Tutti hanno almeno una porta USB nel computer, nello smartphone, nel tablet e persino nella smart TV ma pochi conoscono veramente la connessione USB. Moltissimi, invece, confondono i formati dell'USB con gli standard. Insomma, per dirla in poche parole: l'USB è un perfetto sconosciuto che vive insieme a noi. A giustificazione dell'utente, però, va detto anche che nei suoi quasi 25 anni di vita l'USB è cambiato tante volte, sia nella forma che nella sostanza. E, come se non bastasse, nella sua ultima evoluzione (l'USB Type-C 4.0) è diventato praticamente identico ad un altro tipo di connessione: la Thunderbolt.
Eppure, l'USB è nato, nel 1996, con una forma (anzi, un formato) che è ancora vivo e vegeto: l'USB tipo A. Cioè l'USB "classico", quello col connettore rettangolare, stretto e lungo e neanche tanto piccolino. Il fatto che l'USB tipo A sia il primo formato di USB arrivato sul mercato fa pensare a molti che sia anche sinonimo di USB vecchio e lento. Ma non è così, perché una cosa è il formato e un'altra è lo standard e quindi la velocità.
USB: i formati
L'USB nasce con la forma "A", il rettangolo di cui sopra, nel 1996. È un connettore grande, robusto e affidabile che ha solo un vero difetto: è ingombrante, specialmente in uno smartphone o in un laptop ultrasottile.
Poi venne, nel 2011, l'USB tipo B detto anche "mini-USB". È quello più piccolo e a forma di trapezio, con i lati leggermente piegati. Per molti anni è stato il connettore standard per collegare fotocamere digitali e altri dispositivi elettronici al caricabatterie o al computer. La sua evoluzione è stata il "micro-USB", simile ma ancora più piccolo, che ha spopolato con gli smartphone dove ogni millimetro è importante.
Infine, più recentemente, nel 2014, è arrivato l'USB tipo C a forma di piccolo rettangolo con gli angoli arrotondati. È ormai lo standard per connettere gli smartphone, i tablet e i laptop più recenti grazie alle sue dimensioni estremamente compatte.
USB: gli standard
Se questi erano i "fattori di forma" dell'USB, tutt'altra cosa sono gli standard. Dal primo USB 1.0 Low-Speed (1,5 Mbps) del gennaio 1996 allo USB 4.0 annunciato a marzo 2019 (che tecnicamente è quasi identico al Thunderbolt), che raggiunge i 40 Gbps di velocità, di acqua sotto i ponti ne è passata moltissima.
Ma anche di corrente elettrica, perché nel frattempo è arrivato anche lo standard USB Power Delivery (USB PD) per la ricarica veloce e sicura dei dispositivi mobili tramite cavo USB. In tutti questi cambiamenti, tranne l'ultimo (l'USB 4), c'è stata però una cosa che non è mai cambiata: l'universalità dell'USB tipo A.
USB tipo A: vecchio, ma non lento
Come abbiamo visto forma e standard non sono la stessa cosa: esistono cavi e connettori USB-A veloci, come anche lenti perché non è il tipo (ovvero la forma) a fare la differenza. Tecnicamente l'USB-A può essere usato su connessioni USB dalla 1.0 alla 3.2 (che può arrivare fino a 20 Gbps) e solitamente i cavi e le porte USB-A veloci vengono realizzati in un colore diverso: il blu.
Poiché è solo una questione di forma, la normalità è ormai vedere cavi USB con una estremità tipo A e una tipo C. Esistono anche innumerevoli adattatori USB, per connettere porte e periferiche di diverso formato. Funzionano senza problemi e offrono le prestazioni previste dallo standard in cui sono realizzati.
A rigor di logica non ci sarebbe quindi alcun motivo di dire addio all'USB Type-A, giusto? No, non è più così perché recentemente qualcosa è cambiato.
L'USB 4 ucciderà il Type-A
L'ultima evoluzione dell'USB (come standard, non come forma) è l'USB 4.0, chiamato commercialmente USB4. Questo standard, essendo di fatto una variante dello standard Thunderbolt, pur essendo retrocompatibile con i precedenti USB non è compatibile con il formato tipo A.
Un po' per questioni di connessioni elettriche, un po' per tagliare col passato, in fase di scrittura del nuovo standard si è infatti deciso che l'unico "fattore di forma" con cui si potevano realizzare cavi e periferiche USB4 dovesse essere il Type-C.
Al momento l'USB4 è molto poco diffuso, ma è solo questione di tempo: diventerà lo standard delle connessioni. La storia del glorioso USB Type-A, quindi, è già scritta ed è solo questione di tempo prima che questo formato entri nei musei dell'elettronica.