LOGIN
Il Rocky Mountain Institute (RMI), un ente che si occupa di sostenibilità ambientale, ha pubblicato il rapporto “X-Change: Electricity - On Track for Net Zero”, nel quale si afferma che l'era dei combustibili fossili è finita.
Tale rapporto, nato dalla collaborazione con il Bezos Earth Fund, evidenzia che solo il 12% della produzione globale di elettricità proviene da fonti sostenibili, numeri tuttavia destinati a crescere entro il 2030 con la produzione di energia solare e eolica che diventeranno sempre più cruciali, a discapito dei combustibili fossili che verranno gradualmente sostituiti da queste alternative green.
Scopriamo di più al riguardo.
Energie rinnovabili, la crescita delle soluzioni green
Le previsioni fatte dal Rocky Mountain Institute evidenziano che i governi di tutto il mondo stanno facendo del loro meglio per arrivare a zero emissioni entro il 2050, con buona parte dei paesi d’accordo su questo ambizioso obiettivo.
Naturalmente gli incentivi statali sono stati il propulsore di questa decisione e, almeno all’inizio, hanno dato una grande “scossa” al settore. Adesso, però, il discorso deve spostarsi altrove, puntando su un sistema di leggi mirate e sull'implementazione di soluzioni sempre più efficienti e sempre meno impattanti sul pianeta.
Fortunatamente i miglioramenti tecnologici (soprattutto legati all’accumulo di energia elettrica, come le batterie per il fotovoltaico ad esempio) hanno fornito molte soluzioni diverse al problema, adesso starà ai governi scegliere quello più adatto alle loro esigenze e, metterlo in atto per svincolarsi dai combustibili fossili.
Energie rinnovabili, calano i costi e riparte l’economia
In materia di rinnovabili, il cambiamento più importante riguarda l’abbattimento dei costi di produzione.
In pochi anni, infatti, i costi dell’energia solare e di quella eolica sono diminuiti rispettivamente dell'80% e del 57%, arrivando a circa la metà del prezzo di carbone e gas (dati provenienti dagli USA).
Per arrivare a risultati del genere c’è bisogno, ovviamente, di uno sforzo collettivo, ma non si parla sicuramente di un traguardo impossibile da raggiungere, anzi.
A oggi, le rinnovabili sono già le fonti di elettricità più economiche con la possibilità che i prezzi continuino a scendere nel tempo (la previsione è che nel 2030 l’energia elettrica costi 25-28 dollari/MWh) in modo da incentivare sempre più paesi ad abbandonare la produzione di carburanti fossili.
Il mondo verso la transizione ecologica
Sempre nel rapporto “X-Change: Electricity - On Track for Net Zero”, è interessante notare che tra i soggetti maggiormente interessati all’energia pulita ci sia la Cina che, non disponendo di forniture interne di petrolio e di gas, sta diventando rapidamente il motore di un’innovazione green che, altrove, corre molto più lentamente.
La prova evidente, insomma, che l’importazione di carburanti fossili non è la soluzione al problema. Un discorso già ampiamente trattato sin dall’inizio della guerra in Ucraina, che ha portato l’Europa a rivalutare la sua dipendenza dal gas proveniente dalla Russia.
Sono molti i paesi che stanno seguendo con interesse la transizione ecologica, nazioni come: Danimarca, Paesi Bassi, Uruguay, Palestina e Namibia hanno tutti raggiunto tassi di crescita delle energie rinnovabili impressionanti e questo nonostante le loro economie non siano colossali come quella cinese.
Altra prova concreta che qualsiasi realtà, con il giusto impegno, può fare la differenza nella corsa alle emissioni zero entro il 2050.
Insomma, per eliminare completamente i combustibili fossili e arrivare a una produzione di energia pulita e che sia davvero a buon mercato, c’è bisogno che ognuno faccia la propria parte in modo da raggiungere una sicurezza energetica concreta che possa rendere ogni paese indipendente e che, naturalmente, faccia abbassare ulteriormente i prezzi delle energie rinnovabili.
