In un’epoca come quella che stiamo vivendo, poter scegliere tra un gadget eco-friendly e uno di tipo tradizionale può rivelarsi di fondamentale importanza, in fatto di rispetto della natura. Con un approccio alla tecnologia sostenibile sempre più avanzato, il futuro dell’elettronica di consumo ha in mano potenti mezzi per rallentare il momento in cui l'effetto dell’uomo sulla natura sarà troppo forte da essere contrastato. Ma siamo sicuri che la colpa sia tutta delle aziende? O potremmo fare anche noi del nostro meglio?
Cosa si intende per gadget tech eco-friendly?
Quando parliamo di gadget tech eco-friendly, intendiamo quei device - grandi o piccoli, da tenere in tasca o indossabili - che rientrano nel mondo tecnologico ma che mostrano un comportamento green, ovvero rispettoso dell’ambiente. Sono molte le società che di recente si stanno muovendo in tale direzione, implementando processi di realizzazione, della componentistica e dei dispositivi stessi che non gravino eccessivamente sulla natura.
Tra smartphone, tablet, smartwatch, cuffie e auricolari solamente per citare dei protagonisti della categoria, colui che acquista non ha che l’imbarazzo della scelta. Ma, in alcuni casi, è proprio questa scelta ampia a dismisura a mettere in ginocchio l’ecosistema, non più in grado di sostenere il peso del progresso, seppur sensibile alla causa “verde”.
Gadget tech eco-friendly, a cosa fare attenzione
I termini di raffronto che scendono in campo tra i gadget tech eco-friendly sono molteplici, visto che il termine funge da ombrello per un argomento più che vasto. Per identificare un oggetto meritevole di rientrare nella classificazione “verde”, bisogna considerare la carbon footprint (cioè l’”impronta di carbonio” lasciata nell’ambiente”). Poi, si aggiunge il dispendio energetico in ogni sua fase.
Il calcolo dei parametri non si effettua esclusivamente durante l'uso, ma parte da molto più lontano di quanto si possa pensare.
A influire sul valore finale vi sono tutte le fasi in cui sono coinvolti, da quella produttiva (un esempio è quello che tocca l'impiego di minerali e la loro estrazione, l’utilizzo di acqua e i livelli di inquinamento di essa, così come al consumo limitato di plastica nel packaging che avvolge l’oggetto per raggiungere il consumatore) a quella vitale, fino allo smaltimento quando ormai è non più funzionante o utilizzato e al possibile recupero di componenti o elementi sfruttabili una seconda volta.
E poi non è tutto. A incidere c’è il parallelo con i simili, le tante alternative disponibili sul mercato e paragonato alle quali un gadget deve necessariamente comportarsi in maniera più ecologica. Diventa dunque complesso effettuare una valutazione senza tali dati che inevitabilmente influiscono sul risultato ultimo. Perciò è difficoltoso individuale gadget davvero eco-friendly.
Gadget tech eco-friendly, qual è il migliore?
Secondo una ricerca di NerdWallet, tra i gadget ce n’è uno più virtuoso, in particolare tra le console di gioco. Si tratta di Nintendo Switch, la migliore per molti buoni motivi. Primo, il consumo di energia: ne richiede una quantità esigua a confronto dei principali competitor, metà della linea Xbox e un terzo delle proposte di PlayStation.
Ma c’è di più: meno materiali utilizzati, risorse consumate per le spedizioni e prodotti correlati.
Ciò fa di Nintendo Switch il gadget perfetto? No, ma lo porta un passo avanti ai diretti concorrenti. E se le piattaforme sono delle avide utilizzatrici di beni, è un altro il gadget che fa tremare la natura. Quale? Uno che utilizziamo tutti i giorni, diventato un fedele compagno della nostra esistenza: lo smartphone.
Gadget tech eco-friendly, il ruolo degli smartphone
Parlando di impatto ambientale, gli smartphone non ci vanno leggeri. A differenza di altri strumenti di uso quotidiano, il telefonino di nuova generazione combina differenti tipologie che, in tempi diversi, avremmo acquistato separatamente.
Con un dispositivo solo possiamo avere una fotocamera, un lettore mp3, una console portatile, un navigatore e tanti monitor per il fitness.
Se da un lato vi è il consumismo che spinge ad acquistare di anno in anno nuovi modelli, sebbene i precedenti siano validi e funzionanti, dall’altra vi è l'opportunità di sfruttare tecnologie combinate che consentono di risparmiare una serie di rifiuti del ciclo produttivo. Con una carbon footprint, vere e proprie emissioni di gas serra, più bassa di quella generata dai device singoli, lo smartphone si attesta tra i gadget eco-friendly. Per aderire in modo ideale al concetto di ecosostenibilità bisognerebbe superare il bisogno compulsivo di liberarsene dopo uno o due anni averli comprati, un’abitudine che purtroppo dura a morire.
Telefonini, sono veramente i colpevoli?
Per supportare l’ambiente, di conseguenza, servirebbe mostrare un atteggiamento rinnovato nei confronti di questi oggetti. L’acquisto etico, che mira al prolungamento della vita dello smartphone, potrebbe dimostrarsi la via giusta per rendere maggiormente eco-friendly i nostri dispositivi. Non mancano i progetti di recupero, con sconti sul nuovo direttamente dall’azienda produttrice o nei negozi di elettronica, senza contare la possibilità di affidare il vecchio strumento ad altre persone che doneranno ancora lunghi periodi di utilità a ciò che per noi è ormai obsoleto.
Inoltre, questo processo risulta più efficace del riciclo considerata l'impronta di carbonio: il riutilizzo esclude un ulteriore prodotto in circolazione e, quindi, un minore spreco di materie prime dedicate alla produzione. Sono minimi passi, ovviamente, che se compiuti in larga scala possono porre un freno all’inquinamento e lo sfruttamento delle risorse naturali.