L’ubiquità dei dispositivi elettronici ci ha immerso in un mare di onde elettromagnetiche. PC, smartphone, router, uniti all'arsenale di elettrodomestici (televisori, forni a microonde e frigoriferi) che caratterizzano gli ambienti in cui viviamo, ci circondano con una sinfonia invisibile di radiazioni.
Mentre le preoccupazioni per la salute si fanno strada nella conversazione, la sfida è trovare metodi pratici per tenere sotto controllo l'inquinamento elettromagnetico. In questo articolo, esploreremo come lo smartphone può diventare uno strumento di rilevamento e gestione dell'elettrosmog, mentre riveleremo alcune soluzioni che potrebbero portarci a vivere in un ambiente meno inquinato.
Elettrosmog: come può aiutare lo smartphone
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Il dibattito sull'impatto dell'inquinamento elettromagnetico sulla salute umana è acceso da decenni. Nonostante le indagini continuative, il legame tra onde elettromagnetiche e patologie come i tumori rimane incerto.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, non vi sono ancora prove concrete di conseguenze nocive derivanti dall'uso dei telefoni cellulari, ma l'ombra di domande senza risposta rimane. Sicuramente però ridurre l'esposizione alle radiazioni è una scelta ragionevole per prevenire potenziali rischi ancora sconosciuti.
E c’è una buona notizia. Per rilevare l’elettrosmog non serve investire in apparecchiature elettroniche costose. Infatti, gli smartphone di ultima generazione vantano sensori sofisticati che possono individuare onde elettromagnetiche emesse da diverse sorgenti come Wi-Fi, Bluetooth e reti cellulari.
Conoscere il territorio delle onde elettromagnetiche è il primo passo per prendere il controllo. E grazie a sensori e applicazioni dedicate lo smartphone si trasforma in uno scudo contro le conseguenze dell’elettrosmog
Adottando semplici precauzioni potremmo ridurre l’esposizione ai campi elettromagnetici, per lo meno una volta che ci infiliamo sotto le coperte. In particolare, l'app ElectroSmartper Android, frutto di una collaborazione con l'Institut national de recherche en informatique, il principale istituto nazionale francese per la ricerca informatica, è in grado di misurare con precisione l'inquinamento elettromagnetico derivante dai dispositivi elettronici, rivelando anche fonti di inquinamento di cui si potrebbe non essere al corrente.
Come misurare l'inquinamento elettromagnetico
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Una volta installata ElectroSmart dal Play Store, il mondo dell'elettrosmog si schiuderà dinanzi all’utente. L'app fornisce, infatti,dati in tempo reale sull'esposizione elettromagnetica, offrendo una panoramica di quanto ci circonda. Ci vogliono all’incirca dieci secondi per aggiornare i dati di esposizione nel caso in cui ci si sia spostati per individuare una zona con un minor inquinamento elettromagnetico. Per di più l’applicazione è disponibile in lingua italiana.
Ma oltre a presentare i punteggi e le statistiche giornaliere che identificano l’elettrosmog, l'app guida anche nel processo di mitigazione. Nella schermata principale, viene mostrato il punteggio di esposizione all’inquinamento elettromagnetico e le singole fonti di esposizione. C’è poi una sezione dedicata intitolata “Consiglio” che permette di ottenere informazioni su come diminuire l'esposizione. Inoltre, l’app suggerisce una serie di soluzioni testate.
Con una vasta gamma di suggerimenti su come ridurre l'inquinamento elettromagnetico, ElectroSmart trasforma l’utente da spettatore a protagonista di fronte alle potenziali minacce dell'elettrosmog
Ma la missione di sconfiggere l'inquinamento elettromagnetico o meglio, tenere lontane potenziali conseguenze negative, non finisce qui. Molti dispositivi che utilizziamo quotidianamente, anche in modalità standby, possono contribuire all'elettrosmog. Dispositivi apparentemente innocui come l’assistente digitale o la TV collegata al Wi-Fi stanno segretamente sprigionando onde elettromagnetiche. Spegnerli completamente ogni notte è una scelta saggia. Tuttavia, il router merita di rimanere acceso, soprattutto se si hanno dispositivi smart home collegati.
Sfruttare i sensori dello smartphone
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Gli smartphone di ultima generazione sono veri e propri laboratori di sensori integrati, in grado di tracciare una vasta gamma di parametri. Oltre alla misurazione dell'elettrosmog, c’è il sensore barometrico atto a monitorare la pressione atmosferica. Oppure il giroscopio che rileva la velocità angolare per il calcolo delle rotazioni intorno agli assi, utile per il controllo inerziale di veicoli, videogiochi e applicazioni mediche.
L’elenco di sensori avanzati di cui sono dotati gli smartphone di oggi include anche l'accelerometro, il contapassi, la bussola, il sensore di prossimità, di temperatura e di luce che regola automaticamente la luminosità del display. Eppure, non tutti i dispositivi vantano questa galleria di virtuosi. In quei casi, entra in scena l'app Sensor Charts, un magico registro capace di catturare automaticamente i dati rilevati da ogni sensore del telefono in background e renderli visibili all’utente attraverso grafici articolati.
L'elenco dei sensori avanzati presenti negli smartphone di oggi spazia dall'accelerometro al sensore di luce, conferendo a questi dispositivi un ruolo di veri laboratori di rilevamento multifunzionali
Con questa app, è possibile esplorare i vari "quartieri" di esposizione alle onde elettromagnetiche in giorni diversi e comprendere le variazioni climatiche attraverso la pressione barometrica. Inoltre, se la temperatura della batteria si dovesse riscaldare superando la soglia dei 40 gradi Celsius o se il campo elettromagnetico dovesse toccare i 150 uTesla, l’app avviserà prontamente l’utente.
Sensor Charts si presenta gratuitamente con qualche annuncio pubblicitario, oppure nella versione Premium a sei euro con una serie di vantaggi aggiuntivi. Si può indossare il cappello che si preferisce, ma con entrambi l’utente si immergerà in un mondo di conoscenza e controllo sensoriale.