I Tech-Quiz di Mister Plus
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Dal gesso al touch screen, il passaggio è stato breve con l’introduzione della lavagna interattiva multimediale. Uno strumento che ha cambiato il modo di insegnare e di imparare nella scuola primaria e secondaria. O meglio, lo ha rinnovato grazie all’utilizzo delle tecnologie informatiche. Come? Andiamo a vedere i vantaggi e la diffusione di uno strumento didattico che ormai tanto nuovo non è, visto che è stato introdotto all’estero negli anni Novanta e in Italia nel 2006.
Innanzitutto, di cosa si tratta?
La LIM è un dispositivo elettronico costituito da uno schermo di dimensioni simili a quelle di una lavagna scolastica tradizionale, collegato a un computer e a un proiettore. Ci sono anche modelli integrati, che utilizzano schermi “touch screen” senza altri componenti esterni. La sua superficie è interattiva e su questa è possibile scrivere, disegnare, visualizzare testi, allegare immagini, riprodurre video o animazioni, navigare in internet e connettersi ad altre lavagne o dispositivi in modalità bluetooth. Ogni oggetto digitale può essere clonato, copiato, ruotato, ingrandito, sovrapposto, reso link ipermediale. I suoi accessori sono il pennarello, per scrivere o usare i comandi sullo schermo, il telecomando per una gestione a distanza, dei mini schermi da tenere in mano o sulla cattedra. In alcuni modelli è possibile ricorrere ai pennarelli colorati: la lavagna riconosce quanto scritto in superficie.
La forza del linguaggio visivo
Secondo alcuni studi del mondo anglosassone uno dei principali vantaggi delle LIM consiste nella visualizzazione multimediale ingrandita, che permette di presentare in aula diversi contenuti contemporaneamente, utilizzando non solo l'ascolto o la lettura individuale, ma anche la forza comunicativa dell'immagine (foto, grafico, mappa, animazione o video). L’impatto visivo potenzia il linguaggio non verbale, permettendo una semplificazione dei concetti e un maggiore coinvolgimento dell’alunno, che segue con maggiore attenzione. Questo rende la lavagna interattiva multimediale particolarmente indicata per ragazzi con difficoltà d’apprendimento, poco abituati a una lunga concentrazione o con diversi stili di apprendimento.
LIM è partecipazione
Altro punto a vantaggio della lavagna digitale rispetto a quella tradizionale è dato dall’interattività. Gli strumenti a disposizione agevolano i lavori di gruppo e permettono uno svolgimento partecipativo della lezione. In questo modo, si accorciano le distanze tra docente e alunno e l’insegnante diventa un facilitatore o animatore della lezione, stimolando gli studenti a organizzare, produrre, comunicare e condividere la conoscenza, in una prospettiva di rete.
Premiati insegnanti creativi e studenti 2.0
Le lavagne interattive incoraggiano la creatività degli insegnanti e li stimolano a rinnovarsi. Ora possono variare il ritmo della lezione, richiamare l'attenzione della classe e divertirsi un po’ di più. Certo, è necessario che sappiano utilizzare almeno un computer e siano aperti e disponibili al cambiamento. Gli studenti, dal loro punto di vista, vedono la LIM più vicina al loro modo di comunicare e di accedere alle informazioni. Possono prendere appunti o evidenziare concetti direttamente su schermo, mostrare o richiamare immagini e link, stampare la propria interrogazione per ripercorrere errori o successi, recuperare la lezione in digitale e inviarla al proprio computer (tramite bluetooth) o ai compagni assenti (via e-mail).
La diffusione delle lavagne interattive nelle scuole italiane
In Italia, la LIM viene introdotta nella scuola nel 2006. L’iniziativa coinvolge 550 scuole superiori secondarie del Centro e Sud Italia, 3.300 insegnanti e circa 35.000 studenti, con la distribuzione di 1.650 lavagne digitali. Il progetto viene rilanciato nel 2008, dal ministro Gelmini, che intende dotare la scuola primaria e secondaria di 10.000 lavagne multimediali. Cos’è successo da allora? Secondo un’indagine del MIUR del 2 aprile 2012, oggi l’82% delle scuole pubbliche e il 18,5% di quelle paritarie usano la LIM. Scorrendo le tabelle del Ministero, si rileva che nelle statali le lavagne tecnologiche sono presenti in 3 classi su 4, mentre nelle private solo in una su 4, per essere collocate nei laboratori nel 48,6% dei casi. I docenti statali che usano "abbastanza" o "molto" le tecnologie moderne sono ormai il 75%. E nelle paritarie non più del 55%. Gli alunni delle scuole pubbliche le utilizzano per studiare e fare ricerche in 88 casi su cento, contro il 31% dei loro colleghi delle paritarie, che nelle interrogazioni le usano "abbastanza" o "molto" solo 23 su cento. In termini di scuola 2.0, questa volta a perdere sono gli istituti privati.
23 novembre 2012