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Furto di identità sui social, come contrastarlo e come prevenirlo

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Un profilo fake può dare vita a frodi anche molto gravi. Ma è possibile segnalare il furto al social di riferimento e denunciarlo alle autorità competenti

truffa social Shutterstock

Il furto di un profilo social è un’attività che genera un danno difficile da quantificare: da una parte la sofferenza del singolo utente, che vede violata la propria privacy. Dall’altra la possibilità che il profilo fake venga utilizzato per attività fraudolente più o meno gravi. 

Per fortuna un utente vittima di furto di identità social ha la possibilità di segnalare il profilo fake e addirittura di denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine. 

Inoltre non bisogna dimenticare quelle strategie e quelle attenzioni che permettono di innalzare il livello della propria sicurezza informatica, abbassando il rischio di esposizione a problematiche di questo tipo. 

  • 1. Come segnalare e denunciare un furto di identità sui social
    Furto di identità online

    Shutterstock

    Nel caso in cui ci si imbatta in un profilo fake legato a un possibile furto della propria identità, è importante eseguire diverse azioni nel minor tempo possibile: a partire dalla raccolta di prove, la segnalazione e la denuncia.

    Per poter segnalare e denunciare un furto profilo bisogna innanzitutto raccogliere il maggior numero di prove possibili: ad esempio effettuando memorizzando l’URL del profilo in questione e dei suoi post, che possono anche venire memorizzati sotto forma di screenshot

    Può capitare che il furto di identità coincida con un’estromissione dal proprio profilo sui social. In questo caso sarà opportuno creare un nuovo account, o chiedere aiuto a un contatto, in modo da poter portare comunque avanti la raccolta di prove. 

    La procedura da seguire per la segnalazione di un profilo fake varia di social in social e soltanto alcuni propongono voci dedicate espressamente al furto di identità: è il caso ad esempio di Facebook, che permette di segnalare un utente proprio perché Finge di essere qualcuno. Ma anche di X (ex Twitter) che permette di segnalare a seguito di una Rappresentazione d’identità

    Per aumentare le possibilità di rimozione del profilo fake è consigliabile chiedere ad altri utenti di segnalare il furto di identità in corso. Ma non bisogna comunque confondere la procedura di difesa della propria sicurezza informatica con un atto ufficiale

    Per denunciare un furto di identità o un qualsiasi altro danno palese alla propria privacy, bisogna passare per le autorità competenti. Questo vuol dire fare una denuncia formale alle forze dell’ordine.

    In Italia i reati telematici vengono gestiti dalla Polizia Postale ed è possibile sporgere denuncia attraverso una pagina web dedicata. In alternativa è anche possibile recarsi presso una sede fisica


    Anche nel caso di denuncia formale, è consigliabile portare con sé le prove raccolte utili a testimoniare il furto del profilo, ma attenzione: il semplice furto di identità potrebbe non essere considerato reato. Le forze dell’ordine potrebbero infatti avere bisogno di certificare un crimine: ad esempio una frode o un tentativo di frode da parte del profilo fake in questione. 

  • 2. Altri consigli da seguire di fronte se ci si imbatte in un furto di identità sui social
    Scam sui social

    Shutterstock

    Esistono altre attività parallele alla segnalazione e la denuncia, che permettono di smorzare l’impatto di un furto del profilo social anche se non sono direttamente legate ai temi della sicurezza informatica e della privacy online

    Ad esempio è fondamentale avvertire il maggior numero possibile di contatti dell’attività illecita in corso. Per farlo è possibile utilizzare altri canali di comunicazione, o, in alternativa, chiedere ad altri utenti di diffondere il messaggio. 

    Quando si avvisano i contatti in merito a un furto di identità sui social, è importante specificare chiaramente di non interagire con il profilo fake, per non rischiare di incappare in frodi più o meno gravi. Spesso infatti il furto di un profilo nasce per provare a mettere in atto operazioni fraudolente all’insegna del phishing e del social engineering

    Infine, nel momento in cui si recupera il possesso del proprio profilo, è molto importante cancellare tutto ciò che è stato condiviso in precedenza, per almeno due ordini di ragioni. 

    Il primo ha a che fare con la reputazione online e, più in generale, col piacere di recuperare a pieno la propria identità sul web. Il secondo ha a che fare con la possibilità che il profilo sia stato utilizzato per diffondere informazioni false e tendenziose, piuttosto che link potenzialmente nocivi

  • 3. Come prevenire il furto del proprio profilo social
    Migliorare la privacy online

    Shutterstock

    Aumentare il livello di sicurezza informatica permette di tutelare al meglio la propria privacy online, riducendo il rischio di manomissione del profilo e conseguente furto dell’identità

    La prima cosa da fare è intervenire sulla complessità e la varietà delle password: questo vuol dire evitare combinazioni troppo semplici, ma anche evitare di replicare la stessa password in più occorrenze

    Per ovviare a questo problema è possibile ricorrere a un tool come un password manager, o, in alternativa, passare all’autenticazione a due fattori: in questo modo la lettura della password verrà abbinata a un altro controllo di sicurezza, come ad esempio il riconoscimento biometrico o la generazione di un codice OTP

    Bisogna poi evitare di installare inconsapevolmente malware che potrebbero permettere a un hacker di ottenere comunque le proprie credenziali di accesso. 

    Per imparare a difendersi dalle truffe del web come il phishing bisogna abituarsi a leggere pagine, siti e comunicazioni private con un livello di attenzione molto alto. Andando a cliccare su CTA, link o banner soltanto nel momento in cui si ha la ragionevole certezza che si tratti di contenuti autentici, provenienti da persone o entità verificate

    Purtroppo non esistono regole fisse che permettono di distinguere un malintenzionato. Al tempo stesso esistono diversi segnali di allarme da non sottovalutare: si pensi in tal senso alla presenza di errori ortografici o l’uso di URL e indirizzi email privi di un legame diretto con la comunicazione in corso.

    Per fare un esempio concreto: è molto facile fingere di scrivere a nome di un servizio o di un ente. Ma è altrettanto facile identificare una possibile menzogna, nel momento in cui l’indirizzo email del mittente o il link su cui porterebbe una CTA non hanno niente a che vedere con il servizio o l’ente in questione. 

    Per saperne di più: 

A cura di Cultur-e
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