Quando si parla di leadership si fa riferimento alla capacità di motivare un gruppo di persone per fare in modo che agiscano alla ricerca di un obiettivo comune. Un leader deve saper ispirare i suoi collaboratori e per farlo deve avere degli strumenti adeguati.
Idee, intuizioni e valutazioni progettate sono la base di una leadership efficiente: tutti questi tasselli devono essere comunicati in maniera efficace e coinvolgente per rendere più facile il lavoro dei collaboratori.
Il leader è una fonte di ispirazione per i propri colleghi: dimostra personalità e abilità che coinvolgono i dipendenti e li spronano a seguire la sua guida, consapevoli che possa portare benefici. Ogni leadership è a sé, come ogni leader ha una personalità diversa dalle altre. Questo crea diversi stili di leadership sulla base delle caratteristiche di ognuno.
Qual è il miglior stile di leadership
Se ci si chiede quale sia il miglior stile di leadership da attuare, bisognerà innanzitutto sapere che non ne esiste una tipologia che prevale sulle altre. Tutti i leader hanno obiettivi e standard simili, ma ognuno di loro avrà il suo stile personale, dettato anche dalla propria personalità.
Questo si tramuterà in una leadership diversa, che nasce sulla base della persona che la applica.
Ma facciamo un passo indietro. La traduzione letterale di leadership è comando o guida, applicata da un individuo che si trova in una posizione di potere o autorità rispetto ad un gruppo. Tramite la leadership si impegna a guidare il proprio team e a raggiungere un obiettivo comune e ben preciso attraverso la mutua collaborazione.
La leadership è la capacità di influenzare le persone e aiutarle a lavorare al meglio, con l’obiettivo di raggiungere uno scopo comune.
Quali sono le caratteristiche di un buon leader
Secondo lo psicologo e scrittore Daniel Goleman, un bravo leader deve possedere caratteristiche precise che lo aiutino nel lavoro da svolgere. Un buon leader deve possedere ottime capacità intellettuali, ma deve anche avere consapevolezza di sé stesso e dei propri limiti, deve saper gestire le emozioni e sensazioni, deve capire i sentimenti altrui e saper dare valore alle relazioni interpersonali.
Infine, la capacità più importante di tutte: deve essere in grado di creare risonanza. La leadership può essere un’abilità innata, ma si può anche sviluppare.
Motivare collaboratori e dipendenti
Con risonanza si intende la capacità di saper dirigere le emozioni del proprio gruppo di lavoro. Quando si parla di risonanza che nasce da un leader, si tratta sempre di una risonanza positiva, che riesce a far emergere le qualità migliori di ogni membro. Il gruppo deve lavorare puntando allo stesso obiettivo muovendosi all’unisono, come se si operasse in sincrono. Il tutto diretto dalla grande energia che emana e trasmette il leader.
In un ambiente lavorativo non si deve mai dimenticare che si ha a che fare con persone, con le loro emozioni e necessità.
I migliori leader della storia hanno saputo ispirare i propri collaboratori infondendo passione nell’obiettivo del lavoro, facendo in modo che i compiti che gli venivano assegnati fossero percepiti come piacevoli e stimolanti. In questo modo, il leader riesce a rendere i collaboratori più soddisfatti del proprio lavoro e più vicini alla mission aziendale.
Problem Solving e Self Empowerment
Un leader che non ha piena consapevolezza e conoscenza di sé stesso non riuscirà mai a instillare negli altri grinta ed energia per portare a termine i propri compiti. Prima che i collaboratori sentano il leader come carismatico, deve sentirsi così lui stesso.
Sentirsi potente però non basta: un vero leader deve far sentire potenti anche gli altri, tanto quanto lui.
Più un individuo si sentirà apprezzato, maggiore sarà l’apporto che riuscirà a dare. Altra dote che non può mancare è il problem solving. Un leader deve saper affrontare qualsiasi situazione e far fronte a qualsiasi tipo di imprevisto senza perdere il controllo.
Dimostrare auto-controllo
Un leader che perde le staffe perde anche il suo ascendente sui collaboratori. Dimostrare autocontrollo è uno dei compiti a cui un leader non può sottrarsi. Sebbene nella leadership si dia molta importanza alle emozioni, un leader non può esserne preda. Sapersi controllare mostra una profonda conoscenza di sé stessi e di poter essere un esempio da seguire per gli altri.
L'importanza del fare auto-critica
Un leader è gerarchicamente un capo, ma non per questo deve comportarsi come tale. Difficilmente ci si aspetta un’autocritica da parte di qualcuno di alto livello. Ma quando succede, i collaboratori prendono le critiche verso sé stessi in maniera più serena e costruttiva e apprezzano ancora di più gli elogi, perché risultano davvero sinceri.
Saper affascinare l'audience
Un leader è capace di entrare facilmente in sintonia coi sentimenti, le ambizioni e le necessità delle altre persone. Parla in modo aperto dei propri valori e delle proprie posizioni, creando risonanze con i pensieri delle persone che lo circondano.
E' così che riesce ad affascinare la sua audience, che sia un cliente o un dipendente.
A questo punto il collega sarà ormai catturato dalla forza e dall’energia che il leader ha saputo dimostrare e sarà più felice di seguire le sue direttive, volontariamente, sul lavoro.
Quali sono gli stili della leadership
Esistono prevalentemente tre stili di leadership: esperto, manager e leader.
L’esperto ha una competenza professionale molto forte, accompagnata da un alto standard qualitativo. È quella figura che trasferisce il proprio sapere ai collaboratori e fornisce consulenze su un singolo argomento, su cui è altamente qualificato.
Il manager si occupa della pianificazione delle diverse fasi di lavoro, organizza e dà istruzioni. È colui che si assume il compito di tutto quello che riguarda le decisioni operative.
Il leader invece sposta il suo focus sui dipendenti e sulla comunicazione. Il suo scopo è tramandare una visione collettiva che porti benessere a livello personale e a livello aziendale.
Per saperne di più: Che cos'è il self empowerment