I fattori che, ad oggi, frenano lo sviluppo dell'Internet delle cose (Internet of things in inglese) sono vari. La mancanza di protocolli di comunicazione univoci che permettano di collegare senza molti problemi dispositivi di varia natura, realizzati da produttori differenti e gestiti attraverso software differenti è, senza ombra di dubbio alcuna, uno dei più importanti. Questo, almeno, sino ai nostri giorni. Dalla Germania, infatti, giunge un kit hardware rivolto a sviluppatori di app che dovrebbe imprimere un impulso forse definitivo allo sviluppo di questo settore.
Wunderbar
Relayr è una piccolissima startup nata il gennaio 2013 con un obiettivo ben preciso: creare degli strumenti che facilitino la connessione e la comunicazione tra vari dispositivi (smartphone, tablet, piccoli elettrodomestici, automobili, ecc.) per trasformare in realtà l'eterna promessa dell'Internet delle cose.
Per fate ciò affida le proprie speranze ad una "barretta" di cioccolato composta da sette quadratini. Esteriormente, infatti, Wunderbar somiglia in tutto e per tutto ad una stecca di cioccolato, ma in realtà è un vero e proprio concentrato di tecnologia. I sette quadratini di "cioccolata" altro non sono che sette schede di sensori il cui compito è e sarà facilitare lo sviluppo di applicazioni che controllino dispositivi mobili e piccoli elettrodomestici.
A cosa serve Wunderbar
"A livello hardware - afferma Jackson Bond, uno dei fondatori di relayr - ci sono già moltissimi progetti orientati alle necessità dei produttori. Ciò che è mancato sinora è un progetto analogo che facilitasse la vita degli sviluppatori di applicazioni". E Wunderbar si candida a riempire questo vuoto. Creando una rete di sensori e di protocolli di comunicazione, la barra intelligente in via di sviluppo in Germania dovrebbe fornire agli sviluppatori tutti gli strumenti di cui hanno bisogno per sfruttare tutte le funzionalità di dispositivi "smart".
"Per utilizzare Wunderbar - continua ancora Bond - non è necessario avere alcuna specifica conoscenza hardware: tutto ciò di cui ci sarà bisogno, sarà una spiccata vena fantasiosa e voglia di sviluppare". Un compito, tra le altre cose, facilitato dal kit di sviluppo software che la startup tedesca mette a disposizione e che, a detta dello stesso Bond, permette di sviluppare applicazioni in maniera semplice, intuitiva e, soprattutto, nel giro di pochissimi minuti. Sfruttando, inoltre, la tecnologia Bluetooth a basso consumo energetico, i moduli comunicheranno tra di loro via etere, senza la necessità di collegarli con dei cavi.
Gli ideatori della barra per l'Internet delle cose hanno ne già mostrato alcune possibili utilizzi: uno dei sensori, ad esempio, potrebbe avvisare quando le piante del giardino hanno bisogno di essere innaffiate, mentre un altro ci potrebbe inviare una notifica quando il tagliaerba avrà terminato il proprio compito in giardino.
Come è fatta Wunderbar
I sette sensori che compongono Wunderbar sono dotati di modulo Bluetooth low energy (BLE, Bluetooth a basso consumo energetico in italiano) che consente di metterli in comunicazione l'uno con l'altro senza consumare troppa energia. Uno dei sette moduli svolge la funzione di master e controlla il funzionamento degli altri sei "pezzi di cioccolato" più piccolini. Il primo è dotato di un microcontroller NXP ARM 1800-Series Coretwx-M3 con batteria agli ioni di litio e di un modulo Wi-Fi per connettere la rete di sensori ad Internet e alla LAN casalinga. I sei "satelliti" hanno un SoC Cortex M0 con appena 16 Kb di RAM. Ognuno di questi, inoltre, è dotato di un sensore che ne definisce compito e ruolo all'interno della rete. Quattro moduli, sinora, hanno già i loro sensori: uno è dotato di sensore per la luce, di prossimità e per i colori; il secondo ha giroscopio e accelerometro; il terzo un termometro e sensore di umidità; il quarto un ricevitore ad infrarossi per essere controllato a distanza e ricevere input da dispositivi diferenti dal blocco di gestione centrale.
I sensori da implementare all'interno degli altri due moduli verranno scelti dalla comunità di investitori al termine della campagna di crowdfunding tuttora in corso.
5 aprile 2014