibili potrebbero sfruttarne caratteristiche e peculiarità. È il produttore della periferica o del device che decide di accendere o spegnere l'OTG del proprio dispositivo, fornendo la dotazione software necessaria a gestire i flussi comunicativi e, dunque, a renderlo pienamente funzionante.

Come funziona l'USB OTG

Per garantire il pieno funzionamento dei dispositivi OTG, sono stati inseriti all'interno dello standard 2.0 (e successivi) tre nuovi protocolli di comunicazione, che determinano altrettante fasi nello scambio di dati e informazioni che avviene tra due dispositivi USB compatibili con l'OTG.

 

Configurazione smartphone e tastiera connessa con cavo USB OTG

 

  • Attach detection protocol (ADP). Permette a un dispositivo USB di controllare e verificare se nei circuiti scorra o meno corrente elettrica. La verifica avviene a intervalli regolari e dà modo al dispositivo di accertarsi se è connesso a un altro device OTG, a un cavo USB oppure se la porta è ancora vuota. Nel caso in cui venga rilevato un cambio di potenziale elettrico nei circuiti (segno che, dall'altra parte, c'è "qualcosa" in attesa di ricevere un segnale) il dispositivo USB inizierà ad alimentare l'altro, mentre la periferica genererà un SRP
  • Session request protocol (SRP). Il ruolo svolto da questo protocollo è, come si può intuire, consequenziale a quello dell'ADP. Una volta che l'utente ha connesso il device al suo host, con l'SRP si stabilirà una comunicazione tra i due dispositivi USB e darà modo a entrambi di gestire il flusso e i consumi di corrente. Un protocollo molto importante, dunque, soprattutto nel caso in cui l'OTG a sia un dispositivo alimentato a batteria (come smartphone o tablet) e dall'autonomia limitata
  • Host negotiation protocol (HNP). Anche se il ruolo di OTG a è svolto, solitamente, sempre e solo da un determinato tipo di dispositivo, può accadere che nel corso della medesima sessione di "collegamento" i due device si scambino i ruoli. Come abbiamo detto, infatti, lo USB on-the go permette a un dispositivo USB di svolgere sia la funzione di host sia quella di device e, grazie al protocollo HNP, questa operazione avviene in maniera automatica, consentendo a quello che era un OTG b di prendere il controllo della situazione e gestire lo scambio dati con l'altro dispositivo

 

Smartphone e chiavetta USB

 

Come scoprire se il proprio smartphone supporta l'USB on-the-go

Pur non essendo una funzionalità esclusiva, è inutile negare che gli smartphone sono i primi dispositivi che vengono in mente quando si parla di USB on the go. Per verificare che il proprio device mobile sia compatibile con i protocolli OTG si possono seguire diverse strade. Prima di tutto, basterà verificare se sulla scatola ci sia impresso il logo "USB on-the-go", come nell'immagine. In alternativa, si può cercare il proprio modello di smartphone sul portale GSM Arena e verificare che nella scheda tecnica sia presente la specifica "USB host". Dulcis in fundo, ci si può affidare a USB OTG Checker, un'app Android gratis scaricabile dal Play Store , che si occuperà di verificare la compatibilità del dispositivo con i protocolli on the go.

Applicazioni dell'USB on-the-go

Nel caso in cui il proprio smartphone Android supporti i protocolli OTG, è possibile iniziare a collegare periferiche USB ed espanderne così le funzionalità. Prima di tutto, però, avremmo bisogno di un cavo adattatore OTG che permetta ai due dispositivi di comunicare senza problemi.

 

Cavo adattatore OTG

 

Grazie al cavo, ad esempio, potremmo connettere una chiavetta USB al nostro smartphone e liberare la memoria del dispositivo mobile. O, ancora, collegare mouse e tastiera e trasformarlo in una sorta di piccolissimo PC portatile. Per non parlare, poi, della possibilità di collegare un joypad USB (come quelli utilizzati dalla Xbox) e avere un maggior controllo sui videogame per smartphone. Insomma, l'unico limite agli utilizzi dell'USB on the go sembra essere la fantasia.

A cura di Cultur-e
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