Che impatto hanno i servizi streaming sulla nostra vita sociale? Vedere un nuovo film o serie tv rappresenta un’attività puramente individuale, oppure ha dei risvolti positivi anche nelle nostre interazioni con altri?
Queste sembrano essere state le domande che si è posta la stessa Netflix quando due anni fa ha avviato il progetto “N-Plus”.
Nel maggio 2021 diverse testate giornalistiche hanno riportato la notizia secondo la quale Netflix stava testando tramite questionari il potenziale di un possibile nuovo social network offerto dalla nota piattaforma streaming.
Secondo le indiscrezioni avrebbe incluso le seguenti funzionalità:
- contenuti speciali: interviste, dietro le quinte, curiosità e approfondimenti sui film e le serie tv di Netflix presentati sia sotto forma di video sia di articoli;
- playlist personali di film e serie tv: gli utenti avrebbero avuto la possibilità di raccogliere i titoli più apprezzati in playlist personali da condividere con i propri follower;
- playlist personali di colonne sonore: anche le canzoni di sottofondo presenti nei contenuti di Netflix avrebbero potuto essere raccolte in playlist;
- possibilità di influenzare il processo di scrittura di nuovi contenuti: i visitatori avrebbero ricevuto alcuni dettagli sulle trame dei prossimi film e serie tv originali e avrebbero avuto la possibilità di influenzare il processo di scrittura offrendo i propri feedback;
- possibilità di scrivere recensioni: gli utenti avrebbero avuto uno spazio dedicato per esprimere i propri feedback in relazione ai titoli messi a disposizione sulla piattaforma e di scrivere recensioni;
- sezioni disponibili anche per i potenziali clienti di Netflix: anche se la maggior parte dei contenuti del social network sarebbe stata riservata esclusivamente agli abbonati di Netflix, alcune sezioni sarebbero state accessibili anche ai non utenti.
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Ormai sono trascorsi oltre due anni da queste indiscrezioni, eppure non vi è stata nessuna notizia ufficiale riguardo all'effettivo rilascio di questa nuova funzionalità, di conseguenza non sappiamo se Netflix stia ancora sviluppando N-Plus o se abbia scelto di abbandonare il progetto.
Indipendentemente dalla sua sorte effettiva, leggendo i dettagli delle sue funzioni sorge spontaneo fantasticare su come N-Plus avrebbe potuto (o potrà) prendere vita. Dalle notizie emerse è possibile evincere che, secondo i piani di Netflix, la piattaforma streaming e la sua estensione social sarebbero dovute essere strettamente connesse tra loro.
Quale potrebbe essere il legame tra i servizi streaming e i social network?
Questi due mondi sono più connessi di quanto si potrebbe essere portati a pensare a prima vista.
Tutti ci siamo trovati almeno una volta a esplorare il catalogo di una piattaforma streaming per diversi minuti prima di riuscire a trovare il film o la serie adatta per l’occasione.
Le pellicole rappresentano un esempio dei cosiddetti: “experience goods”, la cui qualità resta a noi ignota fino al momento della fruizione. Se cercassimo su internet informazioni tecniche relative a un prodotto come una lavatrice (un “search good”), saremmo in grado di comprendere in modo alquanto esaustivo le sue caratteristiche e prestazioni anche senza utilizzarlo. Il livello di apprezzamento di un film è, invece, molto più soggettivo e non è quantificabile in modo univoco.
Quando scegliamo quale titolo vedere, spesso ci lasciamo guidare da scorciatoie decisionali (o eurismi), che ci inducono, per esempio, a prendere in considerazione film o serie a cui hanno lavorato attori o registi che abbiamo già incontrato in altre pellicole.
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Talvolta potremmo essere interessati a titoli che hanno ricevuto dei premi o sono stati acclamati dalla critica. Secondo gli studi di Mattias Frey presentati nel suo libro: “Netflix Recommends”, condotti su un campione composto da abitanti degli Stati Uniti e del Regno Unito, quando gli utenti decidono quali film on demand guardare, le loro scelte sono influenzate soprattutto dai consigli di amici, colleghi e famigliari. Questo rappresenta un primo esempio dell’influenza esercitata dalla sfera sociale sulle nostre scelte di fruizione di film e serie tv.
Le conversazioni relative ai titoli che più apprezziamo sono molto frequenti e spesso rappresentano una parte essenziale dell’esperienza cinematografica, in quanto il contatto con gli altri ci aiuta a cogliere nuove sfumature e dettagli di film e serie, inducendoci a espandere i nostri confini.
I social network sono il luogo ideale dove consigliare e commentare titoli e fungono spesso da cassa di risonanza per i film e le serie più popolari.
Questo può avere un forte impatto sulle nostre scelte di titoli da vedere, soprattutto quando ci troviamo nella condizione di visualizzare numerosi post relativi a titoli che ancora non abbiamo visto.
Questo bisogno può indurci a fare bingewatching e recuperare celermente una serie popolare sia per non incorrere in spoiler, sia per paura di essere esclusi dalle conversazioni che la riguardano, arrivando, così, ad adeguarci alle dinamiche del gruppo.
