Linux è considerato il sistema operativo migliore per sviluppatori e programmatori informatici, ma anche un utente meno esperto può tranquillamente beneficiare delle sue funzionalità.
Scegliere un software open source e gratuito non significa, infatti, rinunciare alle funzioni o alle interfacce grafiche a cui si è abituati. Tutto dipende dalla distribuzione (o, in gergo, “distro”), che viene installata dall’utente.
Se Ubuntu è la distribuzione più semplice da cui anche gli utenti inesperti possono iniziare ad avvicinarsi a questo mondo, non tutti sanno che ne esistono differenti varianti, dette flavor, pronte a soddisfare qualsiasi esigenza del grande pubblico.
Conoscere le differenze tra le diverse distribuzioni di Ubuntu, quindi, è importante per poter scegliere quella più adatta ai propri bisogni. Scopriamo come fare.
Linux Ubuntu: la distribuzione più adatta ai principianti
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Ubuntu è sicuramente la distribuzione più adatta ai principianti che si avvicinano per la prima volta al sistema operativo open source.
La distro si installa rapidamente ed è supportata da quasi tutti gli hardware moderni, dato che per funzionare ha bisogno di soli 4 GB di RAM e circa 25 GB di spazio sul disco.
L’interfaccia grafica del desktop GNOME è intuitiva e semplice da usare e, soprattutto per un uso quotidiano con molti dei programmi più diffusi. Con le dovute accortezze l’utente non noterà molte differenze rispetto a Windows 10.
Ad esempio, la suite LibreOffice, già installata di default, ricorda molto Office e offre editor di testo, fogli di calcolo e presentazioni molto simili a quelli di Microsoft, garantendo anche la piena compatibilità con questi ultimi.
Per navigare in Internet, invece, si può usare Mozilla Firefox o Google Chrome, mentre il lavoro di Outlook viene svolto dal client di posta elettronica Thunderbird. Anche questi applicativi sono quasi identici sui due diversi sistemi operativi.
E questi sono solo alcuni degli esempi più classici di alcuni dei software di Ubuntu che richiamano in tutto e per tutto quelli di Windows.
Kubuntu: per una maggiore personalizzazione
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Kubuntu utilizza il desktop KDE invece di GNOME, offrendo la possibilità agli utenti di una maggiore personalizzazione grafica.
Il suo design, quindi, può essere modificato a proprio piacimento.
In più contiene al suo interno il file manager Dolphin è considerato tra uno dei più produttivi in informatica per l’organizzazione dei file.
Negli anni la community di sviluppatori ha aumentato la compatibilità con le app KDE e introdotto la possibilità di utilizzare software come LibreOffice, Firefox e Thunderbird.
Le altre app, però, sono piuttosto pesanti e per installare qualcosa che non sia KDE sono richiesti dei file aggiuntivi. Per questo motivo, uno degli svantaggi di Kubuntu rispetto ad Ubuntu è proprio la quantità di spazio richiesto sul disco rigido.
Xubuntu: la distribuzione semplice e stabile
Per chi cerca una distribuzione di Ubuntu che sia semplice da usare e stabile, la soluzione è Xubuntu.
Questo flavor utilizza il desktop Xfce, con requisiti minimi di sistema di appena 512 MB di RAM e 7,5 GB di disco rigido.
Xubuntu è decisamente affidabile, e nonostante la poca memoria richiesta supporta le stesse app di Ubuntu, offrendo un’interfaccia semplice e intuitiva, anche se non lascia molto spazio alle personalizzazioni.
Lubuntu: per gli hardware più datati
Quando si vuole far girare un sistema operativo su un hardware piuttosto datato, la soluzione è Lubuntu.
Il flavor di Ubuntu non fornisce dei requisiti minimi ufficiali, ma può funzionare bene anche con soli 512 MB di RAM, grazie al desktop LXQt che è leggero ma moderno.
