È vero, da molti è considerata l'Apple cinese. È vero, il suo leader si considera la reincarnazione asiatica di Steve Jobs. Sembra, però, che dalle parti di Xiaomi questa volta si siano lasciati prendere un po' troppo la mano. La società cinese ha recentemente rilasciato l'ultima versione di MIUI, ROM di Android ampiamente rivista e personalizzata dal team di ingegneri e sviluppatori cinesi. Arrivata alla sua sesta versione, MIUI è il prodotto di punta della casa di Pechino: il suo sviluppo è supervisionato da Hugo Barra, a lungo deus ex machina del team Android all'interno di Google e da circa un anno passato alla corte di Lei Jun.
Se i risultati sono quelli che si vedono dalle anticipazioni di MIUI 6, però, il lavoro portato avanti dall'ex capo di Android lascia piuttosto spiazzati.
Apple Android
Se si dovesse guardare distrattamente uno smartphone Xiaomi con MIUI 6 si potrebbero avere non poche difficoltà a distinguerlo da un iPhone di ultima generazione. Tanto l'aspetto estetico dello smartphone cinese, quanto l'interfaccia grafica e le funzionalità del sistema operativo mobile ricordano molto da vicino quelle del melafonino. E sono molti a sostenere che non si tratti affatto di un caso. Più volte Xiaomi è stata accusata di “prendere spunto” da Apple sia per il design dei suoi dispositivi mobili, sia per lo sviluppo e la strutturazione del sistema operativo.
In questo caso, però, il gigante cinese della telefonia sembra essersi superato: MIUI 6 è molto simile – identico per alcuni aspetti – a iOS 7. I colori del tema, le forme delle icone, le funzionalità del sistema operativo e le app presenti “di default” sono le stesse presentate il 10 giugno dello scorso anno da Jonathan Ive. E non ci vuole molto ad accorgersene.
Otto similitudini
Il primo colpo d'occhio si ha già visitando il sito web delle due società, nella sezione dedicata ai sistemi operativi: tanto Apple quanto Xiaomi accolgono gli utenti con una pagina a sfondo bianco dove troneggia una “gigantografia” di uno smartphone accompagnata da qualche parola. Come biglietto da visita non c'è male davvero.
Le similitudini, se così possono essere chiamate, proseguono sin dai primi dettagli “operativi” della piattaforma software. La schermata di blocco, fatta eccezione per alcuni particolari, sembra essere stata disegnata con carta copiativa.
Sensazione più o meno simile una volta sbloccato lo smartphone: a differenza di tutti le altre ROM Android, MIUI non ha un app drawer (il menu che racchiude tutte le applicazioni installate) e le app sono raccolte tutte nella schermata principale e nelle altre schermate “secondarie”. Insomma, la stessa soluzione adottata storicamente da Apple per il suo sistema operativo mobile: anche in questo caso MIUI somiglia più a iOS 7 (complici anche le icone quadrate anziché rotonde) che alle versioni di Android.
A questo punto, se si volessero modificare le impostazioni del dispositivo, si rischierebbe il pericolo di essere sopraffatto dai dubbi: “ho tra le mani uno smartphone Android o per errore mi hanno dato un iPhone?” ci si potrebbe chiedere. Dalle icone alla struttura del menu, tutto sembra ricondurre a iOS 7.
Lo stesso vale per le notifiche. Xiaomi ha adottato una soluzione vista in anteprima su iOS 8, con notifiche pop-up e interattive nella parte superiore dello schermo: per rispondere a un SMS, ad esempio, non ci sarà più la necessità di aprire l'app di messaggistica ma si potrà fare tutto direttamente dalla notifica.
non sono esenti da similitudini del genere nemmeno le applicazioni sviluppate dall'azienda di Pechino e inserite di default nel sistema operativo basato su Android.
Basta dare un'occhiata alla bussola, al calendario e all'app fotografica per capire che tra MIUI 6 e iOS7 c'è molto più che una semplice “affinità elettiva”.
Sempre più in alto
Nonostante le accuse di plagio piovano da tutti i lati, gli affari della creatura di Lei Jun non sono mai andati meglio. Lo scorso mese la società con sede a Pechino ha diffuso i dati di vendita relativi al primo semestre 2014, mostrando un incremento delle vendite del 271% rispetto allo stesso periodo del 2013. Da gennaio a giugno di quest'anno Xiaomi ha venduto oltre 26 milioni di dispositivi e punta a superare quota 60 milioni prima della fine dell'anno. Per capire il volume di affari generato nel corso di questa prima metà del 2014 basta pensare che nell'intero 2013 sono stati venduti poco più di 18 milioni di smartphone. Grazie a questo incremento, Xiaomi ha superato Samsung nella classifica dei venditori di smartphone in Cina e grazie ai suoi 15 milioni di pezzi contende a Lenovo la leadership del mercato cinese.