Non passa giorno che non esca una notizia in merito ad una più o meno grossa e più o meno preoccupante fuga (o furto) di dati personali da Facebook, altri social network o grandi siti sui quali si sono registrati milioni di utenti. I dati personali, e la loro interpretazione, sono il nuovo business su Internet e migliaia di società in tutto il mondo sono disposte a pagare per conoscere i nostri gusti, i nostri spostamenti, cosa acquistiamo, cosa leggiamo, quali video preferiamo guardare e quale musica ascoltiamo più spesso. Tutto ormai è un dato, tutto ormai è sul mercato.
Ma se qualcuno è disposto a pagare per i nostri dati e se i nostri dati non sono affatto al sicuro, per quale motivo non dovremmo essere noi stessi a venderli? La domanda non è peregrina, visto che esistono già piattaforme online tramite le quali i singoli utenti possono vendere i propri dati personali. Di solito queste piattaforme operano tramite una app per smartphone, tramite la quale possiamo cedere i dati relativi al nostro comportamento in cambio di denaro. La maggior parte delle volte, però, si tratta di denaro virtuale: criptovalute, per la precisione. Ma quali sono le principali piattaforme e app per vendere i propri dati? Eccole.
Ocean Protocol
Ocean Protocol è un mercato decentralizzato dove le persone possono vendere i propri dati ad aziende che li useranno per affinare algoritmi di intelligenza artificiale. Informazioni come le transazioni bancarie, il nostro profilo Facebook, i dati dei nostri dispositivi smart home, la nostra storia medica sono possibile merce di scambio tra noi e Ocean Protocol. La società paga in criptovalute DAT, che si possono scambiare sul mercato degli Ethereum.
Wibson
Wibson è un'altra piattaforma che raccoglie venditori e acquirenti di dati personali al fine di creare profili utente finalizzati a migliorare le offerte commerciali. Anche in questo caso possiamo vendere l'accesso al nostro profilo Facebook, i dati del nostro GPS e molte altre informazioni. Il pagamento avviene in criptovaluta WIB.
Doc.ai
Doc.ai è una piattaforma specializzata nella compravendita di dati personali relativi alla salute degli utenti. In pratica i dati vengono usati per migliorare gli algoritmi di intelligenza artificiale che aiutano i medici a prevenire le malattie. Funziona con un'app tramite la quale possiamo comunicare tutti i nostri dati sanitari, i risultati delle nostre analisi del sangue, di test genetici e quelli relativi all'esercizio fisico che eventualmente facciamo. Il pagamento avviene in NRN, altra criptovaluta.
Citizen.me
Citizen.me è contemporaneamente un'applicazione tramite cui vendere i propri dati personali, come l'accesso al profilo Facebook, e una piattaforma di sondaggi a pagamento. In pratica si tratta di condividere i propri dati personali con le aziende e rispondere a questionari per aiutare i venditori a perfezionare le proprie offerte. A differenza delle altre piattaforme, Citizen.me paga in soldi veri: sterline inglesi.
People.io
People.io non compra direttamente i nostri dati ma ci mette in contatto con altre aziende che li vogliono comprare. L'app di People.io analizza i nostri dati e comportamenti e seleziona le aziende partner che probabilmente sono più interessate a noi. Ogni azienda, poi, fa la sua offerta per comprare i nostri dati.
Weople
Weople è l'unica azienda italiana di questa lista di servizi per fare soldi con i nostri dati personali. Si definisce una banca nella quale possiamo depositare i nostri dati e gestirli come vogliamo: possiamo decidere di conservarli in maniera sicura, oppure di "valorizzarli" dopo averli anonimizzati. La privacy degli utenti sarà sempre garantita anche grazie all'aggregazione dei dati. I proventi della "valorizzazione" dei dati potranno essere accumulati nel "salvadanaio" virtuale dell'app per essere poi riscattati come denaro reale oppure spesi per offerte personalizzate da parte di varie aziende.
Quanto si guadagna vendendo i propri dati personali
Visto che di piattaforme che acquistano i nostri dati personali non ne mancano, come abbiamo visto, è lecito chiedersi se il gioco valga la candela. Ossia: quanto si guadagna a vendere i nostri dati? La risposta è semplice: poco, anzi pochissimo. Se tutte, o quasi, queste aziende pagano in criptovalute il nostro ricavo sarà proporzionale al valore della criptovaluta che guadagniamo vendendo i nostri dati. Nel momento in cui scriviamo un DAT vale 0,001510 dollari americani, un WIB vale 0,001368 dollari, un NRN non vale nulla perché non è ancora scambiato sui mercati di valute virtuali.