Si può pensare quindi a Lubuntu come una versione di Kubuntu che richiede meno risorse.
E lo stesso discorso vale anche per le app incluse in questo flavor, come l’editor di testo Featherpad e il client di posta elettronica Trojita Mail.
Ubuntu Budgie: un look moderno sommato a un utilizzo classico
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Ubuntu Budgie è basato su GNOME da cui ha ripreso un aspetto piuttosto classico e senza troppe particolarità.
L’impostazione del desktop, infatti, è molto semplice con uno stile del menu, delle impostazioni e dell’accesso ai programmi che richiama le vecchie versioni di Linux o di Windows.
Ha requisiti minimi decisamente contenuti e può funzionare al massimo delle sue potenzialità con appena 2GB di RAM e un qualsiasi processore dual-core.
Anche in questo caso è piuttosto evidente la grande affinità con Ubuntu classico, con cui condivide il look e, naturalmente, le applicazioni compatibili, pur rinunciando alle diverse opzioni di personalizzazione.
Ubuntu Kylin, l’alternativa per il mercato orientale
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Kylin è un sistema operativo open source sviluppato su base Ubuntu ma con diverse particolarità create appositamente per il mercato cinese.
Questo software cerca di essere l’erede diretto del celebre (almeno in Cina) Kylin OS, da cui ha ripreso tutti gli input della tastiera cinese, il calendario e molto altro ancora.
In sintesi può essere definito come l’anello di congiunzione tra Ubuntu e le richieste fatte dal Ministero dell'Industria e della Tecnologia dell'Informazione cinese per creare un sistema che fosse open source e adatto alle esigenze dei consumatori orientali.
MATE, l’ultimo arrivato in casa Ubuntu
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MATE è la derivata ufficiale di Ubuntu più recente.
Utilizza l’ambiente grafico MATE ed è conosciuta per avere requisiti di installazione davvero minimi a beneficio di grandi performance. L’idea alla base di questa distro è proprio quella di poterla installare anche su hardware piuttosto datato, ma senza dover scendere a compromessi in materia di fluidità e compatibilità con le diverse applicazioni.
Tra le caratteristiche più apprezzate dalla community di MATE troviamo sicuramente la grande stabilità del sistema, la facilità nell’utilizzo e la grande varietà di configurazioni disponibili.
Presenta un look classico e senza fronzoli, pensato specificatamente per chi è in cerca di un sistema operativo che sia efficiente e pronto ad affrontare qualsiasi sfida.
Ubuntu Studio: spazio alla creatività
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Ubuntu Studio è un’altra ottima versione del celebre sistema operativo open source, pensata specificatamente per i creativi e per chi lavora in campo multimediale a 360°.
Il sistema è già configurato e ottimizzato per le applicazioni multimediali, diventando un vero e proprio must have per chi lavora nel settore audio, grafico, video, fotografico o editoriale.
Al suo interno, già installate di default, è possibile trovare moltissime delle applicazioni più comuni per lavorare negli ambiti di cui sopra, a cui è possibile aggiungere tutti gli altri software dalla sconfinata libreria di Ubuntu.
Per questo motivo ha requisiti di sistema più elevati rispetto alle altre distribuzioni di Ubuntu, ma a parte questo è un sistema operativo davvero affidabile e completo, perfetto per chi vuole esprimere al meglio la propria creatività.
Unity: ritorno alle origini di Ubuntu
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Ubuntu Unity è una distribuzione di Ubuntu che utilizza la celebre interfaccia Unity che va a sostituire GNOME.
Colorata, divertente ed esplosiva è un modo “diverso” di immaginare il look del sistema operativo, ripiegando su tinte forti e una grande attenzione verso l’aspetto del desktop.
Oltre al design, comunque, è praticamente identica a Ubuntu classico, con cui condivide le applicazioni e i requisiti di sistema.
Per saperne di più: Linux, caratteristiche e distribuzioni