In una vita che richiede sempre maggiore flessibilità e che ci pone di fronte a rapidi cambiamenti e numerose sfide, saper affrontare gli imprevisti e le novità con sicurezza, avendo il coraggio di mettersi sempre alla prova e la voglia di apprendere e migliorare è essenziale. In questo contesto, è opportuno più che mai avere la massima consapevolezza delle proprie capacità e potenzialità. Occorre, insomma, essere predisposti al self empowerment.
Il termine ‘empowerment’, viene ampiamente utilizzato, ma non tutti ne conoscono il vero significato. Letteralmente, può essere tradotto come ‘aumento del potere’, ‘potenziamento o ‘rafforzamento’.
Nel suo utilizzo, però, non si riferisce alla capacità di esercitare potere e dominio sugli altri, bensì a quella di influenzare l’altro con i propri comportamenti e le proprie opinioni. È, quindi, fortemente connesso al modo di rapportarsi con gli altri (amici, famigliari, superiori o colleghi) e con l’ambiente esterno.
Di empowerment si è iniziato a parlare negli anni ’80, grazie agli psicologi Zimmerman e Rappaport che hanno introdotto questo termine dopo aver individuato, nei loro pazienti, una caratteristica che influiva sull’aspetto psicologico. Si riferisce, essenzialmente, alla capacità di essere fiduciosi nel futuro, di essere padroni di sé stessi, di sapersi controllare e di trovare in sé tutte le risorse di cui si necessita. È un processo di crescita sia personale che di gruppo.
È stato, poi, l’ingegnere e psicologo Massimo Bruscaglioni ad elaborare, sulla base degli studi di Zimmerman e Rappaport, il concetto di self self-empowerment (abbreviato a self-empowerment), applicandolo all’ambito sociale e a quello aziendale. Il termine viene inteso come l’utilizzo ottimale delle proprie caratteristiche personali, nella maggior parte dei casi indipendentemente dall’ambiente esterno.
Il self empowerment è tra le soft skills più ricercate nel mondo del lavoro, perché determina la capacità di distaccarsi da logiche già conosciute e già seguite, di avere un approccio innovativo, creativo, proattivo e, soprattutto, che permette di portare a termine le proprie mansioni con fiducia e senso di responsabilità.
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0. Self Empowerment: un percorso di crescita personale
Se, dopo i primi studi di Zimmerman e Rappaport, si parlava esclusivamente di empowerment, si è poi iniziato a diffondere il concetto di self empowerment, inteso non come la mera consapevolezza delle proprie capacità, ma anche come atteggiamento proattivo e positivo verso ogni situazione quotidiana, sia personale che lavorativa. È, più precisamente, un’attitudine personale che può essere sviluppata e incrementata.
Avere self empowerment significa avere la capacità di essere padroni della propria vita e del proprio futuro senza lasciarsi condizionare dall’esterno e senza subire le scelte di terze persone.
Indica l’avere la consapevolezza delle proprie risorse personali e delle proprie capacità ed essere in grado di utilizzarle a proprio vantaggio per raggiungere un alto livello di benessere personale e gli obiettivi professionali che ci si è posti.
Nella vita quotidiana, il self empowerment si traduce nella capacità di saper affrontare i problemi con sicurezza, di saper immaginare concretamente il proprio futuro e la strada da percorrere, di essere ambiziosi, di porsi degli obiettivi e di riuscire a progettare e fare ciò che è necessario per raggiungerli, con la piena consapevolezza delle proprie capacità.
È un’attitudine che genera miglioramenti nel rapporto con sé stessi, poiché consente di prendere coscienza dei propri bisogni e fare ciò che è necessario per sentirsi soddisfatti. Influisce, poi, anche nelle relazioni con gli altri, garantendo una comunicazione migliore in cui le proprie opinioni vengono espresse senza timore e con sicurezza.
In ambito lavorativo, invece, è fonte di un atteggiamento positivo e proattivo che migliora il rendimento e le performance. Non è collegato esclusivamente alla possibilità di fare carriera, ma alla volontà di migliorare il rapporto con il proprio lavoro e a renderlo duraturo nel tempo.
Pone in una condizione di apprendimento continuo, facilitando l’adattamento veloce a nuovi metodi di lavoro, lo sviluppo di nuove conoscenze e una predisposizione alla creatività. Per questo motivo è una soft skills particolarmente utile per chi lavora nel digitale, dove quotidianamente bisogna adattarsi ai cambiamenti e novità.