Un interessante indicatore della popolarità di un film o una serie è dato dal numero di meme pubblicati sui social che lo/la riguardano. Queste immagini scherzose sono indicative di come i prodotti seriali facciano parte della nostra cultura pop e permeino la nostra quotidianità.
Nel libro “Galassia Netflix”, Alessandro Alfieri riporta "...la nostra esistenza, le nostre idee, la nostra sensibilità e le nostre emozioni si basano su modelli e ispirazioni che non è certo l'arte contemporanea a offrirci (...) ma soprattutto le nuove produzioni seriali (...). [Esse] hanno la forza di ridefinire e rilanciare l'immaginario segnando tanto la cultura in senso astratto quanto l'esperienza concreta e quotidiana di ognuno di noi."
Per comprendere meglio questo concetto possiamo fare un esempio a partire da un meme tratto dalla famosa serie tv “The Office”.
Questa citazione può essere tradotta come segue: “sapevo esattamente cosa fare, ma in termini più realistici… non avevo idea di cosa fare.”
Indipendentemente da se conosciamo o meno il personaggio che la pronuncia o la scena da cui è tratta, possiamo cogliere facilmente il significato di questa affermazione. L’immagine fa riferimento a una sensazione di inadeguatezza in cui è per noi facile identificarci. Talvolta può accaderci di non essere all’altezza della situazione e, diversamente da quanto ci si aspetterebbe da noi, di non sapere come agire. Chi ha visto la serie di riferimento sarà anche a conoscenza del fatto che a proferire la citazione è Micheal Scott, un ottimo esempio di anti-eroe, che incarna e porta comicamente all’eccesso molti difetti comuni. Per questa ragione il suo personaggio è molto amato dal pubblico, che da un lato lo trova divertente, e dall’altro può, almeno in parte, identificarsi in lui e nelle difficoltà che incontra nel suo quotidiano.
Le pagine social molto frequentemente associano citazioni come questa a nuovi contesti (nuovi POV o “Point of View”) mantenendo la scena molto attuale e adattandola al loro pubblico. Per esempio, in una pagina il cui target è costituito da studenti, questo meme potrebbe essere preceduto da una frase come: “Pov: stai facendo un esame e tutte le domande riguardano argomenti che non hai studiato”.
Condividendo sui social immagini come queste ci serviamo di una scena, ormai ben radicata nell’immaginario collettivo, per esprimere, in tono ironico, un nostro piccolo o grande turbamento, nella consapevolezza che anche altri tra i nostri amici e conoscenti potrebbero averlo sperimentato e sarebbero, dunque, in grado di capirci.
Quando un meme che postiamo raggiunge persone che hanno anche visto la serie di riferimento, la connessione con loro diviene più profonda, in quanto arriviamo a condividere anche il piacevole ricordo della visione.
Le serie sono parte della nostra cultura e quando sui social notiamo battute relative a contenuti che non abbiamo ancora visto e che, dunque, non possiamo comprendere del tutto, percepiamo la sensazione di rimanere isolati. Per questo i social possono rappresentare un forte incoraggiamento a recuperare i titoli più popolari.
Da spettatori a creatori
Non dimentichiamo, inoltre, che se da un lato le serie tv e i film di successo influenzano il nostro modo di esprimerci sui social, è anche vero che i nostri stessi feedback scritti su queste piattaforme possono avere il potere di influenzare lo sviluppo di nuovi contenuti. Un esempio è dato dalla polemica nata dai fan in relazione al concept di “Sonic” per l'omonimo film del 2020: il design del protagonista è stato oggetto di critiche da parte del pubblico che ha manifestato sui social il proprio dissenso, raggiungendo persino il risultato di far rimandare la data di uscita della pellicola pur di permettere il restyling del personaggio principale.
Non deve stupire, infatti, che una delle funzioni previste per N-Plus sia volta proprio a permettere agli utenti di prendere parte al processo di scrittura di nuovi titoli. Per Netflix è essenziale essere in grado di intercettare le preferenze e i desideri del suo pubblico e i social sono il canale ideale dove raccogliere informazioni sugli utenti e sui loro feedback relativi ai titoli già pubblicati.
Queste sono alcune tra le dinamiche che rendono il legame tra social network e servizi streaming molto stretto.
Oggi le piattaforme dell’intrattenimento lottano tra loro contendendosi la risorsa più preziosa: il tempo libero degli utenti.
Per questo i servizi streaming allargano i loro confini accogliendo gli utenti in un ecosistema ricco e variegato.
Amazon, per esempio, offre la possibilità di acquistare prodotti agevolmente sul suo servizio e-commerce, vedere film e serie tv in streaming su Prime Video e musica con Prime Music, leggere ebook con Kindle e molto altro. La Disney ci regala ogni anno emozioni uniche nelle sale cinematografiche da rivivere nelle nostre case su Disney+ e dal vivo nei parchi a tema.
Anche Netflix, che per molto tempo è stata "solo" una piattaforma streaming, ha da pochi anni fatto il suo ingresso anche nel mondo del gaming mobile. Solo il tempo ci potrà dire se anche N-Plus diventerà parte della sua offerta.