Lavorare sulla SEO di un sito significa svolgere tante operazioni differenti, caratterizzate però dallo stesso obiettivo: migliorare il posizionamento delle pagine web all’interno dei principali motori di ricerca.
Detto questo, se si parla di SEO, la prima tipologia di operazione che viene in mente è senza ombra di dubbio quella legata alle keyword: le parole chiave utilizzate dagli utenti nell’ambito delle loro ricerche quotidiane.
Un altro tipo di attività SEO perfetta per migliorare la visibilità e l’autorevolezza di un sito consiste poi nella creazione dei cosiddetti backlink: collegamenti diretti che vengono rilasciati, gratuitamente o a pagamento, da altre pagine.
Infine, non bisogna mai perdere di vista l’aspetto tecnico della SEO: quello che riguarda l’architettura del sito e che previene eventuali errori, come la creazione di pagine 404. Ecco alcuni consigli per creare una strategia SEO efficace e migliorare la visibilità del proprio sito web.
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1. SEO e keyword
La ricerca di keyword, ovvero di parole chiave ottimizzate per la SEO, è un aspetto fondamentale.
Le keyword, se posizionate correttamente all’interno del testo di una pagina, portano i motori di ricerca a premiare un sito piuttosto che un altro.
Grazie a questi termini, Google, Yahoo, Bing e altre piattaforme simili capiscono che un sito è più o meno adatto a rispondere a una precisa esigenza dell'utente.
Ottimizzare un sito per specifiche parole chiave significa anche calarsi nei panni di chi naviga in Internet. Bisogna immaginare quali termini andrà a inserire nella barra del motore di ricerca preferito, quando ha un bisogno specifico.
Inoltre, ormai i motori di ricerca vanno al di là di una semplice analisi meccanica della parola chiave. Non si limitano a contare il numero di ripetizioni di keyword dentro un testo, ma sono in grado di comprendere il testo e proporlo a utenti davvero interessati.
La lista di parole chiave è un passo fondamentale per costruire la strategia SEO. Non a caso, esistono tantissimi programmi, tool e strumenti pensati proprio per semplificare il lavoro di analisi, ricerca e inserimento delle keyword.
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2. SEO e backlink
Un altro elemento che aiuta i siti a diventare ogni giorno più visibili e più cercati sono i cosiddetti backlink. Sono un fattore di posizionamento particolarmente sfruttato dai SEO specialist, per il semplice fatto che permettono di raggiungere ottimi risultati anche senza investire in advertising.
I backlink sono dei link indirizzati al sito web da piattaforme esterne. Proprio il fatto che un sito esterno rimandi al proprio viene letto dai motori di ricerca come un fattore di autorevolezza.
Dunque più sono i backlink, più il sito verrà considerato credibile e meritevole di fiducia. Ciò avviene soprattutto nel caso in cui vengano inseriti all’interno di pagine già ritenute affidabili e già ben posizionate in ottica SEO.
Esistono tante diverse tipologie di backlink, ma la differenza più eclatante, in termini strategici, è sicuramente quella tra link ottenuti gratuitamente e link a pagamento. A onor del vero, l’ipotesi più auspicabile è che il sito su cui si lavora ottenga dei backlink in maniera spontanea e, di conseguenza, gratuita.
Si pensi, in tal senso, a un’azienda che potrebbe venire citata da un sito editoriale per via della qualità dei suoi prodotti o servizi. Questo, per i motori di ricerca, è il miglior scenario possibile: quello in cui una fonte autorevole suggerisce un collegamento a un sito esterno senza cercare alcuna ricompensa o retribuzione. Tuttavia, spesso i link esterni vengono acquistati, anche se questa è una pratica assolutamente vietata da Google.
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3. SEO, architettura e gestione del sito
La checklist SEO di un sito non può però soltanto limitarsi alle keyword o ai backlink. Esistono tanti diversi interventi strutturali che permettono a uno specialista di migliorare notevolmente il posizionamento del suo sito.
In questo caso si parla di operazioni tecniche, che potrebbero non riguardare il mondo dei testi, quello delle immagini, quello dei video e così via.
Queste operazioni hanno a che fare innanzitutto con la creazione di un’architettura solida. L’obiettivo è dunque quello di realizzare un sito che tenga conto della SEO senza però sacrificare la UX, ovvero la User Experience: un altro elemento tenuto in particolare considerazione dai motori di ricerca.
Una volta controllata la struttura, si passa alla gestione di diversi elementi, a partire dall’aggiornamento dei contenuti. Aggiornare il proprio sito costantemente significa aumentare considerevolmente la possibilità che venga letto dai crawler: i programmi utilizzati dai motori di ricerca per mappare la rete.
Un altro aspetto che deve essere presente in una SEO checklist è la riscrittura di eventuali URL scorretti. In gergo, si parla spesso di “URL parlanti”, ovvero di URL che dovrebbero comunicare al motore di ricerca informazioni chiare in merito alla pagina che rappresentano.
Infine, spazio a un elemento che spesso viene sottovalutato o addirittura dimenticato. Il riferimento è alla pagina 404, ovvero la classica pagina che appare nel caso in cui un URL non viene individuato o in cui, più in generale, qualcosa va storto.
Ebbene, anche la pagina 404 può aiutare il proprio sito in tanti modi differenti. Uno primo metodo per renderla “performante” consiste nel comunicare con il lettore in maniera chiara, rassicurante e, perché no, divertente.
Gli errori, purtroppo, capitano. Gli utenti lo sanno e spesso finiscono col provare simpatia con chi ammette una defaillance in maniera garbata e intelligente. La pagina 404 potrebbe dunque finire col fidelizzare il visitatore, nonostante il disagio arrecato.
Anche dal punto di vista tecnico poi una pagina 404 può venire realizzata in maniera più o meno corretta. Il primo suggerimento in tal senso consiste nell’inserire il codice di stato HTTP 404 all’interno dell’URL, senza passare per re-direct.
Per saperne di più: Cos'è e cosa si intende per digital marketing