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Come allenare il deep working

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Il deep working è una modalità di lavoro che permette di incrementare la produttività, raggiungere gli obiettivi prefissati e ottimi risultati: come allenarlo

deep working Shutterstock

Avere consapevolezza di sé e della realtà, in maniera aperta e non giudicante, in un mondo ricco di stimoli, non è sempre facile. Quotidianamente siamo sottoposti ad input che vengono dall’esterno e che ci interrompono mentre cerchiamo di portare a termine le nostre attività o di analizzare i problemi da risolvere.

In questo contesto è importante coltivare la capacità di concentrarsi senza cedere alle distrazioni e la mindfulness, uno stato mentale difficile da descrivere, ma utile per affrontare imprevisti e problematiche con la giusta predisposizione.

Saper dedicarsi al lavoro in maniera intensa, incrementando la propria produttività, è una qualità estremamente ricercata dai datori. È una dote che si può sviluppare con un po’ di allenamento e adottando alcune tecniche.

  • 1. Praticare il deep working, come avere una concentrazione prolungata
    Team di lavoro

    Shutterstock

    Per ottenere ottimi risultati e il massimo dai propri sforzi è importante praticare il deep working e mantenere una concentrazione prolungata nell’esecuzione delle proprie mansioni, nelle sessioni di studio o nella realizzazione dei propri progetti.

    Il pericolo della procrastinazione, tuttavia, è sempre dietro l’angolo. È sufficiente una e-mail, una telefonata da parte di un collega, un parente o un amico o un veloce accesso ai social network per interrompere il flusso di lavoro e determinare un rapido calo dell’attenzione.

    Le conseguenze possono essere molto negative: perdita di tempo, che è una delle risorse più importante dei tempi contemporanei, delusione, ansia e stress. 

    Per abbracciare la filosofia del deep working, il lavoro intenso con alti livelli di concentrazione, bisogna abbandonare la teoria del multitasking. È ritenuto più produttivo concentrarsi su un’unica mansione alla volta, senza dedicare attenzione ad altro. 

    Si può optare per il multitasking per le attività abitudinarie, come parlare e camminare, ma non quando si ha necessità di prestare attenzione a ciò che si sta facendo per evitare errori o rallentamenti.

  • 2. Eliminare il lavoro superficiale e la procrastinazione
    Eliminare il lavoro superficiale

    Shutterstock

    Il lavoro superficiale è il primo nemico del deep working e corrisponde all’esecuzione di una serie di attività o di mansioni professionali svolte in uno stato di distrazione. Non crea valore e risultati di qualità e gli sforzi prodotti sono facilmente replicabili anche da altri individui. 

    Deve essere evitato, poiché poco soddisfacente anche per il lavoratore. Per favorire un lavoro intenso, è bene porsi degli obiettivi specifici, realistici e concreti e porsi delle scadenze. Quest’ultime sono un ottimo modo per ridurre la tendenza alla procrastinazione.

  • 3. Eliminare tutte le distrazioni
    Eliminare tutte le distrazioni

    Shutterstock

    Il deep working richiede la massima attenzione da parte dell’utente. Un primo passo per riuscire a adottare questo stato e questa capacità è quello di eliminare tutte le fonti di distrazioni possibili presenti nella propria area di lavoro. 

    È bene creare un ambiente ordinato, dove tutti gli strumenti necessari per portare a termine la propria attività sono facilmente individuabili e a portata di mano. Deve essere luminoso, per evitare rapidi affaticamenti, avere la giusta temperatura ed essere silenzioso. 

    È opportuno evitare di accendere lo stereo, riproduttori musicali, televisori o altri apparecchi elettronici che creano confusione. È necessario invitare tutti coloro che sono presenti, colleghi o altre persone, a noninterrompere il proprio lavoro.

    Le applicazioni degli smartphone e dei dispositivi mobili rappresentano una grande fonte di distrazione. L’attenzione degli individui viene naturalmente catturata dall’illuminazione degli schermi. Pertanto, è consigliabile tenere lontani dalla propria vista smartphone, tablet, smartwatch o disabilitare momentaneamente le notifiche.

    No ai social network, in particolare quelli che mostrano brevi video, come Instagram, TikTok o YouTube. Questi ultimi alterano la percezione del tempo, che passa più velocemente di quello che appare.

  • 4. La tecnica del pomodoro
    Tecnica del pomodoro

    Shutterstock

    Una tecnica per allenare il deep working è quella del pomodoro. È un metodo di gestione del tempo, che consente di aumentare la propria produttività. Consiste in breve sessioni di lavoro, di 25 minuti, a cui si alternano 5 minuti di pausa.

    Ogni sessione corrisponde ad un pomodoro. Quattro pomodori compongono un set. Al termine di un set la pausa può essere più lunga: tra i 15 e i 30 minuti. Le pause vanno sempre rispettate, anche se non si avverte la stanchezza. 

    Interruzioni del lavoro di soli cinque minuti, che non devono essere superati, permettono di mantenere elevata la concentrazione, ma al contempo ricaricare le energie. Durante una sessione di lavoro deve essere svolta una sola attività. Non si può rispondere alle e-mail, fare telefonate o controllare le notifiche dello smartphone.

  • 5. Mindfulness, imparare ad avere consapevolezza
    Mindfulness

    Shutterstock

    La mindfulness è un’attitudine che si può coltivare attraverso la meditazione. Permette di raggiungere uno stato di piena coscienza e di totale consapevolezza di sé e dell’ambiente circostante e di presenza mentale.

    La meditazione è utile perché consente di prestare attenzione al presente, alla propria esperienza, di percepire le proprie sensazioni ed emozioni in uno stato di calma autentica e di imparare ad osservare le situazioni negative con distacco e lucidità. 

    La mindfulness può rivelarsi uno strumento utile soprattutto nei periodi di stress e affaticamento. Promuove il cambiamento e un abbandono degli automatismi e degli schemi già conosciuti. Favorisce l’innovazione e la produttività. 

    È stata introdotta in ambito medico dal biologo e professore americano della School of Medicine dell'Università del Massachusetts Jon Kabat-Zinn, che ha ideato a applicato il Programma di Riduzione dello Stress basato sulla Mindfulness. L’obiettivo è quello di aiutare i pazienti affetti da dolore, malattie croniche o in stato terminale ad affrontare la sofferenza.

    Per saperne di più: Cosa sono le soft skill

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