L’archiviazione digitale di dati e file personali è uno dei temi caldi per il futuro.
Molti esperti del settore, però, hanno messo in guardia le persone, invitandole a scegliere i “supporti fisici” per le cose più importanti perché, presto o tardi, i contenuti digitali andranno a deteriorarsi fino a scomparire per sempre.
Per questo motivo sarebbe opportuno già da adesso trovare il sistema migliore per lo storage dei dati e iniziare a utilizzarlo quanto prima, quantomeno per non lasciare alle nostre spalle un “deserto digitale” dove ogni informazione importante della nostra vita è destinata a dissolversi.
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1. L'importanza di conservazione i dati personali
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Quando si pensa allo storage dei dati personali, le persone immaginano che si tratti di un argomento “riservato” a poche grandi aziende, alle pubbliche amministrazioni o magari a qualche personaggio importante, che dovrà trovare il modo migliore di proteggere il proprio patrimonio informativo.
In realtà la questione è seria e, naturalmente, riguarda tutti, incluse le persone comuni che ormai sempre più spesso archiviano in digitale qualsiasi cosa, dalle foto delle vacanze fino a documenti personali.
È più che legittimo, dunque, chiedersi che fine faranno questi file tra 10, o peggio, 100 anni quando qualcuno avrà bisogno di loro e non avrà modo di accedervi.
Chiaramente la conservazione di dati per lunghi periodi è un’azione necessaria per diversi motivi che va dal semplice archivio dei ricordi, fino ad arrivare all’avere un registro ordinato di tutti i documenti che riguardano una persona.
Certo l’alternativa potrebbe essere stampare tutto e utilizzare dei vecchi archivi cartacei, ma è chiaro che questo non è sempre possibile e non è nemmeno una soluzione pratica per risolvere il problema, visto che la carta invecchia, può rovinarsi o subire gli attacchi di agenti esterni come acqua e fuoco.
Perciò la chiave per preservare i dati a lungo termine è essenzialmente quella di trovare un formato di archiviazione di cui potersi fidare e possa durare il più a lungo possibile.
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2. Le sfide future per lo storage di dati
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Per archiviare dati a lungo termine in molti scelgono di inserire tutto dentro CD, DVD o Blu-Ray Disk nella speranza che questi possano sopravvivere nel tempo.
In realtà non è così e nel giro di qualche anno anche questi supporti sono destinati a subire gli attacchi del tempo e, nel peggiore dei casi, di agenti esterni.
Altri scelgono, invece Hard Disk o SSD in modo da avere a disposizione più spazio per organizzare a dovere le proprie vite.
Tuttavia è bene ricordare che il tempo di vita di un hard disk meccanico è di massimo 3 o 5 anni.
Stesso discorso per gli SSD che possono arrivare a un tempo di conservazione di circa 5-10 anni. Tuttavia se il dispositivo non viene acceso periodicamente, può comunque subire una perdita di dati a causa della perdita di carica elettrica dalle celle di memoria.
La risposta al problema è quella di creare di continuo copie di backup ma è chiaro che così facendo si innesca un circolo vizioso che non porta a una vera e propria soluzione ma solo a ritardare l’inevitabile.
Oltretutto bisogna considerare anche l'obsolescenza del formato di archiviazione e dei file stessi, che in futuro potrebbero non essere più così diffusi come lo sono oggi.
Perciò non è detto che tra 100 anni i nostri pronipoti sappiamo cos’è un CD o che abbiano modo di leggere i dati al suo interno. E lo stesso discorso si applica a tutte le attuali soluzioni per l’archiviazione, incluse quelle USB che in futuro potrebbero non essere più utilizzate.
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3. I migliori supporti di memorizzazione digitale a lungo termine
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Tra le migliori soluzioni disponibili al momento per archiviare i file digitali ci sono dischi ottici, come gli M-DISC, che sono progettati specificamente per l'archiviazione di dati a lungo termine.
A differenza dei CD e dei DVD, utilizzano una tecnologia particolare che li rende molto più resistenti agli agenti esterni e al passare del tempo.
Perciò, in teoria, questi dischi possono durare fino a 1000 anni. Per ovvie ragioni è impossibile verificare questa affermazione, anche se dai primi test effettuati sembra un’eventualità piuttosto plausibile.
Si parla, certamente, di una soluzione piuttosto specifica e non alla portata di tutti, ma se riuscissero davvero a sopravvivere per tutto il tempo stimato, potrebbero diventare davvero il supporto del futuro.
Tra le altre soluzioni per lo storage dei dati personali c’è il nastro magnetico che, oltre a essere estremamente durevole e resistente, è anche relativamente economico rispetto ad altre opzioni e potrebbe (il condizionale è d’obbligo) diventare una delle soluzioni per l’archiviazione di file da tenere in considerazione.
Dai primi test effettuati questi supporti (accuratamente conservati in condizioni di umidità e temperatura controllate) possono durare fino a 30 o 50 anni, tuttavia per essere letti e compilati hanno bisogno di apparecchiature specifiche che potrebbero non essere più così comuni in futuro.
L'ultima opzione è l'archiviazione nel cloud, che però affida i dati degli utenti nelle mani di aziende come Google o Microsoft.
Un sistema del genere garantisce certamente protocolli di sicurezza altissimi e, salvo imprevisti, i giganteschi server di queste Big Tech potrebbero archiviare i dati per secoli.
Il rischio però, seppur molto improbabile, è che l’azienda chiuda, magari tra 50 o 100 anni, e che non sia più possibile accedere al patrimonio documentale conservato al suo interno.
Per saperne di più: Office Automation: cos'è