Avere self empowerment vuol dire, pertanto, essere artefici del proprio destino e saper dare una direzione alla propria vita, affrontando la quotidianità e tutto ciò che ne consegue (opportunità, imprevisti, problemi, etc.) come un percorso di crescita personale.
Per approfondimento: Comunicazione efficace: in cosa consiste e come coltivarla
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1. Come coltivare il proprio potenziale
La fiducia nelle proprie capacità, nel proprio potenziale e un approccio positivo alla vita e al lavoro, sono caratteristiche favorite dal background personale e culturale di ogni individuo. Tuttavia, il self empowerment è un’attitudine che può essere anche sviluppata nel tempo, coltivata e allenata.
Per intraprendere un percorso di costante crescita personale, occorre far leva su tutti quei fattori che stimolano l’autostima, la consapevolezza di sé, delle proprie potenzialità e la fiducia in sé stessi.
Rapportarsi con dei professionisti, come psicologi esperti di questa tematica, non può che apportare grandi benefici nella vita degli individui. Esistono, poi, anche laboratori, corsi e conferenze che mirano a fornire degli strumenti per affrontare nel migliore dei modi situazioni quotidiane e lavorative.
È essenziale, innanzitutto, pensare in un modo positivo e cambiare il proprio concetto di fallimento e di errore. Non sono eventi da evitare ad ogni costo, ma da affrontare con la consapevolezza che dagli sbagli e dagli obiettivi non raggiunti si possono trarre anche preziose lezioni. È bene, quindi, riuscire a focalizzarsi sugli aspetti vantaggiosi, come le opportunità da cogliere.
Porsi sempre degli obiettivi che siano raggiungibili e ancorati alla realtà agevola un atteggiamento proattivo e, soprattutto, diminuisce la possibilità di incappare in situazioni di delusione e sconforto qualora gli scopi che ci si è prefissati non vengano raggiunti.
In generale, per coltivare il proprio potenziale e sviluppare il self empowerment, è necessario essere pronti a cogliere nuovi stimoli, a mettersi in gioco, fare nuove esperienze, sperimentare idee innovative e affrontare le proprie paure.
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2. L'importanza dell'autostima
Il self empowerment è un concetto fortemente collegato a quello di autostima, poiché si basa sul valore che la persona percepisce di avere, anche in relazione all’ambiente che lo circonda. Sono due aspetti che si influenzano a vicenda.
Per autostima si intende la considerazione che un individuo ha di sé stesso, è l’insieme dei giudizi valutativi che dà verso la propria persona. Si costruisce nel tempo, giorno dopo giorno, attraverso le interazioni con l’ambiente circostante e con gli altri. Ad incrementarla sono non solo le opinioni che si ricevono dalle persone vicine, ma anche i piccoli successi, come le sfide superate e i traguardi raggiunti.
Avere un buon livello di autostima permette di avere maggiore fiducia nelle proprie capacità.
E viceversa, avere consapevolezza del proprio potenziale e saper affrontare con positività ogni situazione, porta ad un sentimento di auto approvazione e di riconoscimento del proprio valore personale.
Ne consegue, inoltre, un incremento della percezione della propria efficacia, intesa come la consapevolezza di essere in grado di raggiungere gli obiettivi e uno stato di benessere personale.
Al contrario, un basso livello di autostima avrà effetti fortemente negativi sull’individuo, che si sentirà paralizzato, incapace di ascoltarsi e di ascoltare gli altri, di stabilire obiettivi realistici per la sua vita. Avrà difficoltà a manifestare i propri pensieri, le proprie opinioni e ad accogliere gli errori in maniera costruttiva, con conseguenze anche in campo lavorativo e sulle possibilità di fare.
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3. Aspetti del Self Empowerment
Sviluppare il self empowerment avrà effetti positivi non solo nella gestione della propria vita quotidiana, ma anche in ambito lavorativo. Per tale motivo rientra tra le soft skills più ricercate dagli esperti di risorse umane, recruiter e aziende.
Il self empowerment, infatti, cambia totalmente il modo di approcciarsi ai progetti, alle mansioni da svolgere, ai colleghi e ai superiori. Incrementa l’autonomia del singolo, il senso di responsabilità, la tendenza ad esprimere idee e opinioni con maggiore sicurezza e chiarezza e a prendere decisioni difficili.
