È arrivata alla ventinovesima edizione la Giornata Mondiale senza tabacco (World No Tobacco Day), evento organizzato ogni 31 maggio dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization). Il tema al centro delle celebrazioni di questa edizione è la promozione di severe leggi contro il tabacco: divieto di pubblicità o sponsorizzazione di qualsiasi tipo, sia diretta che indiretta, limitazione per i minori e divieto di fumare in tutti i locali pubblici, dove il cartello vietato fumare passa spesso e volentieri come un inutile intralcio alla libertà di espressione.
Nonostante anni di ricerche scientifiche abbiano dimostrato la nocività di questa abitudine, tabacco e fumo non vengono considerati realmente per ciò che sono: una forma di schiavitù e di dipendenza paragonabile a quella prodotta dalle cosiddette droghe pesanti (cocaina, eroina, ecc.). Il fumo, invece, è una vera e propria piaga sociale, principale causa di morte prevedibile tra gli adulti e responsabile, ogni anno, di oltre 6 milioni di morti (il 10% dei quali causati da fumo passivo). Un’epidemia che nemmeno la sigaretta elettronica, il cosidetto fumo digitale, sembra in grado di fermare. Non solo. Se non si agirà immediatamente, questi numeri sono destinati a crescere del 30% circa in meno di 15 anni.
Nel caso in cui gli 11 milioni di fumatori italiani smettessero di fumare, ne guadagnerebbero sia sotto il punto di vista economico che della salute. Il fumo da tabacco è infatti tra le cause principali dell’insorgenza di tumori alla gola, ai polmoni, alla faringe, alla laringe, allo stomaco, al pancreas, al fegato, alla vescica e al rene. La dipendenza da sigaretta o sigaro è, inoltre, all’origine di malattie che colpiscono il sistema cardiovascolare nella sua interezza. Una piaga che diventa vera e propria emergenza sociale se si osservano i dati demografici dei consumatori: il fumo è diffuso soprattutto tra le giovani generazioni, dove un uso prolungato provoca i danni più gravi. Nel nostra Paese ogni anno muoiono a causa del fumo da tabacco bene 60mila persone, di cui 40mila per tumore ai polmoni.
Per questo l’OMS ha messo in campo una pressante campagna di sensibilizzazione sfruttando tutti i mezzi messi a disposizione da Internet. Social network e Facebook in primis. La Giornata mondiale senza tabacco ha una propria pagina ufficiale sul social network di Mark Zuckerberg, dove vengono promosse e sponsorizzate tutte le iniziative odierne intraprese a livello mondiale. Possibile, inoltre, trovare link a video, immagini e altre risorse multimediali e digitali che permettono agli internauti di informarsi coscientemente sui pericoli e i danni provocati dal fumo. Restano tutti da verificare, invece, i problemi arrecati alla salute dei consumatori dal fumo digitale, la diffusione ancora limtata, sia nel tempo che nello spazio, della sigaretta elettronica è alla base di studi scientifici ancora allo stadio embrionale.
Per YouTube è stato invece ideato un video che mostra tutte le storture e le ambiguità del fumo. I fumatori vengono dipinti come manichini nelle mani di una sorta di “grande fratello”, abile a manipolarli con i sapori suadenti delle bionde. Per questo il claim del video recita Free yourself, ovvero liberati.
Su Twitter, invece, impazza l’hashtag #NoTobacco, grazie al quale è possibile trovare tutti i cinguettii relativi agli eventi mondiali o link a notizie e risorse utili per smettere di fumare.
Il sito ufficiale realizzato dall’OMS, invece, è ricco di informazioni e risorse scientifiche, per un’informazione ancora più precisa, puntuale e accurata sulla dipendenza da tabacco e nicotina.
I dati sulla diffusione della sigaretta elettronica
Sono 500 mila gli italiani che usano regolarmente la sigaretta elettronica (e-cig). Mentre il 3,2% dei connazionali la utilizza occasionalmente. Ma soltanto il 10,6% di chi l'ha utilizzata ha effettivamente smesso di fumare le sigarette tradizionali. A scattare la fotografia un'indagine Doxa, i cui dati sono stati elaborati dall'Istituto superiore di sanità (Iss), in collaborazione con il ministero della Salute e l'Istituto Mario Negri e la Società di Tabaccologia.
Tra i consumatori di e-cig il 44,4% ha diminuito leggermente il numero delle sigarette tradizionali, il 22,9% ha diminuito drasticamente il numero e il 22,1% non ha modificato le abitudini tabagiche. Quindi l' 89,4% dei consumatori di e-cig sono ancora fumatori e infatti il 95,6% di essi utilizzano quelle con nicotina.
31 maggio 2013