Il coaching è un mestiere in continuo divenire, mai uguale a sé stesso. Cambia ogni volta che si segue un nuovo assistito. Le persone sono molto diverse tra loro, così come gli obiettivi che vogliono raggiungere e le situazioni che devono affrontare. Inoltre, ognuno parte inoltre con un bagaglio attitudinale, culturale e sociale diverso: il lavoro del coach parte proprio da questo e il professionista deve sempre considerare tutte queste informazioni personali per progettare un percorso che sia su misura e pensato ad hoc per ogni singolo cliente.
Proprio per affrontare tutte queste sfide il coach deve possedere alcune capacità e attitudini personali ben specifiche. Nel caso non ne fosse pienamente in possesso, può allenarle quotidianamente, fino a raggiungere il livello desiderato.
Le abilità richieste variano anche in base all’ambito in cui il coach lavora. Per esempio, parlare con uno studente universitario che si trova in difficoltà nella scelta della propria specializzazione è diverso dall’avere una conversazione con un dirigente che vuole dare una svolta alla propria carriera o che deve imparare a gestire meglio il proprio team.
Nonostante la diversità dei casi, esistono delle competenze e delle abilità che vengono richieste indipendentemente dalla tipologia di coaching in cui ci si specializza. Oltre ad avere una conoscenza dei metodi della professione, un buon coach ricorre anche ad una serie di caratteristiche personali, che si possono possedere naturalmente o aumentare con la pratica.
Le caratteristiche del coach: curiosità e creatività
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Il lavoro del coach parte sempre da un ascolto passivo della situazione del cliente e di quello che vuole cambiare con l’aiuto del professionista. In questa fase, il coach ascolta il proprio cliente, ma non solo. Deve essere capace di far sentire l’individuo a proprio agio, trasmettendogli la sensazione di essere in uno spazio protetto e di star dialogando con una persona che lo capisce.
L’empatia è molto importante in questa fase.
Senza empatia diventa infatti molto difficile mettersi nei panni del cliente, capire cosa vuole e perché e proporgli una strada che faccia al suo caso
Non è necessario abbracciare il suo pensiero, ma capire esattamente cosa desidera e quali sono gli strumenti che già possiede per ottenerla. Dimostrare curiosità in quello che dice l’assistito è un ottimo modo per conquistare la sua fiducia e metterlo a proprio agio. Se si ascolta dimostrando un alto grado di disattenzione e impazienza il cliente se ne accorgerà e questo ostacolerà il dialogo.
Essere in grado di restare concentrati, fare domande, essere partecipi al dialogo ma non monopolizzarlo sono capacità di fondamentale importanza per essere un buon coach.
Il coach: gestione delle emozioni e passione
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Può sembrare può difficile a dirsi che a farsi: tra le capacità del coach non possono mancare l’abilità nel gestire le proprie emozioni e allo stesso tempo nel dimostrare una grande passione.
Gran parte del lavoro del coaching si compone di puro dialogo. Basta pensare alla prima fase di conoscenza in cui il cliente spiega cosa vuole e perché ha deciso di rivolgersi ad un coach, alla spiegazione da parte di quest’ultimo del percorso personalizzato su misura per il cliente fino ai vari aggiustamenti che si dovranno fare in corso d’opera.
Aprire una porta di dialogo e mantenerla è essenziale per la buona riuscita del lavoro. Per far questo il coach deve essere in grado di lavorare e rapportarsi col cliente in maniera distaccata, senza lasciarsi coinvolgere, mantenendo il distacco e guardando la situazione sempre con oggettività.
Da un lato il coach deve spronare i propri clienti, dall’altro deve dare feedback costruttivi, onesti e che non risentano di eventuali opinioni personali. D’altro canto, il coach non è morbido coi propri assistiti. Lo scopo è quello di far uscire gli individui dalla propria zona di comfort, incoraggiandoli ad andare oltre, anche a costo di assumersi dei rischi in più.
Il coach: una delle professioni creative del futuro
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Il coach rientra a pieno titolo tra le professioni del futuro, oltre ad essere tra le più creative. Chi intraprende questa carriera deve infatti saper trovare soluzioni alternative per permettere ai propri clienti di aggirare gli ostacoli che li separano dal traguardo.
Riuscire in questa impresa richiede una grande consapevolezza, sia delle proprie capacità che di quelle dell’assistito. Più ci si conosce a fondo, più sarà facile rapportarsi con persone che hanno bisogno di una guida. Se il coach si sente a suo agio con sé stesso riesce a proiettare questa sensazione anche nei confronti del cliente, che si sentirà immediatamente più tranquillo, sicuro e in grado di affrontare le proprie sfide.
Quando si studia o ci si allena per iniziare la carriera di coach, bisogna anche tener conto della moltitudine di individui che potrebbero richiedere i servizi di coaching.
Un bravo coach deve sapersi adattare ai diversi clienti senza confondere la propria mappa mentale, ossia il suo modo di vedere e percepire il mondo, con il territorio, cioè la realtà dei fatti
Se da un lato deve saper guardare alla situazione con oggettività, dall’altro non deve necessariamente seguire una tecnica ben precisa e già standardizzata, ma plasmare il percorso sulla base delle caratteristiche dei propri clienti. Per aiutarsi in questa sfida, il professionista può allenare e sviluppare il proprio intuito, che gli consente di scoprire problematiche a monte a cui nemmeno il cliente aveva ancora pensato o trovare soluzioni creative per aggirare un ostacolo che sembrava insormontabile.
Una dote molto utile in questo frangente è possedere una grande apertura mentale, che permette al coach di non rimanere focalizzato su una singola problematica, ma affrontare il lavoro col cliente come un unico percorso da affrontare sotto diversi punti di vista.
Per saperne di più: Quali sono i lavori del futuro?