Il Growth hacking è un processo che, attraverso la sperimentazione, mira ad individuare tutte le attività di marketing che possono far crescere velocemente un business. Negli ultimi anni questa pratica è diventata estremamente nota ed è stata vista come la principale soluzione per permettere alle aziende di raggiungere gli obiettivi che si sono poste o ai professionisti di realizzare idee e sviluppare progetti pur avendo budget ridotti.
In realtà, si tratta di un approccio di cui è ancora difficile dare una definizione univoca e che non ha ancora assunto dei confini ben precisi. Chi si occupa di Growth hacking è in grado di pensare fuori dagli schemi e di utilizzare tutti gli strumenti, le risorse e le informazioni a propria disposizione per ottenere il miglior risultato possibile.
Viene adottato in particolar modo nelle startup, ma è un modo di agire adatto ad ogni azienda e ad ogni settore che consente di raggiungere risultati straordinari in breve tempo.
Growth hacking, che cos’è e principi
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Il Growth hacking è una sottocategoria del marketing che ha come obiettivo quello di portare un’azienda o una startup a crescere rapidamente. È un vero e proprio modo di pensare, un approccio differente da quelli tradizionali che mira ad utilizzare tutti i possibili strumenti a propria disposizione e ad ottimizzare anche i budget più bassi. Pur utilizzando gli strumenti del digital marketing, non va confuso con quest’ultimo, poiché tiene in considerazione più elementi.
Attinge a più discipline ed è basato su un vero e proprio processo di sperimentazione, con test e una regolare attività di monitoraggio di dati che permette di individuare in tempi rapidi quali sono le attività che portano risultati soddisfacenti e quali, invece, quelle fallimentari. Ciò consente di investire le risorse, che nella maggior parte dei casi sono limitate, in maniera profittevole, senza rischiare perdite.
I team che si occupano di Growth hacking sono composti da professionisti con competenze differenti: esperti di marketing, di digital advertising, di ingegneri, product manager e tante altre figure che collaborano per raggiungere insieme l’obiettivo prefissato.
Attraverso il Growth hacking si cerca il miglior modo possibile, procedendo tramite test, per raggiungere il maggior numero di utenti spendendo il meno possibile
Il termine Growth hacker è stato coniato nel 2010 da Sean Ellis, imprenditore, speaker e consulente per start-up e aziende (tra le quali spicca Dropbox), che in un post nel suo blog personale ha affermato che si tratta di professionisti che mirano esclusivamente ad una crescita scalabile, valutando l’impatto di ogni azione. È stato successivamente ripreso da altri, come Andrew Chen, autore e investitore in diverse start-up che si occupano di tecnologia, e si è diffuso velocemente fino a diventare di utilizzo comune.
Il Growth hacking è estremamente vantaggioso perché consente di acquisire nuovi clienti e avere nuove entrate anche quando non si hanno grandi risorse a disposizione, di massimizzare il ROI, di fidelizzare i clienti e di innovare, proponendo ai consumatori finali prodotti e servizi completamente nuovi rispetto a ciò a cui sono abituati.
Growth hacker, cosa fa un esperto di Growth hacking
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Non è richiesta una formazione o una competenza specifica per diventare un Growth hacking, ma è necessario avere un set di soft skills imprescindibili, ossia la giusta predisposizione mentale e un’apertura che porta il professionista a percorrere strade mai battute in precedenza e a cercare soluzioni innovative e che garantiscono una crescita scalabile.
Un Growth hacker osserva l’ambiente circostante, studia le tendenze di mercato e collabora con diversi professionisti per comprendere quali sono gli strumenti che potrebbero essere utili per raggiungere velocemente gli obiettivi posti con le risorse che si hanno a disposizione.
Dopo aver effettuato ricerca di mercato, vengono individuate delle strategie di applicare. Il metodo è quello sperimentale: si eseguono degli A/B test, si analizzano dati e risultati ottenuti e si procede solo con ciò che è veramente profittevole.
Un Growth hacker possiede competenze tecniche, una mentalità orientata alla crescita, etica del lavoro, capacità di time management e di problem solving, creatività, curiosità, capacità analitiche e flessibilità
I Growth hacker non hanno nulla a che fare con gli hacker, ma nel lavoro seguono un’etica e dei principi. Le azioni messe in atto non mirano mai a ledere la riservatezza, i diritti o la privacy degli utenti.
Strategie di Growth hacking e metodi
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Le strategie di Growth hacking si basano principalmente su tre elementi: il digital marketing, lo sviluppo del prodotto e l’analisi dei dati.
Le strategie e le tecniche di Growth hacking sono tutte quelle necessarie e utili per dare vita ad una crescita virale, che partendo dal nulla permette di avere una importante visibilità e di riuscire ad avvicinare potenziali clienti e ottenere delle conversioni.
L’acquisizione di nuovi clienti o l’ottenimento delle informazioni può avvenire tramite l’email marketing, le attività SEO, il content marketing, l’utilizzo dei social network, dei forum e dei blog. Si possono usare newsletter, podcast, webinar, eventi, ebook, white paper, attività di influencer marketing e tanto altro ancora.
Per crescere si possono promuovere i propri prodotti o servizi attraverso l’advertising a pagamento, con la creazione di più campagne pubblicitarie e a/b testing per valutare la creatività e l’efficacia e con una assegnazione intelligente del budget. L’analisi dei dati è fondamentale e imprescindibile. Sono i dati raccolti e la loro interpretazione che devono guidare l’attività del Growth hacker.
Per saperne di più: Cos’è e cosa si intende per digital marketing