Chi è consapevole delle proprie potenzialità e sa intraprendere un percorso di crescita personale, non si lascia bloccare dalle incertezze e dagli imprevisti, ma trova sempre soluzioni creative ed innovative.
Influisce positivamente a livello individuale, poiché spinge a incrementare le proprie competenze, ad aumentare le proprie conoscenze, a mettersi in gioco con attività mai svolte prima, sollecita l’autostima e favorisce il raggiungimento di obiettivi non solo professionali, ma anche di vita personale.
Nel mondo del lavoro si rivela una skill preziosa che, in fase di selezione, può fare la differenza. Si riflette positivamente anche su altri aspetti come il time management, sulla capacità di negoziazione, sul team working e sulla capacità di leadership.
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4. Time management
Saper gestire il tempo è una qualità che consente di aumentare la produttività in ambito lavorativo. Per molti è una dote innata, ma può anche essere sviluppata nel tempo grazie all’esperienza e a un allenamento a mantenere la concentrazione e sfruttare al meglio le ore a disposizione.
Il time management è inteso, quindi, come la gestione e la pianificazione del lavoro in ogni suo aspetto: le mansioni da svolgere, i compiti da portare a termine e le scadenze da rispettare. Solo analizzando ogni attività e capendo come viene svolta si potrà ottimizzare il tempo che gli viene dedicato.
Avere la padronanza del time management significa saper svolgere le attività raggiungendo alti livelli di performance nel minor tempo possibile, andando incontro ad un sostanziale incremento dell’efficacia del proprio lavoro, un’ottimizzazione del tempo, un consistente risparmio di energie e a un aumento della produttività.
Il self empowerment può avere un impatto positivo sulle attività di gestione del tempo.
La fiducia nelle proprie capacità permette di mantenere la calma e di riuscire a lavorare senza rallentamenti anche nei momenti di pressione e di stress. Avere consapevolezza dei propri limiti e del proprio potenziale, invece, consente una migliore organizzazione basata sulle proprie capacità e sulle proprie necessità.
L’abilità di time management può essere migliorata utilizzando diversi strumenti e tecniche. Seguendo un’organizzazione ottimale della giornata, rispettando le scadenze, evitando ritardi e l’accumulo eccessivo di lavoro e impegni extra e mantenendo alta la concentrazione e l’attenzione sugli obiettivi si potranno ottenere netti miglioramenti sul modo di lavorare e gestire il tempo.
Si può, inoltre, fare ricorso all’utilizzo di software che aiutano a ridurre le distrazioni, monitorano l’esecuzione delle attività, organizzano le mansioni e le assegnazioni tra i diversi lavoratori.
Per approfondimento: Time Management: cos'è, quali i benefici e come migliorarlo
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5. Negoziazione
La capacità di negoziare è tra le soft skills che più vengono apprezzate negli ambienti lavorativi ed è particolarmente utile a chi ricopre incarichi di responsabilità. Significa saper gestire le divergenze, trovando un punto di incontro o un compromesso tra le necessità di due o più soggetti, evitando liti o controversie.
Richiede una grande propensione all’ascolto, capacità analitiche e comunicative, abilità persuasive e grande flessibilità. Solo apprendendo i bisogni altrui ed evitando fraintendimenti sarà possibile capire quali leve utilizzare per poter raggiungere gli obiettivi prestabiliti. È opportuna, inoltre, una buona capacità di problem solving che consenta di trovare soluzioni innovative che siano soddisfacenti per tutti gli attori coinvolti.
Avere self empowerment non può che migliorare la capacità di negoziazione.
La grande fiducia nelle proprie potenzialità permette di condurre la comunicazione con grande sicurezza, esponendo con chiarezza e in maniera coinvolgente idee e punti di vista. Consente, inoltre, di non subire le decisioni degli altri, ma di approcciarsi alle trattative in maniera positiva e carismatica, tenendo sempre ben presente qual è l’obiettivo da raggiungere.
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6. Team working
Il team working è una tra le soft skills più note che apporta importanti vantaggi sia in ambito scolastico e accademico, dove il suo sviluppo viene fortemente incentivato con programmi che prevedono momenti di socializzazione e condivisione, che in ambito lavorativo. Per questo è una caratteristica che spesso le aziende in cerca di personale ritengono indispensabile per accedere a posizioni lavorative di ogni livello.
