La gestione dei rifiuti elettronici e il loro corretto smaltimento è uno degli argomenti più scottanti del settore hi-tech. Ogni anno in tutto il mondo si producono milioni di tonnellate di rifiuti speciali (per alcuni si tratta di una tendenza accresciuta dall'obsolescenza programmata) e non sempre i vecchi dispositivi digitali sono avviati correttamente verso il riciclo o il recupero dei materiali di costruzione. Per evitare che i rifiuti elettronici (detti anche Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche o RAEE) siano dispersi nell'ambiente o siano smaltiti nelle normali discariche insieme agli altri rifiuti, l'Unione Europea ha emanato un'apposita Direttiva che ne regolamenta la raccolta e la filiera del riciclo. Anche l'Italia ha recepito la direttiva europea, convertendola nel 2005 con un Decreto Legge poi aggiornato nel 2014. Vediamo quali sono e come funzionano le norme, italiane ed europee, per lo smaltimento dei RAEE.
Smaltimento RAEE, il principio normativo
Alla base delle regole europee ed italiane per la gestione dei rifiuti speciali quali quelli elettrici ed elettronici troviamo il principio del sistema multi-consortile. All'interno di questo schema, la gestione della raccolta e dello smaltimento dei RAEE è demandata agli stessi produttori e non agli enti pubblici preposti alla raccolta rifiuti (le amministrazioni comunali nel nostro Paese). I produttori, quindi, devono occuparsi della raccolta dei dispositivi elettronici a fine vita e occuparsi del loro corretto riciclo: una scelta che vuole responsabilizzare i grandi nomi dell'industria hi-tech e spingerli a realizzare device con un minor impatto ambientale e dai costi di gestione e riciclo inferiori.
A tal proposito, la normativa europea prevede la responsabilità estesa del produttore, che implica l'obbligo per il produttore di provvedere alla raccolta e smaltimento RAEE anche dal punto di vista economico.
Normativa RAEE europea
La raccolta e il riciclo dei rifiuti elettrici ed elettronici sono disciplinate a livello europeo dalla Direttiva 2012/19/EU, che sostituisce le precedenti 2002/96/EU e 2003/108/EU. La direttiva, oltre a fornire indicazioni ai Paesi membri per la gestione del ciclo dei rifiuti elettronici, impone anche delle finalità primarie da perseguire tramite politiche ambientali adeguate. In particolare, le nazioni europee devono agire affinché sia possibile prevenire la produzione massiccia di RAEE, favorendo il recupero e riciclo dei rifiuti elettronici e ridurre l'uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Il Decreto RAEE in Italia
Il legislatore è intervenuto in diverse occasioni per disciplinare la raccolta e il riciclo dei rifiuti speciali prodotti dai dispositivi elettrici ed elettronici. Il D.Lgs. 151 del 25 novembre 2005 recepisce la prima direttiva europea al riguardo e stabilisce il Sistema di gestione dei RAEE in Italia. Le successive modifiche servono a implementare la normativa con l'istituzione di diverse agenzie preposte al controllo e alla raccolta dei rifiuti. A oggi, la normativa di riferimento per lo smaltimento RAEE in Italia è rappresentata dal Decreto Legislativo n. 49 del 14 marzo 2014.
Come funziona la raccolta e smaltimento RAEE in Italia
I numerosi riferimenti normativi, sia italiani sia comunitari, permettono di regolamentare alla perfezione la raccolta dei RAEE e il loro successivo riciclo o smaltimento controllato. In particolare, un cittadino che vuole disfarsi di un dispositivo elettronico ormai a fine vita può seguire due strade alternative.
Può decidere di recarsi presso il centro di raccolta comunale (o isola ecologica o eco-piazzole) e consegnare agli incaricati il proprio RAEE. Sarà l'Ente pubblico a occuparsi di affidare i RAEE così raccolti a uno dei tanti Consorzi di raccolta creati negli anni con lo scopo di gestire lo smaltimento dei rifiuti speciali. In alternativa, il cittadino può recarsi presso uno dei centri di distribuzione (negozi rivenditori) e lasciare il proprio RAEE dopo aver acquistato un dispositivo elettronico analogo (se si vuole smaltire un vecchio televisore, sarà necessario acquistarne uno nuovo). L'ultimo Decreto Legge sulla raccolta RAEE, inoltre, impone ai distributori con superficie di vendita superiore ai 400 metri quadrati di accettare rifiuti elettronici di piccole dimensioni anche se l'utente non ha acquistato un dispositivo analogo.
I distributori che raccolgono RAEE devono, così come prescritto dalla normativa corrente, tenere un registro di carico e scarico dal quale sia possibile risalire al nominativo del consumatore e alla tipologia di dispositivo elettronico avviato al riciclo e smaltimento.