Negli ultimi anni ci hanno insegnato che i social network servono per stringere amicizie con persone nuove e lontane, per conoscere facce nuove magari distanti da noi migliaia e migliaia di chilometri, per riallacciare i rapporti con il compagno di banco delle elementari che non vediamo da decenni e che ora abita in un'altra città o in un'altra nazione. Quello che non ci avevano ancora detto è che i social network possono servire anche a costruire e rafforzare rapporti di buon vicinato, condividere spazi e iniziative di solidarietà con i vicini di casa, creare con loro un rapporto più stabile e duraturo.
Ne è un esempio l'esperimento denominato Social Street, nato a Bologna su iniziativa dei residenti di Via Fondazza, a pochi passi dal centro storico della città delle Due Torri.
Compagni di giochi
L'iniziativa nasce da Federico Bastiani, giornalista, esperto di comunicazione social e, soprattutto, papà. Nonostante abitasse da quattro anni nella piccola viuzza bolognese, non conosceva nessuno o quasi dei suoi vicini di casa. Non sapeva, inoltre, se lì ci fossero bambini con i quali far giocare il suo piccolo pargolo. Così, per ovviare a queste mancanze, Bastiani mette a frutto le sue conoscenze social e crea un gruppo Facebook esistenti sul social network per eccellenza, così da chiamare a raccolta tutti i vicini di casa e gli altri abitanti di Via Fondazza.
Il gruppo, chiamato Residenti in Via Fondazza - Bologna, nasce ad inizio settembre e grazie al passa parola raccoglie immediatamente le adesioni di 500 residenti.
Socialità a costo zero
Il fulcro e l'essenza stessa di questo progetto sono i gruppi di Facebook. Da un lato, infatti, permettono di comunicare (e coordinarsi) gratuitamente e di raggiungere un'ampia platea; dall'altro, con le giuste impostazioni di privacy, permettono di restringere il numero di partecipanti, limitando l'iscrizione ai soli residenti della strada social. In questo modo ci si può conoscere e si possono scambiare due chiacchiere senza che “intrusi” disturbino la comunicazione; si possono organizzare eventi per allargare la cerchia del vicinato social e molto altro ancora.
Gli aspetti pratici del social street
Il social street, però, va molto al di là della semplice conoscenza. Il gruppo ha rapidamente assunto anche una veste pratica, permettendo ai vicini di casa uno scambio informativo molto più veloce e diretto. C'è, ad esempio, chi cerca qualcuno che può tenere i bambini per una sera; chi ha il frigo rotto e cerca ospitalità per il proprio cibo; chi vuole conoscere l'indirizzo di una lavanderia a gettoni e si vede mettere a disposizione decine di apparecchi dai vicini di casa. Insomma, un luogo dove la proverbiale solidarietà tra vicini viene addirittura amplificata e rafforzata dai mezzi della comunicazione sociale. Nel frattempo sono andate in scena anche le prime social dinner. Succede, così, che gli inquilini del civico 90 si ritrovino a cena dagli inquilini del 32 e ne approfittino per conoscersi meglio, per scambiare qualche chiacchiera e qualche segreto sui negozi della zona.
Tanto che la mania social ha contagiato anche i vari esercizi commerciali di Via Fondazza: il cinema Roma applica uno sconto-residenti il martedì sera, mentre il ristorante Le coq qui rit ha lanciato il menu riservato ai residenti della strada.
Epidemia social street
Il progetto conquista, nel giro di poche settimane, l'attenzione della stampa nazionale. E non solo: decine e decine di cittadini restano affascinati dal progetto delle social street e lanciano iniziative analoghe anche nelle loro strade. Bologna resta il comune capofila con ben sette strade divenute social nel giro di pochi giorni (a Via Fondazza si sono aggiunte Via Agucchi, Via Corrado Mazzoni, Via Saragozza, Via Nazario Sauro, Via Santa Cateria e Via Spartaco), ma dal nord al sud della Penisola sta dilagando l'epidemia social street. A Milano i residenti di Parco Solari hanno dato vita ad un'iniziativa analoga, come gli abitanti di Via Pitteri a Ferrara, Via Tripoli a Roma e Via Cesare Battisti a Pescara.
Ogni nuova social street fa affidamento sui gruppi Facebook, grazie ai quali poter comunicare con i vicini di casa, relazionarsi con loro e coordinare le attività - solidali e non - da mettere in campo. Il coordinamento delle varie social street è affidato ad una pagina Facebook, dove è possibile trovare anche tutte le informazioni necessarie per la creazione di nuove strade sociali.
Nextdoor
Una iniziativa simile è attiva da qualche anno anche negli Stati Uniti. L'unica differenza, però, sta nel mezzo scelto per raggruppare i vicini di casa: anziché affidarsi a Facebook, è stato creato ex novo un altro social network.
Per iscriversi a Nextdoor (letteralmente porta accanto) bisogna prima di tutto inserire il proprio indirizzo di casa, così da poter essere messi in contatto con gli altri vicini di casa già iscritti al servizio. Da questo punto in avanti il funzionamento è molto simile all'esperimento portato avanti dai residenti di Via Fondazza a Bologna. Se si ha bisogno di aiuto per fare il cambio di stagione, o di conoscere il numero di un idraulico di fiducia o, ancora, si cerca qualcuno che possa tenere i bambini per la serata si scrive un messaggio alla propria cerchia di vicini di casa e si aspetta che qualcuno risponda.
18 novembre 2013