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Windows Media Player compie 30 anni: la storia

Trent’anni e non sentirli: così il media player di Windows spegne le sue prime trenta candeline, dopo aver contribuito in maniera essenziale alla storia dei computer

windows media player

È stato il precursore delle applicazioni per l’ascolto di file audio e la visualizzazione di file video, dapprima solo in ambiente Windows per poi arrivare anche su altri dispositivi disponibili sul mercato. Stiamo parlando di Windows Media Player, il programma realizzato da Microsoft che quest’anno festeggia il suo trentesimo compleanno con alle spalle una storia di tutto rispetto: ecco quali sono le tappe più importanti del suo percorso.

Windows Media Player, gli esordi

windows media playerÈ la fine degli anni ‘80 e Windows, il sistema operativo di Microsoft, non supporta ancora la riproduzione di contenuti audio e video. Il motivo è semplice: mancanza di potenza, con le macchine a disposizione per il grande pubblico che faticano a trovare lo spazio necessario per ospitare i primi filmati, soprattutto senza il sostegno strategico dei codec in grado di comprimere le dimensioni mantenendo intatta la qualità dei documenti in circolazione.

Con l’avvicinarsi degli anni ‘90, invece, i computer cambiano stile e diventano multimediali, integrando schede grafiche e audio: iniziano a produrre e riprodurre i primi suoni e filmati. A governarli c’è Windows 3.0, il primo sistema operativo di Redmond capace di dare spazio ai nuovi formati, sia per quanto riguarda l’ascolto che la registrazione.

Di lì a breve arriva il primo vero grande punto di svolta. Infatti, il 20 ottobre 1991 l’azienda rilascia Windows 3.0 con Multimedia Extensions, giusto prima di passare al primo aggiornamento della terza edizione dell’Os proprietario: fanno la loro comparsa i nuovi file MIDI, piccoli ma potenti contenitori sonori in formato digitale, così come la possibilità di ascoltare audio CD tramite computer, riprodurre suoni dedicati ad eventi come l’avvio del sistema o l’errore durante l’utilizzo del pc.

A rendere possibile la “magia”, nella maggior parte dei casi, è un programma integrato nel sistema operativo chiamato Media Player.

All’inizio, Media Player è in grado di riprodurre un unico formato di file, con estensione .MMM, acronimo che sta per MultiMedia Movie Format. In poco tempo, già nel 1992, l’utilizzo viene ampliato e compaiono altre estensioni compatibili come .AVI tuttora ampiamente utilizzata. In una storia lunga 30 anni, i primi passi di Windows Media Player sono stati cruciali per lo sviluppo dell’applicazione.

Cresciuta nel tempo, ha subito un articolato processo di sviluppo che ha consentito di diventare il programma che ancora oggi possiamo utilizzare per compiere un numero sempre maggiore di operazioni, complesse o meno. Microsoft ha puntato molto sull’app che, versione dopo versione, ha raccolto le principali evoluzioni tecnologiche messe in campo dall’azienda. Dagli .AVI allo streaming giunto per la prima volta sui computer nel 1996 con Active Player, diventato poi nel corso del tempo DirectShow, sono molte le funzionalità diventate parte integrante del programma che oggi ha conquistato il record di tre decenni di vita.

Windows Media Player, i traguardi raggiunti

windows media playerNegli anni a venire non sono mancati i competitor: da Apple QuickTime, fino a RealPlayer realizzato da RealNetworks, gli avversari si sono susseguiti rapidamente. Di certo, a contribuire in maniera essenziale alla sua posizione di riferimento è stata la capacità di estendere la sua presenza anche su altri sistemi operativi, da iOS fino ad Oracle Solaris, alternativa Unix sviluppata da Sun Microsystems.

Altro imponente balzo avanti è quello compiuto a maggio del 1996, con l’integrazione di nuovi codec audio e video. Con ActiveMovie, Windows Media Player integra l’ascolto di ulteriori formati, diventando un vero e proprio punto di riferimento per gli utenti dotati di computer basati su Windows. Non mancano neanche i passi falsi, ovviamente, come la scelta dell’ottobre 1998 di rimuovere il supporto ai file .MP3.

Formato dalla fama crescente, viene tagliato fuori dalla versione 5 del programma nonostante l’importanza fondamentale per il settore audio.

E con la diffusione dei programmi che consentono di scaricare musica, in maniera legale o meno, la decisione appare decisamente impopolare agli occhi degli utilizzatori che iniziano così a guardarsi intorno per trovare valide alternative. È luglio del 2000 quando l’app cerca di riconquistare il favore del pubblico, con l’introduzione della masterizzazione di cd e l’integrazione delle skin. Si tratta di maschere personalizzabili che consentono di modificare l’aspetto grafico dell’interfaccia, una moda particolarmente sentita in quegli anni in cui il sistema operativo inizia ad allinearsi ai gusti visivi del suo utilizzatore; ad aprire la strada, in questo senso, è WinAmp, prodotto da NullSoft e uno dei maggiori rivali proprio in quegli anni (e con tanto di supporto per gli .MP3).

Arrivano poi i file .WMA, legati soprattutto all’introduzione dello store MSN Music, tramite il quale è possibile acquistare brani musicali protetti da licenza DRM. Passano solo due anni quando cambia totalmente aspetto, in modo da integrarsi con il lettore di musica digitale di Microsoft, Zune, che lo sfrutta per sincronizzare i contenuti in memoria con quelli disponibili sul computer.

Windows Media Player, com’è oggi

windows media playerLa nuova versione, giunta con Windows 11, non ha portato grandi cambiamenti dall’ultimo aggiornamento massivo datato 2012. Musica, film e spettacoli tv da affittare o acquistare per la visione sono diventate parte integrante dell’applicazione, in linea con il servizio di Xbox Video è, sempre figlio di Microsoft, nato proprio con l’intento di favorire la fruizione di tali contenuti. Molti attendono un grande rinnovamento, soprattutto dopo il leak inatteso dell’app chiamata “Media Player”. Per adesso, però, Microsoft ha scelto di mantenere il totale riserbo su quello che sarà il prossimo passo di questa storica applicazione. Non resta dunque che fare gli auguri e attendere ciò che il futuro saprà regalare.

A cura di Cultur-e
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