Le soft skills hanno acquisito molta rilevanza per l’accesso al mondo del lavoro. Sono essenziali per poter crescere, essere produttivi e accedere ad opportunità di carriera. Si tratta di competenze trasversali, qualità personali dell’individuo che i recruiter ritengono importanti per poter apportare valore e vantaggi alle aziende e alle organizzazioni.
Le soft skills, al contrario delle competenze tecniche, non possono essere apprese attraverso la formazione, ma richiedono molti anni per svilupparsi. Sono frutto del bagaglio personale di ogni individuo, derivano dal background culturale, dalle esperienze di vita, dalla qualità delle proprie relazioni sociali, da abitudini, hobby e tanti altri aspetti.
Tante sono le soft skills che si possono sviluppare e che possono migliorare la gestione della quotidianità o fornire un supporto all’attività lavorativa e alla produttività. Tra quelle più importanti e ricercate vi sono le doti comunicative, relazionali, di leadership, di team working e il problem solving. Si possono seguire varie tecniche per incrementare le proprie abilità.
Problem solving, che cos’è e in cosa consiste
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Ogni giorno si va incontro ad una maggiore complessità sia nella gestione della quotidianità che in ambito lavorativo. Ritmi frenetici, estrema competitività, richieste sempre più difficili da soddisfare e nascita di nuove esigenze personali o dei clienti.
Il problem solving è essenziale per poter affrontare nuovi imprevisti o problemi fornendo soluzioni efficaci e innovative. Permette di percorrere strade mai battute in precedenza, di elaborare nuovi processi, di migliorarsi, di rimuovere le cause originarie di una situazione sfavorevole evitando si ripetano in futuro e di individuare velocemente pericoli e opportunità.
Il problem solving consiste nell’individuare tutte le possibili soluzioni ad un problema e capire quale, tra tutte le presenti, è quella che permette di raggiungere il miglior risultato con il minor investimento di risorse.
Per applicare il problem solving si seguono delle fasi. Si individua il problema, si descrive e se ne studiano tutti gli aspetti. Si cerca di capire quali sono le cause scatenanti e gli effetti, per poter comprendere quali sono gli strumenti più adatti per poterli rimuovere.
Una volta compreso quale è il problema, si definisce l’obiettivo che si vuole raggiungere. Se la situazione è estremamente complessa, si possono fissare dei sotto-obiettivi. Si analizzano le soluzioni adottate in passato, cercando di capire quali non sono più applicabili e il motivo che le rende inefficaci.
Si analizzano tutte le possibili situazioni applicabili, cercando di immaginare quali scenari produrrebbero. Si sceglie quella che garantisce il miglior risultato possibile con l’utilizzo del minor numero di risorse in termini di tempo, personale e denaro.
Durante tutto il processo di problem solving si possono utilizzare diverse tecniche che consentono di descrivere meglio il problema, di captare tutte le sue peculiarità, di capirne le origini e di trovare soluzioni creative e innovative.
Problem solving, le tecniche applicabili
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Sono numerose le tecniche e gli strumenti che possono essere applicati nella risoluzione dei problemi. Conoscerle permette a qualsiasi professionista di approcciarsi agli imprevisti e alle situazioni poco chiare e sconosciute in maniera positiva, facilitando la ricerca di soluzioni efficaci.
Una delle tecniche è quella delle 4W e 2H che permette di studiare gli effetti raccogliendo dati e informazioni. Consiste in un’analisi precisa. Rispondendo alle domande who, where, when, what, how e how many si può capire che cosa è successo, quando il problema si è reso evidente, chi lo ha individuato, dove è comparso, come si è palesato e se è una condizione occasionale o persistente.
Capire l’origine del problema è importante per rimuoverlo ed evitare che una situazione spiacevole e sconveniente si ripresenti in futuro.
Il metodo delle 4 M analizza le cause del problema. Questa teoria parte dal presupposto che un problema si presenta quando nel processo accade qualcosa di non previsto ad uno o a più elementi e che ha effetti visibili.
Si studiano la manodopera, ossia tutte le persone coinvolte nel processo, i materiali produttivi, gli strumenti e i macchinari adoperati e il metodo. In questo modo sarà possibile capire immediatamente cosa ha causato l’evento imprevisto.
Altra tecnica applicabile è il metodo dei 5 perché, che cerca di captare l’origine di un problema e le relazioni causa-effetto rispondendo ad una sola domanda, ‘perché’, con l’obiettivo di trovare il modo di rimuoverla definitivamente. Si descrive qual è il problema e si cerca di capire perché si è verificato. Ci si pone lo stesso quesito finché non si individua l’origine.
Problem solving, l’analisi di Pareto
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Si utilizza l’analisi di Pareto se si vogliono focalizzare i propri sforzi sugli elementi più importanti e che provocano criticità. Si parte dal presupposto che l’80% degli effetti è prodotto dal 30% delle possibili cause. Chi applica questa tecnica rappresenta graficamente tutti i dati a sua disposizione per poter individuare cosa ha originato un problema e per trovare la soluzione più adatta.
Il primo passo per applicare l’analisi di Pareto è decidere il modo in cui classificare i dati a propria disposizione. In seguito, si sceglie un periodo di osservazione, si rilevano le informazioni e si ordinano in maniera decrescente. Con i dati raccolti e ordinati, si costruisce un diagramma di Pareto, che mostra quali sono gli eventi da risolvere prima.
Per saperne di più: Cos'è il problem solving e come sviluppare questa competenza