Anche se le connessioni a Internet sono sempre più veloci, ciò non vuol dire che possiamo permetterci di avere un sito Web lento. Ormai numerosissime ricerche, basate su dati empirici e riscontrati, dimostrano che la lentezza del sito danneggia chi lo gestisce.
Già nel 2017, quando la velocità media delle connessioni era ben inferiore a quella attuale, una ricerca effettuata da SemRush (uno dei tool più usati al mondo per la SEO, l'ottimizzazione dei siti per i motori di ricerca) dimostrava che ogni 100 millisecondi di ritardo nel caricamento delle pagine su Amazon causava un calo delle vendite dell'1%, ogni 2,2 secondi di ritardo nel caricamento di una pagina con il browser Firefox causava un calo dei download del 15,4%, riducendo il tempo di caricamento di una pagina su Shopzilla da 7 a 5 secondi aumentavano del 25% le visualizzazioni di pagina.
Ma non solo: dal 2010 la velocità di caricamento delle pagine è un fattore importante nel posizionamento dei siti Web su Google e questo vale ancora di più per la versione mobile dei siti, visto che dal marzo 2018 Google ha iniziato a indicizzare e posizionare i siti in base proprio a questa versione e non più in base alla versione desktop. Ma come velocizzare un sito lento? Ci sono vari modi, ma sostanzialmente si tratta di lavorare sull'infrastruttura che ospita il sito e sui contenuti pubblicati. Ma, prima di tutto, è bene misurare la velocità del sito per capire quanto è realmente veloce.
Come misurare la velocità di un sito
Visto che Google tiene molto alla velocità dei siti, ha rilasciato un suo tool ufficiale per analizzarla: è Google PageSpeed Insights. Tramite questo tool è possibile scoprire la velocità di caricamento medio di un sito, nella sua versione mobile o desktop. È possibile testare sia il proprio sito che quello di un competitor e otterremo uno score numerico compreso tra 0 e 100. Con un risultato fino a 49 il sito è troppo lento, tra 50 e 89 la velocità è accettabile, tra 90 e 100 è molto buona.
Un altro modo per testare la velocità di un sito è usare aprirlo in Google Chrome, fare click destro sullo sfondo del sito e scegliere "Ispeziona". Comparirà un riquadro a destra con delle tab, tra le quali dovremo scegliere "Network" e "Performance". Da questo momento in poi Chrome inizierà a registrare la velocità del sito in base a quello che gli chiediamo di fare e ci fornirà una gran quantità di informazioni utili, permettendoci di capire quali sono le parti del sito lente e quali quelle veloci.
Come rendere un sito Web più veloce: dietro le quinte
Ogni sito è ospitato su uno o più server, messi a disposizione da un provider di Web Hosting. Non tutti gli operatori di questo settore sono uguali e, di conseguenza, a parità di ogni altro fattore se un sito è ospitato su server veloci va più veloce, se è ospitato su server lenti va più lento. Non c'è altro da fare che scegliere bene il provider del server e, se è necessario, cambiarlo migrando il sito su altri server più performanti.
Anche se il server è veloce, però, può anche essere configurato male e rallentare lo stesso il nostro sito. Per configurare il server nel modo migliore ci vogliono discrete conoscenze, che difficilmente chi possiede un sito può ottenere in poco tempo. Per questo l'ideale è rivolgersi a chi di mestiere amministra server e chiedergli di fare un audit del nostro sito per scoprire se ci sono colli di bottiglia lato server da risolvere. Ad esempio, è utile verificare se ci sono rallentamenti della RAM, della CPU o di altre componenti del server che non dipendono dal sito.
È poi molto utile abilitare la compressione Gzip per tutti i file ospitati sul server, in modo da diminuire la quantità di dati da trasmettere, e attivare la cache in modo che se più utenti chiedono gli stessi dati (o se gli stessi dati sono presenti in più pagine dello stesso sito) tali dati non debbano essere letti più volte dal disco del server, ma siano già disponibili per il trasferimento.
Infine, è anche possibile (ma di solito è a pagamento) usare dei server CDN, ossia dei Content Delivery Network. Si tratta di server "ponte", vicini all'area geografica nostra e dei potenziali utenti del nostro sito, che accorciano le distanze tra i dati e gli utenti. Nei siti multilingua, ad esempio, è utile avere il server principale in Italia e altri server CDN nei Paesi dei possibili visitatori stranieri. Altrimenti un utente americano dovrà ricevere la pagina Web in inglese dal nostro server in Italia.
Come rendere un sito Web più veloce: i contenuti
Dopo aver fatto questo "tuning" lato server, è il momento di velocizzare il sito Web lavorando sui suoi contenuti. Possiamo infatti avere l'infrastruttura più veloce del mondo a disposizione, ma se lo sfondo della nostra home page è un jpeg da 10 megabyte non ci sarà server che tiene: il tempo di caricamento del nostro sito sarà lunghissimo. Questo è solo un esempio, ma le immagini sono il punto dal quale dobbiamo partire per velocizzare il nostro sito.
Oggi i siti sono sempre più visuali e sempre meno testuali e questo è anche un bene, perché migliora l'esperienza d'uso di chi visita il sito, ma le immagini devono essere leggere e veloci da caricare. Certamente bisogna fare delle distinzioni: se parliamo del sito Web di un fotografo, è anche accettabile un tempo di caricamento leggermente superiore affinché l'immagine sia di risoluzione superiore e con un maggior dettaglio. Ma bisogna muoversi con furbizia: se la maggior parte dei nostri visitatori proviene da mobile è perfettamente inutile caricare sul sito immagini 4K. Anche se siamo dei fotografi, facciamo matrimoni e vogliamo mostrare al potenziale cliente che usiamo una attrezzatura di altissimo livello.
La seconda cosa che rallenta maggiormente i siti Web, dopo le immagini, sono gli script perché impegnano il processore in modo abbastanza pesante. Per questo è molto importante ridurre al minimo essenziale l'uso di JavaScript e di spostarli se possibile nel footer, cioè la parte più bassa della pagina. Facendo così, gli script verranno lanciati solo dopo che tutta la pagina è stata caricata e l'utente avrà la sensazione che il sito è già in grado di rispondere ai comandi anche se non tutti gli script sono stati ancora eseguiti.
Se il nostro sito è realizzato in Wordpress, poi, dobbiamo stare molto attenti a due aspetti: il template grafico (detto anche "Tema") e i plug-in. Il template grafico è la parte visibile del sito. Quello standard di Wordpress è molto leggero, ma sostanzialmente vuoto e per nulla attraente. Sul Web è possibile trovare migliaia e migliaia di template gratuiti o a pagamento, alcuni dei quali sono molto belli. Bisogna però stare molto attenti, perché potrebbero essere lenti e pesanti da caricare.
I plug-in, invece, sono delle estensioni da aggiungere al sito per implementare funzioni aggiuntive. Anche in questo caso è meglio evitare di installare plug-in che non ci servono realmente, perché è tutta roba che viene caricata insieme al sito e non può che rallentarlo. Tra i plug-in più pesanti per Wordpress ci sono i cosiddetti "page builder". Si tratta di interfacce molto evolute, che ci permettono di disegnare e personalizzare la grafica del nostro sito in modo perfetto, aggiungendo effetti grafici e video di grande impatto. Il risultato dei page builder, se usati in modo corretto, è un sito veramente bello da vedere e da usare, il tutto senza scrivere una riga di codice. Il rovescio della medaglia è che questi software sono pesantissimi e rallentano in modo estremo il caricamento delle pagine.