C'è chi li considera come il petrolio del XXI secolo. Un bene di primaria importanza per il quale potrebbero anche scoppiare dei conflitti tra varie nazioni. Non sappiamo se, effettivamente, le cose andranno così. Sappiamo, però, che la loro importanza sta crescendo in maniera esponenziale, tanto in ambito pubblicitario e statistico, quanto in quello politico e sociale. Non deve stupire, dunque, se colossi del calibro di Google, Microsoft, Facebook e Twitter hanno creato un'alleanza per la gestione e l'interoperabilità dei dati degli utenti iscritti alle loro piattaforme. Dalla seconda metà del 2019, anche Apple si è aggiunta all'alleanza, portando in dote i dati e le informazioni di miliardi di utenti che utilizzano iPhone e altri dispositivi della mela morsicata.
Nasce così Data Transfer Project (traducibile con "Progetto sulla trasferibilità dei dati"), un'iniziativa congiunta e open source che vede quattro delle maggiori aziende della Silicon Valley impegnate per creare degli strumenti che consentano di trattare e gestire, in maniera aperta e interconnessa, i dati che gli utenti hanno archiviato all'interno dei server dei "Big 4" della Silicon Valley.
A che cosa serve il Data Transfer Project
L'obiettivo principale, così come esplicitato in un articolo pubblicato dalle quattro aziende statunitensi, è quello di creare un ecosistema di portabilità dei dati, che faciliti gli utenti iscritti alle varie piattaforme web a gestire le informazioni salvate sui vari server e trasportarle da una parte all'altra. O, eventualmente, cancellarle senza possibilità che vengano recuperate.
Come funziona il Data Transfer Protocol
Alla base del DTP troviamo dei cosiddetti adattatori, ossia delle API in grado di funzionare su più piattaforme e che permettano agli utenti di avere pieno accesso e disponibilità dei loro dati. Grazie agli adattatori, ad esempio, un iscritto di Instagram potrebbe fare il trasferimento di tutti i suoi dati su FlickR e chiudere il profilo social senza timore di perdere le foto e i video pubblicati sino a quel momento. Discorso analogo, ad esempio, se si volessero spostare i messaggi di posta elettronica da Gmail a Outlook (o viceversa) o trasferire i propri documenti da OneDrive a Google Drive. Il tutto senza che ci sia bisogno di scaricare prima tutti i dati da una piattaforma per poi caricarli su un'altra.
Risposta al GDPR
Secondo alcuni analisti, la mossa dei quattro giganti della Silicon Valley può essere anche letta in chiave General Data Protection Regulation (GDPR). L'annuncio dell'iniziativa, infatti, arriva dopo che il nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati personali è entrato in vigore e, anche se non è ancora completo né formalmente disponibile, il DTP garantirà una maggiore libertà nella gestione e nel trattamento dei propri dati personali. L'obiettivo, dichiarano gli ingegneri e tecnici che si stanno occupando degli ultimi ritocchi dei tool del Data Transfer Project, è dare impulso alla creazione di un Internet più libero e aperto.
7 agosto 2019