Era già il 2019 quando il presidente di Microsoft, Brad Smith sosteneva che i laureati in filosofia avrebbero aiutato a risolvere le problematiche nel mondo del lavoro del prossimo futuro, anticipando i tempi ancora prima della comparsa del Metaverso.
La grande incognita era l’intelligenza artificiale, che ancora oggi risulta ricca di sfide e opportunità, ma che desta anche importanti preoccupazioni. Come ricorda Smith, durante il suo intervento al Politecnico di Milano, uno dei timori maggiori, condiviso anche da Stephen Hawking, era che le macchine avrebbero finito per rimpiazzare gli essere umani.
La vera saggezza sta nel mezzo: non si può prevedere che cosa accadrà, ma si può cercare di comprendere dove si sta andando e quali saranno le figure lavorative più richieste in questa fase di transizione.
È proprio in questo contesto che la filosofia diventa un tassello fondamentale a supporto dei lavori in ambito digitale. Si sta assistendo ad una vera e propria rinascita delle materie umanistiche: le aziende sono sempre più in cerca di persone che abbiano competenze di filosofia, ma anche di hi-tech.
Brad Smith non è l’unico a pensarla in questo modo. Anche Davide Bennato, docente di sociologia dei media all’Università di Catania, è convinto che per risolvere i problemi del futuro ci sarà bisogno di individui che conoscano le basi della logica filosofica o, per esempio, i grandi classici della letteratura, in modo da aiutare le aziende a capire i nuovi sistemi tecnologici e ad applicare i cambiamenti necessari per sfruttare le novità e restare al passo.
La filosofia per l’informatica
Il trend è chiaro: sono moltissimi i corsi di laurea nati negli ultimi anni che fondono saperi prettamente umanistici con conoscenze scientifiche. Gli esperti di risorse umane hanno dichiarato di riuscire a trovare lavoro più facilmente alle persone che si sono specializzate in due rami diversi, per esempio agli ingegneri con una laurea in sviluppo software o filosofia.
Avere a che fare con l’intelligenza artificiale porta le aziende a farsi molte domande sui temi più disparati, che spesso riguardano il comportamento sociale e l’etica.
Le problematiche legate allo sviluppo di macchine intelligenti sono tante, a partire dal chiedersi fino a che punto un software deve decidere in autonomia e quali sono i criteri che lo portano a prendere decisioni.
Per accedere a queste nuove professioni, oltre ad una laurea specialistica in filosofia, bisogna possedere una certa conoscenza dei sistemi di programmazione come ad esempio Python, più accessibile da utilizzare per chi non è un esperto in materia.
Se si vuole lavorare nell’ambito dei big data, invece, bisogna imparare ad utilizzare i software dedicati alla raccolta di dati e alla visualizzazione grafica, come ad esempio Tableau.
La filosofia per i social media
La filosofia non è la sola branca ad essere stata riabilitata e riportata in auge dall’avvento delle ultime tecnologie. Le aziende richiedono sempre più spesso laureati in lettere, che sappiano utilizzare bene le parole e riescano a cogliere a pieno i diversi significati e sensi di ognuna.
Saper scrivere bene è la base per creare storytelling accattivanti e ideare campagne di content marketing che soddisfino l’azienda e arrivino dritte al cuore dei clienti.
Per riuscire nell’intento è necessario avere in squadra persone che abbiano grande cultura e che sappiano spaziare tra diversi ambiti trovando i giusti agganci tra un discorso e l’altro.
Saper scrivere per i social network non è immediato. Twitter, per esempio, richiede una fortissima capacità di sintesi, soprattutto quando si devono comunicare messaggi complessi e che potrebbero non essere recepiti immediatamente da tutto il pubblico.
Conoscere la sociologia e la filosofia del consumatore è un aspetto importante per poter creare e gestire community, grazie alla capacità di capire i comportamenti degli individui e anticipare le loro necessità. Attività che prima erano relegate al mondo fisico, adesso si stanno espandendo anche nel mondo digitale, richiedendo alle aziende non solo la capacità di capire le persone, ma la capacità di farlo online.
La filosofia per i software
Oltre alle nuove richieste del pubblico e del mercato, le aziende devono fare i conti anche con un necessario cambiamento all’interno della propria struttura, che non può rimanere ancorata ai pilastri del passato.
Per affrontare questi mutamenti le aziende hanno bisogno di un lavoro sinergico di psicologi, filosofi e tecnici che spieghino nel migliore dei modi come funzionano i nuovi software.
Il focus non è solo sulla nuova tecnologia, ma sulle menti dei dipendenti, che devono affrontare un cambiamento radicale, eliminando le abitudini che si erano create e che erano ormai diventate consolidate.
Per utilizzare un nuovo software bisogna cambiare il proprio modo di pensare.
Oltre ai programmi usati quotidianamente, sono i ruoli stessi a cambiare. Se fino al giorno prima gli assistenti di direzione si occupavano solo di determinate mansioni, adesso vengono richieste competenze che prima rientravano nel campo dei manager e dei consulenti.
Non basta più saper leggere i dati di un bilancio, ma bisogna anche sapersi confrontare e rapportare nel modo corretto con partner o clienti che hanno culture diverse dalla propria.
Un ottimo passo per fronteggiare questi cambiamenti è stato fatto a Londra, dove è nata la London Interdisciplinary School, la prima università con un solo corso di laurea, che ha lo scopo di eliminare la dicotomia tra materie umanistiche e scientifiche e offrire una conoscenza a tutto tondo.
Per saperne di più: Filosofia Digitale