I dodici mesi che sono appena terminati hanno rappresentato per Xiaomi l'anno della definitiva consacrazione. Anche se molti restano scettici sull'effettivo potenziale del produttore cinese di dispositivi mobili (il guru Apple Jony Ive, ad esempio, considera Xiaomi una società “copia e incolla” capace di produrre solo imitazioni), la “Apple cinese” ha rapidamente scalato le classifiche di settore, posizionandosi alle spalle del duo Samsung-Apple in quanto a smartphone venduti (dato diffuso da Gartner e IDC e relativo al terzo trimestre 2014); ha raccolto finanziamenti per 1 miliardo di dollari nel giro di poche settimane, vedendo lievitare la propria quotazione oltre la soglia dei 45 miliardi di dollari; le proiezioni di vendita per il 2015, infine, parlano di oltre 100 milioni di dispositivi piazzati sul mercato mondiale.
Dati confermati ufficialmente da Lei Jun, fondatore della società cinese, tramite uno dei suoi account Weibo, celebre social network cinese.
Vendite triplicate
Il post, una sorta di lettera aperta rivolta ai 5mila e più dipendenti della società cinese, snocciola cifre capaci di far impallidire chiunque. Rispetto al 2013, Xiaomi ha triplicato – o quasi – le vendite, facendo segnare un contemporaneo aumento anno su anno del 135% dei ricavi. Traducendo queste percentuali in cifre, ci si trova di fronte a risultati da prima della classe (o quasi): nel 2014 Xiaomi ha venduto poco più di 61 milioni di dispositivi, generando quasi 75 miliardi di Yuan (12 miliardi di dollari) di profitto.
In via di sviluppo
La Apple cinese deve gran parte di questo successo ai Paesi in via di sviluppo – Cina in testa – dove i suoi dispositivi registrano un grande successo di critica e pubblico. In India, ad esempio, Xiaomi ha venduto oltre un milione di dispositivi in appena cinque mesi di attività, nonostante l'interdizione alle vendite causata da una disputa legale con Ericsson. Per questo, sottolinea Lei Jun nel suo post su Weibo, c'è bisogno di una nuova strategia commerciale che permetta di espandere ulteriormente i confini economici della società: oltre ai nuovi lanci nel sud-est asiatico, Xiaomi dovrebbe ben presto fare il proprio ingresso in Messico, Brasile, Russia e Turchia. Quattro dei mercati maggiormente interessanti sia da un punto di vista economico-finanziario, sia dal punto di vista delle prospettive di crescita del mercato dei dispositivi mobili.
Xiaomi Redmi 2
Un ruolo fondamentale, in questo processo di crescita e sviluppo, dovrebbe rivestirlo lo Xiaomi Redmi 2, erede diretto del fortunatissimo Xiaomi Redmi 1S. Il nuovo smartphone della casa cinese avrà un display d 4,7 pollici con risoluzione 1280x720 pixel, SoC Qualcomm Snapdragon 410 a 64 bit, 1 gigabyte di RAM, 8 gigabyte di spazio di archiviazione (espandibili), fotocamera posteriore da 8 megapixel e supporto dualSIM 4G. Il tutto per una cifra di poco inferiore ai 120 dollari (più o meno 100 euro).