Per team working si intende la capacità di collaborare con tutti gli elementi di un gruppo di lavoro (colleghi, dipendenti, superiori, collaboratori esterni, etc.) per raggiungere tutti gli obiettivi prefissati. Saper lavorare in team permette di creare un ambiente sereno e stimolante, dove le liti sono evitate in favore di un sano confronto che porta a soluzioni e idee originali ed innovative.
Per le aziende di ogni settore il team working diventato un elemento di importanza rilevante a tal punto che, sempre più spesso, organizzano momenti di team-building.
Vengono programmate un insieme di attività formative ed esperienze extralavorative che servono a far interagire il team e costruire una squadra che sia il più coesa e affiatata possibile. Per stimolare il lavoro di gruppo, inoltre, vengono lanciate sfide e organizzati corsi di formazione e conferenze.
Il self empowerment può avere una forte influenza sulla capacità di team working di ogni singolo individuo. Innanzitutto, assumere un modo di pensare e di agire sicuro e consapevole può avere ripercussioni positive sull’intero gruppo, che beneficerà della produttività del singolo. Conoscere il proprio potenziale permette di metterlo a disposizione della squadra nella maniera più proficua possibile.
In un gruppo in cui il self empowerment è fortemente sviluppato in ogni dipendente si avranno effetti positivi su tutta l’organizzazione. I lavoratori svilupperanno una maggiore sicurezza di sé e una crescente creatività che si rifletterà inevitabilmente sul loro modo di lavorare e su tutte le attività dell’azienda, garantendo elevati livelli di performance e di maggiori possibilità di successo.
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7. Leadership
La leadership è la capacità di motivare un gruppo e orientarlo verso il raggiungimento comune degli obiettivi. È una dote che deriva dalle qualità personali dell’individuo che, innate e non, possono essere sviluppate e rafforzate con il tempo, l’allenamento e l’apprendimento tramite l’esperienza.
Per essere leader, bisogna saper ispirare gli altri e saper trasmettere conoscenze, opinioni personali, idee e punti di vista. Guidare un gruppo di lavoro è una grande responsabilità, che richiede particolari doti che rendono l’individuo maggiormente propenso ad analizzare velocemente l’ambiente circostante e a carpire le qualità, i punti di forza e quelli di debolezza dei suoi collaboratori.
Tra queste spiccano l’empatia, la capacità di comunicare e di ascoltare, per trasmettere i messaggi in modo chiaro e non fraintendibile, diplomazia, doti persuasive e di negoziazione per evitare liti e controversie e riuscire a trovare sempre un punto di incontro tra i vari soggetti interessati.
Un leader deve essere dotato di concretezza, per stabilire obiettivi raggiungibili, specifici e rilevanti, possedere doti di problem solving e, soprattutto, di decision making.
Deve essere pronto a prendere decisioni in qualsiasi momento, senza lasciarsi bloccare da stress e pressioni, assumendosene tutte le responsabilità.
Un vero leader non impartisce solo ordini, ma deve sempre essere rispettoso del lavoro altrui, anche dei suoi sottoposti, pronto ad ascoltare proposte, opinioni e lamentele senza pregiudizi, e disposto ad ammettere gli errori nel momento dell’insuccesso. In questo modo gli verrà riconosciuta la giusta autorevolezza per guidare il gruppo.
Il self empowerment permette di assumere il ruolo di leader con sicurezza senza farsi spaventare dalle responsabilità, di guidare un gruppo con positività, di essere consapevole delle proprie capacità e di non aver paura di commettere errori, traendo dagli insuccessi lezioni positive.
La fiducia in sé stessi e nel proprio team permette di focalizzarsi su aspetti positivi, come i punti di forza e i successi raggiunti o quanto imparato. Solo traendo il meglio dai propri collaboratori, valorizzandoli, sottolineando le loro capacità e lodandoli, un leader può portare la squadra al successo.
Un atteggiamento orientato alla crescita personale e professionale, infine, permette ad ogni individuo di accettare anche le sfide più impegnative con ambizione, di inseguire gli obiettivi prestabiliti con costanza e concentrazione, organizzando attentamente ogni aspetto del lavoro.
È evidente, a questo punto, come avere un atteggiamento positivo e affrontare ogni situazione con la consapevolezza di poter contare su sé stessi abbia delle conseguenze positive in ogni ambito della vita: nelle relazioni con amici e parenti e in ambito lavorativo. Ogni abilità personale viene esaltata e valorizzata, rendendo l’individuo una risorsa in grado di influenzare, con il suo atteggiamento, anche i colleghi e chiunque lo circondi.