Oggi la creatività digitale ha assunto un ruolo molto importante nella vita quotidiana di ognuno di noi, soprattutto in ambito lavorativo. La digitalcreativity è quella capacità di utilizzare strumenti e soluzioni digitali per risolvere problemi o per trovare soluzioni alternative.
Tutti vorrebbero padroneggiare la creatività digitale, ma ci si arrende spesso a pensare che sia una dote innata, senza considerare che può essere coltivata in diversi modi. Nonostante questo, la prima domanda che chiunque si pone è quale sia il proprio grado di creatività.
Misurare la creatività è possibile, anche se i metodi a disposizione hanno dei grandi limiti.
È molto difficile descrivere e catalogare la creatività, spiegare a parole cos’è e in cosa consiste. Cercare di misurarla sembra un’esperienza ancora più ostica. Le variabili che influiscono sul processo creativo sono molte e personali, e non sempre sono misurabili o prevedibili.
Se ci si vuole affidare alla scienza, esistono principalmente due modi per valutare la creatività di una persona. Un primo metodo, molto semplice e diretto, consiste nel valutare un prodotto creativo, che sia una frase, un componimento, un disegno o un’idea. Il secondo è utilizzare un test per predire l’eventuale propensione dell’individuo alla creatività.
Per questo, invece che un prodotto finito, si tenderanno a valutare atteggiamenti, pensieri e predisposizioni. Nessuno dei test che andremo a vedere può dire con certezza chi è creativo e chi invece non lo è. In una scienza come questa che non può essere esatta, ci si dovrà affidare a risultati che sono più probabilità che reali certezze.
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1. I principali test per misurare la tua creatività
Oltre ai quiz farlocchi che si possono trovare in settimanali di ogni sorta, esistono test messi a punto da esperti che permettono di avere almeno un’idea del potenziale creativo di una persona.
Bisogna ricordarsi però che avere un risultato alto in uno di questi test non significa necessariamente essere una persona creativa, ma che magari si è predisposti a determinate caratteristiche che risultano utili nel processo creativo.
Inoltre, va ricordato che inquadrare un concetto così complesso come la creatività è davvero difficile e lo è ancora di più misurarla. Vediamo insieme i risultati di alcuni scienziati che ci hanno provato.
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2. Divergent Association Task o DAT
Il primo esempio è il DAT, ossia il Divergent Association Task, creato dall’Università di Melbourne e dalla McGill University.
Stando al parere dei suoi scienziati, il DAT riesce a dare un preciso giudizio complessivo della capacità di pensiero divergente e della creatività verbale. Non è invece utilizzato per testare altri tipi di creatività.
Il test è molto semplice e richiede pochi minuti. Basta andare sulla pagina ufficiale del DAT https://www.datcreativity.com/ e scrivere dieci parole seguendo cinque semplici regole, ma si può svolgere solo in inglese.
Gli utenti devono inserire parole, in inglese, che siano solo sostantivi e indichino cose, oggetti o concetti astratti. Non bisogna utilizzare nomi propri né termini tecnici.
Bisogna scrivere parole che vengono alla mente spontaneamente, non dettate da stimoli esterni.
Una volta eseguito il compito, comparirà il risultato del test e si vedrà sia il proprio punteggio, segnato in percentuale, sia la media ottenuta da tutti i soggetti che hanno partecipato all’esperimento.
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3. Test di Torrance (TTCT)
Un altro tra i test più importanti è il TTC, il Torrance Test of Creative Thinking. Questo test è in grado di misurare la capacità di dare risposte diverse, originali e che riescano a combinare elementi diversi tra loro.
Il test è stato inventato dallo psicologo Ellis Paul Torrance e oggi viene utilizzato soprattutto per valutare lo sviluppo della creatività nei bambini a partire dai cinque anni.
Ciò vuol dire che se il bambino ottiene un buon punteggio avrà più probabilità di sviluppare una creatività maggiore rispetto agli altri. Bisogna ricordarsi che non esiste una reale certezza, si tratta sempre di probabilità.
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4. Test del pensiero divergente
Il Test of Divergent Thinking, o test del pensiero divergente, di Frank Williams cerca invece di analizzare più fattori per avere una visione più completa, se questo è possibile, della propensione di ognuno di noi alla creatività.
Studiando a fondo quattro fattori cognitivo-divergenti del pensiero creativo e quattro fattori emotivo-divergenti della personalità creativa Williams è riuscito a delineare un profilo abbastanza preciso della creatività in ragazzi e bambini.
Tra i fattori presi in esame, Williams non si limita all’originalità delle risposte come i suoi colleghi, ma inserisce anche la paura del rischio, la curiosità, l’immaginazione e la complessità dei pensieri.
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5. Test di Rorschach
Ultimo ma non meno importante è il famosissimo test di Rorschach. Il test delle cosiddette macchie di inchiostro ha diverse valenze, tra cui anche quella di valutare la capacità di immaginazione e creatività di un individuo.
Il soggetto deve osservare dei fogli su cui, appunto, campeggiano delle macchie di colore. In modo spontaneo e senza limiti di tempo ma seguendo l’istinto, deve dare un’interpretazione di ciò che vede.
Questo tipo di test si dice proiettivo: la stessa macchia può innescare sensazioni diverse in base alla persona che la guarda.
Il test di Rorschach viene utilizzato soprattutto per diagnosticare malattie cliniche, ma può essere un valido aiuto per delineare anche la creatività di un individuo.