Non ci sono solamente gadget per il fitness; oppure elettrodomestici parlanti e "senzienti" che vorrebbero rivoluzionare a loro modo il mondo della domotica; o, ancora, sistemi di sorveglianza in grado di avvisare se qualcuno è entrato in casa mentre siamo in vacanza; né veicoli più o meno grandi (come droni o automobili a guida autonoma, tanto per fare due esempi) capaci di muoversi in autonomie in strade e cieli intasati di traffico. L'Internet of Things è tutto questo, ma anche molto di più.
La grande rete degli oggetti, capace di connettere un frigo con il negozio di alimentari e ordinare i cibi che mancano oppure di far viaggiare automobili senza che ci sia bisogno di un pilota, può essere di grande aiuto per lo sviluppo di settori apparentemente "immuni" dalla sua influenza. Secondo alcuni analisti del settore, l'Internet delle cose sarà foriero di una nuova "rivoluzione industriale", capace di cambiare rapporti di lavoro e modalità di produzione.
L'IoT, infatti, può essere utilizzato per promuovere stili di vita più sostenibili e aiutare ricercatori, pianificatori urbani e scienziati in genere non solo a prevenire, ma anche a risolvere, problemi ambientali come l'inquinamento delle falde acquifere e la riduzione del cambiamento climatico. Il tutto agendo sulla riduzione di rifiuti non riciclabili come i rifiuti elettronici, oppure monitorando l'andamento della deforestazione ed elaborando sistemi matematici in grado di ridurla e contrastarla. Insomma, l'Internet delle cose può essere il più grande alleato dell'ambiente.
Riduzione dei rifiuti elettronici
A causa (forse) anche dell'obsolescenza programmata, il quantitativo di materiale informatico ed elettronico in genere che annualmente viene "depositato" all'interno delle discariche di tutto il mondo cresce in maniera esponenziale. Molti esperti di sostenibilità ambientale hanno suggerito che i protagonisti dell'industria dell'hi-tech debbano in qualche modo farsi carico del problema, promuovendo iniziative che consentano di recuperare in parte (se non totalmente) gli oggetti elettronici ormai non più utilizzabili. Ciò ha dato impulso alla nascita della cosiddetta economia circolare, ovvero quel modello economico e produttivo secondo il quale le componenti interne di un oggetto (o l'oggetto stesso) siano progettate per essere riutilizzate e mantengano inalterate le proprie caratteristiche e funzionalità anche con il passare degli anni.
Il Project Mainstream, ad esempio, nasce proprio con questo obiettivo. Dotando gli oggetti elettronici di chip e altri sensori, sarà possibile tracciarli durante l'intero ciclo di vita e avere sempre un'idea di dove poterli trovare. L'applicazione futura di questa tecnologia permetterà di ridurre immediatamente il quantitativo di rifiuti elettronici: se, ad esempio, dovesse rompersi il display del nostro smartphone, sarà possibile effettuare una ricerca presso database specializzati per trovare pezzi di ricambio pronti all'uso.
Tracciare specie a rischio estinzione
L'IoT e i suoi sensori possono essere utilizzati per tracciare gli animali a rischio estinzione ed evitare che possano finire in aree rischiose o all'interno di trappole tese dai bracconieri. Nelle Filippine, ad esempio, i dugongo (un mammifero marino a forte rischio di scomparsa) sono fotografati dai pescatori locali, geolocalizzati e i dati caricati all'interno di database gestiti dalle organizzazioni ecologiste locali. In Australia, invece, l'Internet delle cose è utilizzato per monitorare i movimenti di colonie di api e "dirigerle" da remoto per migliorarne la produttività e favorire l'impollinazione di diverse specie di fiori.
Combattere la deforestazione
Se l'utilizzo dei droni per monitorare la deforestazione non è più una novità, l'utilizzo che ne fa la società britannica BioCarbon Engineering è assolutamente rivoluzionario. Sfruttando fotocamere di ultima generazione, BioCarbon realizza immagini tridimensionali del terreno così da studiarne conformazione orografica, topologia e biodiversità. Questi dati sono successivamente utilizzati per studiare e realizzare un piano di "semina" che dovrebbe portare alla piantumazione di 1 miliardo di piante ogni anno in tutto il mondo. I droni, inoltre, sono sfruttati anche per la parte operativa: raccogliendo le informazioni dal database, si occupano di concimare il terreno e piantumare nuovi alberi.
L'organizzazione Earth Observation, invece, sfrutta sensori a raggi infrarossi e altre tecnologie IoT per taggare e monitorare gli alberi da abbattere nelle foreste tropicali del Sud America. Ciò permette di avere un database completo nel quale poter trovare le autorizzazioni all'abbattimento ed evitare che taglialegna troppo "furbi" possano tagliare oltre il consentito.
Operazioni sottomarine
Sensori e connettività, inoltre, possono trovare applicazione anche nelle acque di laghi, mari e oceani. L'italiana Sunrise, ad esempio, sta lavorando per trasformare la superficie degli specchi d'acqua in autostrade digitali attraverso i quali far viaggiare dati di robot, sensori e veicoli subacquei impegnati in operazioni ritenute troppo pericolose per l'uomo.